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Commento di Enzo Salvà

su Rete Numeri Pari e Bin Italia: il Reddito di Cittadinanza non è un Reddito di Cittadinanza!


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Enzo Salvà Enzo Salvà 14 febbraio 2019 17:51

Lungi da me essere contrario a misure contro la povertà, sono contrario a misure semplicistiche e coercitive e peggio denominate. Il Reddito di Cittadinanza (o Reddito di Base) esiste e vuole dire altro rispetto alla norma che si attua in Italia. Abbiate pazienza: se ti faccio credere che ti assisto ed invece ti “obbligo” a fare qualsiasi cosa pur di non perdere l’assistenza, non è più assistenza.

Il Reddito Minimo Garantito è una norma, declinata in forme diverse nei Paesi Europei, che è “integrazione al reddito, prevede sostegno sociale in varie forme, reinserimento sociale lavorativo tirocinio ecc. Manca, in Europa, solo ad Italia e Grecia,

Ma soprattutto manca in Italia un “Compenso (Salario o Stipendio) Minimo”, cioè la base di calcolo che non è necessariamente la “soglia di povertà”.

Non è previsto nella Legge Italiana è lasciato alla contrattazione delle parti sociali (impresa-lavoratori) tramite i contratti Collettivi Nazionali che, qualora violati, danno accesso ai Tribunali civili o del lavoro, non a misure automatiche di ristoro ed ammende per violazioni di legge. Peraltro in Italia abbiamo talmente tante deroghe, contratti di lavoro precari e lavoro in nero che credo sia ben difficile districarsi.

Il compenso minimo (questo Governo ne ha anche parlato poi non so che fine abbia fatto), è la base di calcolo sulla quale edificare una qualsiasi forma di assistenza integrativa e quindi di contrasto alla povertà.

Dell’RdC all’italiana: quello che ritengo intellettualmente disonesto è legare la Norma all’obbligo di accettare “qualunque e qualsiasi “lavoro venga proposto, anche di poche ore o giorni che per gradi, in caso di non accettazione, ha come conseguenza la riduzione dell’assistenza fino a cancellarla.

Non è Reddito di cittadinanza, non è una norma Assistenziale, è Imposizione: io ti impongo di accettare altrimenti perdi il contributo. Nel dettaglio il diavolo e la sua coda………!

Penso soprattutto ai giovani, riporto da BIN:

Per non fare la figura degli esterofili, va detto che queste forme di protezione sociale hanno ciascuna alcune contraddizioni. Il fatto che molti di questi modelli di welfare si siano trasformati in workfare, in cui esiste l’obbligo per i beneficiari ad accettare qualsiasi lavoro pena la sospensione del benefit, porta con se alcune conseguenze come quella di nutrire una grossa fascia di lavori a bassa qualificazione. In questo senso, ad esempio in Belgio, si sono definite delle forme di congruità, in cui un beneficiario del reddito minimo può rifiutare il lavoro offerto se non è congruo al suo inquadramento professionale precedente o alla sua formazione; una sorta di riconoscimento delle competenze acquisite che frena il ribasso professionale e salariale.

Il PDF completo è qui:

http://www.bin-italia.org/wp-conten...

Sia chiaro: è una decisione presa dal Governo Italiano, piaccia o non piaccia si applica, ma non chiamiamola con un nome che sia evocativo di tutt’altro. Sulla sua effettiva realizzazione e costo io ho seri dubbi, altrettanto sulla sua efficacia in assenza di investimenti produttivi.

Un Saluto

Es.


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