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Commento di Doriana Goracci

su "Enorme Focolaio Covid-19 all'ex Ilva di Taranto..."


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Doriana Goracci Doriana Goracci 30 giugno 2020 12:29

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“Sull’Ilva stiamo procedendo proprio in questi giorni per definire il coinvestimento pubblico e dare così attuazione agli accordi già sottoscritti il 4 marzo scorso. Il soggetto individuato a questo fine è Invitalia e la trattativa con ArcelorMittal per definire i dettagli della nuova governance è entrata nel vivo”. Questo l’annuncio pubblicato ieri sulla pagina Facebook del premier Giuseppe Conte. “Ci siamo ripromessi – ha sottolineato il Presidente del Consiglio – di raggiungere ambiziosi obiettivi, ambientali e occupazionali, e siamo ben determinati a rispettare questo impegno”.Dopo il via libera di ArcelorMittal Italia all’ingresso nella compagine societaria dell’ex Ilva di Taranto a un investitore istituzionale, la scorsa settimana è già avvenuto un confronto sul coinvestimento statale tra l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, e il consulente del governo sul dossier, Francesco Caio.“Anche per quanto riguarda Taranto, non ci siamo mai dimenticati, nemmeno per un secondo, dell’ex-Ilva. Pochi giorni fa si è chiusa la decennale vertenza della ferriera di Servola, con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma. Trieste può diventare un modello anche per Taranto, dove l’ingresso dello Stato dovrà tutelare ambiente e occupazione, accompagnando il privato in un percorso che dovrà trasformare l’Ilva nell’acciaieria più all’avanguardia d’Europa, in un processo di decarbonizzazione che deve iniziare subito”. Ha commentato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. “E qui sì – ha aggiunto Patuanelli – che dovremo sfruttare ogni singolo centesimo messo a disposizione dall’Europa, come i fondi del Just Transition Fund. Ne ho parlato la scorsa settimana con il commissario per il Green Deal europeo Frans Timmermans, che mi ha confermato il sostegno incondizionato della Commissione europea al progetto”. https://quifinanza.it/finanza/ex-ilva-conte-entrata-nel-vivo-trattativa-con-arcelormittal/396655/

"A Trieste il governo ha chiuso l’area a caldo e ha investito" ArcelorMittal, sindaco Taranto: "Mai più altiforni, anche qui" L’accordo di programma come quello promosso per la riconversione del sito siderurgico di Trieste può essere la linea da seguire anche per Taranto? Se lo chiede il sindaco della città pugliese che si augura lo spegnimento degli altiforni, la messa in sicurezza dei terreni e una prospettiva di lavoro diversa dall’attuale
Lo storico accordo siglato sabato scorso a Trieste per lo smantellamento dell’area a caldo dell’acciaieria e la messa in sicurezza permanente dei terreni, ha riacceso la polemica a Taranto. L’accordo di Trieste mira a rilanciare il comprensorio industriale dove sorgeva l’altoforno della Ferriera di Servola, con l’obiettivo di far nascere al suo posto un polo logistico a servizio del porto e dell’economia del territorio.

L’affondo del sindaco di Taranto "Mai più altiforni anche a Taranto, il Governo batta un colpo". Parla il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, dopo che "a Trieste il Governo ha chiuso per sempre l’area a caldo e investito centinaia di milioni di euro nella riconversione. Cosa pensano di raccontare ai tarantini? E i parlamentari ionici la smettano di rilasciare dichiarazioni come se non fossero loro al Governo, agiscano subito, i loro numeri possono bastare a far tremare la maggioranza parlamentare".

Il sindaco si unisce a chi denuncia, "parti sociali e sistema di imprese in primis", una "inspiegabile quanto incoerente assenza del tema dello stabilimento siderurgico dalle proposte utili". Restano gli "interventi calati dall’alto senza un necessario confronto con la comunità" e gli "annunci slegati da una discussione seria e definitiva sulla produzione di acciaio a Taranto": manca "un vero avvio delle bonifiche straordinarie, una radicale conversione tecnologica". "Vogliamo costruire un futuro a partire da una soluzione per l’ex Ilva, non facendo finta che in quello stabilimento e intorno ad esso sia tutto a posto".

Vianello (M5s): "Chiudere l’area a caldo di Taranto" "La chiusura dell’area a caldo della ferriera di Servola a Trieste tramite accordo di programma è un’ottima notizia per l’ambiente, la salute, l’occupazione e la diversificazione economica. Ora è necessario che si replichi anche a Taranto". Lo afferma il deputato tarantino del M5S, Giovanni Vianello. "Da anni sosteniamo che un accordo di programma, come quello promosso per i siti industriali di Genova e Trieste, possa essere lo strumento ideale per chiudere l’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto che, rispetto agli impianti collocati nelle due cittá del nord, presenta un processo produttivo molto più grande e inquinante. E’ ormai evidente che la strada intrapresa nel 2012 di voler portare avanti a tutti i costi l’area a caldo di Taranto sia stata fallimentare sotto tutti i punti di vista".

Camera di commercio Taranto: "Noi ignorati" "Basta ignorare Taranto, anche per noi è giunto il momento di cambiare il modello di sviluppo". Il presidente della Camera di Commercio di Taranto, Luigi Sportelli, invita il Governo a seguire per Taranto la stessa strada che ha sancito sabato scorso, con un accordo di programma, la chiusura dell’acciaieria di Servola, a Trieste e l’avvio di una riconversione economica di quell’area. "Ignorati, penalizzati, blanditi con promesse irrealizzate. Siamo stanchi di constatare che in altri territori lo scenario industriale si può modificare radicalmente mentre Taranto resta indietro". "C’è una disparità di trattamento che non è più tollerabile. Ci congratuliamo con Trieste per l’eccezionale risultato ottenuto, ma questo accordo, se messo in parallelo a decenni di mancato ascolto del nostro territorio, aumenta la nostra frustrazione e non solo".

Tavolo coinvestimento Stato a lavoro "Il tavolo del confronto tra ArcelorMittal, Mef e Invitalia sul coinvestimento dello Stato accanto al privato, sta andando avanti, prosegue, ed entro fine settimana si conta di avere un quadro di situazione". Lo dicono fonti vicine al dossier ArcelorMittal dopo la call di questa mattina tra commissari di Ilva in amministrazione straordinaria, che hanno la proprietà degli impianti, Mise, Mef e Invitalia. Il tavolo, iniziato nei giorni scorsi, serve a stabilire le modalità del coinvestimento pubblico attraverso Invitalia, controllata Mef, in ArcelorMittal.

Un piano entro novembre Il coinvestimento pubblico è alla base dell’accordo di marzo scorso tra ArcelorMittal e amministrazione straordinaria ed è una operazione che va chiusa entro novembre prossimo, altrimenti ArcelorMittal potrà tirarsi fuori dall’operazione in Ilva pagando una penale di 500 milioni. Rispetto a marzo, lo scenario è cambiato per la presentazione, da parte della società, lo scorso 5 giugno, di un piano industriale che prevede 3200 esuberi. Piano già respinto da Governo e sindacati e che costituisce un grosso ostacolo al negoziato. A luglio intanto scade la nuova rata del canone trimestrale di fitto che ArcelorMittal deve pagare a Ilva in as: 25 milioni. ArcelorMittal non ha pagato la rata precedente. - http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/arcelor-mittal-sindaco-taranto-altiforni-9261bdf8-916e-4213-a252-42f1d588d555.html

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