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#mettiamocelointesta La campagna di UNHCR per l’istruzione delle bambine

E’ stata presentata a Roma la campagna in favore dell’istruzione per bambine e bambini rifugiati promossa da UNHCR (Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite) #METTIAMOCELOINTESTA attraverso la quale sarà possibile contribuire sia diffondendo sui social che soprattutto donando attraverso il numero solidale 45588 dal 27 gennaio fino al 17 febbraio.

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Maria Chiara Giannotti
Performance #mettiamocelointesta

Carlotta Sami, portavoce dell’UNHCR per il Sud Europa, ha aperto la conferenza stampa presentando i dati impressinonti raccolti dall'Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite, quanto hanno fatto e quanto c'è ancora da fare.

A questo punto però, invece di snocciolare dati con i quali mettere in evidenza il lavoro svolto dall'Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite, si è aperta una narrazione artistica ed emoriva attraverso l'apprto di 3 fantastici attori che hanno interpretato nel suggestivo scenario degli Horti Sallustiani, le storie vissute dalle bambine rifugiate, obbligate ad essere spose a 10 anni, sole in campi lontani dalla famiglia, esposte al rischio di abusi e sfruttamento o, nei casi più fortunati, costrette a lavorare per aiutare la famiglia che spesso non può pagare la retta scolastica anche per loro e sceglie di farlo soltanto per i figli maschi, considerando che forse loro così avranno un'opportunità nella vita.

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Cecilia Dazzi
Performance #mettiamocelointesta

Cecilia Dazzi, Francesco Pannofino, Maria chiara Giannetta, hanno prestato la voce alle bambine rifugiate che non possono far sentire la loro. Una performance breve ma molto intensa.

Continuare a trascurare l’istruzione delle ragazze rifugiate provocherebbe conseguenze disastrose per molte generazioni a venire. Più alto è infatti il livello di istruzione delle bambine e delle ragazze rifugiate, più elevate saranno le loro abilità in termini di leadership, capacità imprenditoriale e piena autonomia, qualità fondamentali che aiuteranno sia l’integrazione nelle comunità ospitanti e il loro sviluppo, che la ricostruzione dei paesi di provenienza – dice Carlotta Sami, Per questo l’UNHCR si impegna a difendere e promuovere il diritto a un’istruzione di qualità. Una bambina rifugiata non può scegliere, ma noi sì. Possiamo salvarla dagli abusi, dallo sfruttamento e dai matrimoni precoci e assicurarle il diritto di andare a scuola. Per queste ragioni - conclude Sami - chiediamo a tutti di sostenere la campagna UNHCR con un sms o una chiamata da rete fissa al 45588”.

Alla fine della performance è interveuta Laura Iucci, rsponsabile della raccolta fondi per questa campagna che UNHCR ha intitolato #mettiamocelointesta, proprio a sottolineare come l'accesso all'istruzione sia un passaggio indispensabile per tutti. Le bambine infatti più dei maschi sembra che siano in grado di mettere a frutto l'insegnamento ricevuto e di tradurlo in pratiche vantaggiose per se e per la società di cui fanno parte. Mandando a scuola una bambina dunque si potrebbe intervenire su una comunità intera!

E’ del tutto evidente che l’istruzione costituisca la prima e più importante protezione per ogni minore oltre ad essere uno dei diritti dell’infanzia sanciti dai trattati internazionali. Nonostante gli impegni presi sulla carta dagli Stati però, il quadro rispetto all’esclusione dall’istruzione registrato dall’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite nel mondo sta peggiorando.

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Francesco Pannofino
Performance per #mettiamocelointesta

Le cause ovviamente sono molteplici e vanno dalla guerra alla povertà ma per le bambine e i bambini rifugiati i numeri generali tendono a salire vertiginosamente. Se nel mondo sono circa il 92% i minori che hanno accesso all’istruzione questa percentuale scende drasticamente al 61% quando si tratta di bambini rifugiati. Sono circa 4 milioni i bambini rifugiati in tutto il mondo che non hanno la possibilità di andare a scuola e tra loro le bambine sono la maggior parte, contro di loro, oltre le condizioni di difficoltà oggettiva quali il costo dei libri o delle divise pesano discriminazioni culturali che le sfavoriscono nella scelta delle famiglie rispetto ai fratelli maschi.

Le ragazze rifugiate hanno la metà delle possibilità di iscriversi ad una scuola superiore rispetto ai loro coetanei maschi rimanendo così esposte al rischio di sfruttamento, matrimoni precoci, avviamento alla prostituzione. Si tratta senza mezzi termini di un diritto negato che segna un gender gap nell’istruzione per le bambine rifugiate che, stando a quanto riportato da un recente studio della Banca Mondiale, determina anche un costo di 30 mila miliardi di dollari in termini di produttività e mancati guadagni.

I dati UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) sono molto chiari nell’indicare il percorso virtuoso che innescherebbe un maggiore accesso all’istruzione da parte delle bambine e le ragazze rifugiate. Si ridurrebbero del 14% i matrimoni precoci se potessero finire il ciclo di studi nella scuola primaria e la percentuale salirebbe al 60% se terminassero anche la scuola secondaria. Con il maggiore accesso delle ragazze all’istruzione avrebbero una grande frenata anche la mortalità infantile dovuta alla diarrea, alla malaria o alla polmonite che diminuirebbero dell’8% con un’istruzione primaria e addirittura del 30% completando quella secondaria.

Dal 2012 l’UNHCR ha avviato il progetto Educate a child” in 12 paesi: Siria, Iran, Pakistan, Yemen, Etiopia, Malesia, Kenya, Uganda, Ruanda, Sud Sudan, Ciad, Sudan.

Servono più scuole per far spazio anche alle bambine rifugiate; maggiore protezione dalle molestie o aggressioni durante i viaggi per raggiungere la scuola; una lotta costante contro il bullismo e la violenza sessuale di genere nelle classi; incentivi alle famiglie rifugiate per permettere alle figlie di continuare a studiare; più insegnanti donne, che rendano le bambine più propense a frequentare la scuola; infine, dei doposcuola che possano fornire alle ragazze un arricchimento e migliorare il loro rendimento scolastico e la fiducia in se stesse.

I fondi raccolti con la campagna #mettiamocelointesta andranno a sostenere il progetto “Educate a child”,

Nei primi 5 anni dall’avvio del progetto, nei 12 paesi coinvolti si è riusciti a garantire un’istruzione a 1 milione e 350 mila bambini; sono state costruite e ristrutturate 263 scuole; è stato garantito sostegno economico diretto a più di 104 mila bambini provenienti da famiglie vulnerabili; sono stati reclutati e formati 31.402 insegnati (ben 12.091 solo nello scorso anno). Dal 2012, a tutti i bambini rifugiati l’UNHCR ha distribuito circa 3.075.000 tra libri di testo e altri materiali didattici e 752.776 uniformi scolastiche; infine ha fornito sostegno a 8.233 bambini con disabilità, che altrimenti non avrebbero potuto frequentare la scuola.

Sostengono la campagna tra gli altri: RAI, La7, SKY per il Sociale e di Radio Capital - volti noti del mondo dello spettacolo, tra cui: Nicole Grimaudo, Lino Guanciale, Francesco Pannofino, Paola Saluzzi, Cecilia Dazzi, Carolina Crescentini, Simone Montedoro e Tosca , insieme ai grandi campioni dello sport: Beppe Bergomi, Demetrio Albertini, Thaisa Moreno e il campione della pallavolo Luigi Mastrangelo.

Anche il mondo del calcio scenderà in campo per sostenere la campagna UNHCR, a cui dedicherà la 22ma Giornata di Campionato in programma il 2,3 e 4 febbraio prossimi, con iniziative dedicate in tutti gli stadi italiani di serie A.

 

 

 

 

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