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Commento di Fabio Calamati

su Maurizio, operaio da cinque anni, cassintegrato da un giorno


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Fabio Calamati 9 maggio 2009 13:32

Caro Maurizio
mi chiamo Fabio Calamati, sono un giornalista del Tirreno e quella sera, quando arrivò la notizia del pestaggio in questura, ero io al lavoro in redazione. Ti garantisco che il mio giornale inserì la notizia con l’evidenza che poi ebbe il giorno dopo mentre ancora non sapevamo che tra i ragazzi picchiati ci fosse il figlio di chiti. Lo apprendemmo solo più tardi, la circostanza venne ovviamente aggiunta nei resoconti, ma titolo e "peso" nell’economia di quel giornale non cambiarono. Quelli erano prima che si sapesse di Chiti, quelli rimasero.
 Perché la notizia era che un gruppo di ragazzi denunciava di essere stato picchiato in questura, non tanto che tra loro ci fosse il figlio dell’onorevole.
 Naturalmente non ho strumenti per dimostrare a te e a chi legge che davvero è andata così. Lo so io, lo sanno quelli che lavoravano al giornale. E per la mia coscienza basta. Ti prego dunque di credermi: fosse stato tuo figlio, quella sera, Il Tirreno l’avrebbe trattato esattamente come il figlio di Chiti.


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