“Care mamme, care combattenti,
per trent’anni, senza mollare neppure per un giorno, avete lottato per
la salute dei vostri figli, dei vostri cari, dei lavoratori
dell’impianto siderurgico di Genova. Dal 1985, stanche di ritrovare nei
vostri piatti la polvere di minerale, avete lottato per la Salute, per
l’Ambiente, per la Giustizia, fino ad ottenere la vostra vittoria.
Sapevate di essere nel giusto e, tuttavia, in voi stesse vi era la
certezza che raggiungere il risultato sarebbe stato tremendamente
difficile.
I dati sanitari, del resto, vi davano ragione e la Magistratura ligure già si stava muovendo attivamente su questa linea.
Poi, come un miracolo, le Istituzioni nazionali, regionali e locali, il
proprietario dell’acciaieria, i Sindacati, gli Industriali, gli Ordini
professionali e le Associazioni di categoria si sono seduti ad un tavolo
per concertare un piano che tutelasse salute, ambiente e
occupazione.L’accordo di programma per l’industria siderurgica di
Genova, probabilmente spinto anche dalla vostra incessante lotta, ha
portato, a distanza di vent’anni dalle vostre prime manifestazioni, alla
chiusura della principale fonte di altissimo inquinamento della vostra
città: l’impianto di produzione a caldo.Da Taranto, vogliamo dirvi che
siamo orgogliosi della vostra caparbietà e della vostra unità.
Tuttavia, vi scriviamo anche per ricordarvi che quell’accordo di
programma, sottoscritto da tutte le parti contraenti, consentì che
l’area a caldo chiusa a Genova trovasse nuova residenza proprio nella
più grande acciaieria d’Europa, quella di Taranto.Qui, i dati sanitari
che attestano percentuali di malattie e morte, certificate dagli esperti
e dai ricercatori, sono di gran lunga superiori a quelle che voi
dovevate sopportare, a Genova; qui, malattie e mortalità nei bambini
raggiungono percentuali insopportabili. Qui, le malattie iniziate in
gravidanza raggiungono il 45% in più della media regionale; qui,
l’eccesso di mortalità entro il primo anno di vita è superiore del 20%
rispetto alla media regionale; qui, l’incidenza tumorale nella fascia di
età compresa tra 0 e 14 anni è del 54% in più, mentre la mortalità
infantile raggiunge un +21%, sempre rispetto alla media.Nei bambini che
vivono nei quartieri vicini al siderurgico si riscontra un deficit
cognitivo di 10 punti rispetto ai loro coetanei di altri quartieri della
città.
Qui, la diossina viene somministrata ai piccoli già attraverso l’allattamento al seno.
Qui, quando il vento proviene da nord-ovest, i bambini non possono
andare a scuola, le finestre delle abitazioni del quartiere più prossimo
all’acciaieria devono restare chiuse, e i cardiopatici, chi ha problemi
respiratori e gli ultrasessantacinquenni devono restare chiusi in casa.
Qui, a Taranto, vengono negati quei diritti riconosciuti dalla
Costituzione italiana per una semplicissima ragione: quella area di
produzione che a Genova è stata chiusa per sempre perché altamente
nociva per la salute pubblica, a Taranto è stata raddoppiata e definita
“strategica per la nazione”. Pensate, mamme: a Taranto non è strategica
la salute di cittadini e ambiente, ma l’economia, anche se nettamente in
contrasto con la Giustixia e i dettami della Costituzione italiana.
Qui, a fronte dell’emergenza sanitaria, la Magistratura tarantina
emise, nel 2012 un’ordinanza di sequestro senza facoltà d’uso degli
impianti dell’area a caldo. Da quel momento, in sette anni, 13 decreti
legge, disposti dai governi che si sono succeduti, hanno permesso
all’industria la continuità produttiva, scavalcando di fatto la
Giustizia. Decreti legge anticostituzionali, vorremmo aggiungere.Nel
febbraio del 2016, dopo averli fatti affiggere a Taranto e a Bari, come
associazione Genitori tarantini, facemmo affiggere un manifesto di sei
metri per tre che presentava un’immagine notturna delle emissioni
dell’Ilva sulla nostra città e una semplice scritta: “ANCHE I BAMBINI DI
TARANTO VOGLIONO VIVERE”. In un articolo dell’Ansa, dedicato proprio a
quell’affissione, veniva riportata una frase di una mamma di Cornigliano
che, parlando di Taranto, disse: “Lotteremo con Taranto. Le sofferenze
che stanno vivendo i bambini di Taranto mi fanno soffrire come se
fossero i nostri bambini. Continuo a lottare per vedere riconosciuta la
loro dignità. Noi siamo pronte a lottare al loro fianco”.
Quel
manifesto, nella vostra città, venne strappato solo due giorni dopo
l’affissione, lasciando in tutti noi una ferita che ancora brucia.
Mamme di Cornigliano, vi chiediamo di parlare ai vostri compagni,
soprattutto a quelli che lavorano in acciaieria e temono, per quelle che
sono le dichiarazioni dei sindacalisti liguri, ripercussioni a livello
locale dalla chiusura dell’area a caldo di Taranto. Ricordate loro che
“ogni uomo è padre di tutti i bambini e ogni bambino è figlio di tutti
gli uomini” (John Steinbeck, “Che splendida ardi”). Questa è una frase
che noi utilizziamo sempre perché i bambini di Taranto, al pari dei
bambini di tutto il mondo, sono figli di tutti gli uomini. Compresi
quelli di Genova.
Attendiamo un vostro riscontro.
Grazie.
Le madri di Taranto alle madri di Genova