LA TRAGICOMMEDIA ISRAELIANA
Nei fatti, che l’ambasciata Usa stia a Gerusalemme
o a Tel Aviv o da un’altra parte non cambia proprio niente. Il guaio è che a
questi fatti si dà un significato simbolico, i simboli richiamano ideologie e
in nome di ideologie si possono fare guerre e stragi. Hitler ha distrutto le
sue armate per il significato simbolico che (non solo lui) dava alla conquista
e occupazione di Stalingrado: anche quando era ridotta ad un cumulo di macerie, ciò che
importava era il suo nome.
I fautori dello stato palestinese vogliono la
capitale di quello stato a Gerusalemme est.
Gerusalemme capitale di Israele simboleggia il fatto che quello stato
non si farà mai.
Nessuno ci crede davvero che sostanzialmente sullo
stesso territorio si possano fare due stati con due popoli che si odiano, ma
qualcuno ci spera, altri lucrano su quella speranza e gli altri stati trovano
conveniente far finta di crederci, perchè così si evita di affrontare il vero e
grosso problema della civile convivenza di islamici ed ebrei nello stesso
stato.
Riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele
simboleggia un’offesa a quell’assurda speranza, l’offesa probabilmente scatenerà
un’altra intifada con le solite
dichiarazioni folli di voler cancellare lo stato di Israele, le follie fanno sembrare
preferibile lo status quo di un unico stato con regime di apartheid fra ebrei ed islamici e così la tragica commedia
continua.