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Commento di Doriana Goracci

su Jessica Valentina Faoro amava gli animali e la musica: per sempre...


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Doriana Goracci Doriana Goracci 9 febbraio 2018 17:50

quella che segue è un’intervista di oggi de il Giorno a Stefano Faoro, il padre di Jessica Valentina, quello che a migliaia ci siamo chiesti dove fosse...Ho messo un’altra foto del suo profilo perchè quella sul sito sopra è davvero brutta e sembra il duce, Jessica avrà ripreso qualcosa anche del padre, credo, era non solo dolce ma bella e ripeto amava gli animali e spero che la mia proposta di andare ai suoi funerali con il cane a Milano, si avveri. Verrà signor Stefano Faoro? Avete lo stesso sorriso.
L’ultimo messaggio Jessica glielo ha inviato su Whatsapp. «Martedì alle 13.06. “Hai visto papà, ho i capelli lisci. Ti piaccio?”, così mi ha scritto. Da circa un anno comunicavamo solo via chat e via messaggio». Quella notte sarebbe stata uccisa. Lo racconta e si commuove, Stefano Faoro, padre di Jessica, autista Atm della metropolitana 2, consapevole del fatto che sia ormai troppo tardi per riallacciare un rapporto con quella figlia «che non ho seguito come avrei voluto e che ora era diventata una donna. Ho fatto degli sbagli, ho le mie colpe e lo riconosco. Ma posso dire che se, in una situazione difficile come la nostra, si ha la sfortuna di non trovare la persona giusta - e parlo di assistenti sociali - è difficile risollevarsi». Mette in fila pensieri, si lancia in una riflessione a ruota libera mescolando una storia familiare burrascosa, il presente tragico e gli auspici futuri («chi ha ucciso mia figlia deve pagare il conto, senza sconti»). Nella testa un pensiero fisso: «Mia figlia non c’è più».
Conosce Alessandro Garlaschi?
«Eravamo colleghi ma il suo nome non mi dice nulla, non ci frequentavamo. L’avevo incrociato di sicuro perché il volto, a guardare la foto, non mi è nuovo».
È un caso, quindi, che sia stato un suo collega (Garlaschi è un conducente del tram 15, ndr) a uccidere sua figlia?
«Mia figlia aveva degli amici a Rozzano e prendeva spesso il tram 15 per raggiungere il paese. Non mi è difficile immaginare che Garlaschi ne abbia approfittato. Jessica era una brava ragazza, dolce, non deve aver percepito il pericolo. Saputo che lei era alla ricerca di un posto in cui vivere e di un lavoro, lui le deve aver offerto ospitalità in cambio di un aiuto in casa».A quanto pare, Garlaschi sostiene di aver usato il coltello per difesa. Che ne pensa?
«Oltre dieci coltellate non sono una difesa. È omicidio, punto. Non me la prendo solo con lui ma anche con la moglie: troppo remissiva, senza carattere. È andata via di casa lasciando solo il marito con mia figlia e sapendo che soggetto fosse».
Come mai il rapporto con sua figlia si era deteriorato?
«Mia figlia non ha avuto una vita facile. Io e la mia ex moglie ci siamo divisi tanto tempo fa, lei (così come il fratello, ora neomaggiorenne) ha vissuto fin da piccolissima tra famiglie affidatarie e comunità. Era stanca, scappava di continuo. L’anno scorso, l’ultima volta che ci siamo visti, abbiamo litigato perché io mi ero accorto che chattava con uomini più grandi e l’avevo ripresa. Era stata fidanzata anche con un ragazzo che era stato in carcere, più volte le avevo detto di “tornare sulla strada giusta”. Non sapeva nemmeno lei cosa volesse. Da allora non ci siamo più visti ma lei mi scriveva. Lo scorso 2 aprile, il giorno del mio compleanno, mi ha mandato un messaggio di auguri subito dopo mezzanotte. “Auguri. Sono stata la prima, vero?”, ed effettivamente era stata la prima».
Avrebbe voluto portare a casa con sé Jessica e il fratello?
«Sì. Nella casa in cui ora vivo avevo cominciato a realizzare un soppalco, una stanza sopralevata, per accogliere i miei figli che ora da maggiorenni sono considerati “autonomi”. Il mio rammarico è aver perso gli anni della loro crescita, ora col maschio sto cercando di recuperare. Jessica era già una donna, non sono riuscito a recuperare il rapporto con lei. Tante volte in passato avevo chiesto di poterli vedere di più (potevo farlo una volta ogni due mesi, dentro una stanza). È andata così... Ma ora chiedo a tutti di non diffondere notizie che fanno male».
Quali?
«Ho letto parole dure su di me, giudizi su cosa avrei dovuto o potuto fare. Qualcuno ha anche insinuato che mia figlia “si vendesse”. Invito ad avere maggiore rispetto in questo momento straziante».

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