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Commento di Kocis

su Il Premier, "distrutto" dal sondaggio del "Corriere della Sera"


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Kocis 28 ottobre 2008 16:07

 

Gentile Salvatore, dettosi “anonimo”,

 

scrivi, tra l’altro, alla fine della tua comunicazione :” pensaci un po’, prima di postare una cosa del genere come "notizia". 

Se questa non è alterigia, cos’è? Giusto per non sbagliare illustraci il  sano e corretto vademecum del “ probo divulgatore di notizie”….ammesso che oggettivamente ne possa esistere uno.

A proposito di statistica,  giusto per non riportare una valutazione soggettiva, così si legge su Wikipedia nell’introduzione sul termine: “ la statistica è la scienza che ha come fine lo studio quantitativo e qualitativo di un “collettivo”. Studia i modi (descritti attraverso formule matematiche) in cui una realtà fenomenica –limitatamente ai fenomeni collettivi –può essere sintetizzata e quindi compresa. Con il termine statistica, nel linguaggio di tutti i giorni, si indicano anche semplicemente i risultati numerici ( le statistiche richiamate nei telegiornali, ad esempio, l’inflazione, il Pil, etc) di un processo di sintesi dei dati osservati”. Nell’indice, tra le tante voci tematiche, vengono anche riportate la probabilità e il campionamento statistico.

Inoltre, alla voce, demoscopia così tra l’altro si legge, sempre su Wikipedia: “ il demoscopy ( da l’antica città greca demo = + = skopein spionaggio) è una dimostrazione di “ la formazione della pubblica opinione”, ciò significa di opinioni, pensieri, sentimenti desideri, o dei voti della popolazione. Si tratta di un settore della psicologia e della sociologia………..”.

Sull’argomento, oggi, martedì, sul quotidiano “ Il Manifesto” è leggibile un egregio articolo a firma di Gordon Poole: “ sondaggi Usa, l’arte di sbagliare”.

Non voglio però fare un confronto “dottorale”, o “infermieristico”, stante i variegati usi e costumi in voga.

Da parte mia sono convinto che la democrazia, quella vera, sia fatta di partecipazione  diretta ed attiva dei cittadini. Nelle cento e più forme, su scala quotidiana,  che possono determinare una vera gestione plurale, la più larga condivisa. Sulle scelte che riguardano la struttura società nei vari livelli: dal micro – sui contenuti relativi agli aspetti dei diversi livelli locali -, al macro - sull’ambito cosiddetto nazionale –; “cosiddetto”, dato che poi c’è l’Europa.

Quindi, di voto, quello esplicito, utilizzabile nelle sue varie forme e maniere di strumentazione diretta, non tanto solo utilizzabile nelle scadenze considerate canoniche.

Il voto vero. Quello reale. Sulla base del valore universale “ una testa, un voto”. A seguito del quale si assumono le decisioni, cercando - se esistono le condizioni - anche di calibrare le diversità più rilevanti in essere, cosa, questa, che dipende dalla “saggezza” politica e sociale esplicitata.

Sul piano generale, per esempio,  su una data/singola questione, il Referendum ( …..a parità divulgativa e “pubblicitaria”….di risorse economiche) rappresenta lo strumento massimo di coinvolgimento diretto dei cittadini, e di certezza univoca sull’esito del “che fare”.

Quindi, i numeri, nella propria progressione quantitativa, sono il vero fondamento per determinare, in maniera inequivocabile, l’esito sul tema o sugli argomenti in essere.

Non è certo frutto del caso, o del destino cinico e baro, che nei nostri sistemi democratici si continui a considerare come parametro unico e fondante l’esplicazione del voto collettivo.

Forse, almeno in Italia, dopo l’eliminazione del voto di preferenza, del peso uguale, e del nascondimento del conflitto di interesse ( maggioritario/proporzionale, la qual cosa dopo il “brillante” successo nazionale lo si vorrebbe riprodurre nel livello elettivo europeo), qualcuno o qualcosa pensa di far votare a “campione ponderato”, con gli stessi criteri e dimensioni ( quantità) che regolano i cosiddetti sondaggi.

Fantasia? Chissà….vedremo in corso d’opera. Su questo terreno, almeno in Italia, stante l’andazzo in corso, corriamo il serio rischio di vederne proprio delle belle.

Alla democrazia, finta, “robotizzata”non c’è mai limite di “fede”!

Quelli dei “mille”, o poco più,  di norma ( o quasi) consultati nel sondaggio a campionamento che, stante gli “scienziati” in opera, dovrebbero rappresentare l’omogeneità dell’articolazione complessiva dei cittadini votanti in Italia, oltre 47 milioni ( maggiorenni).  Giusto per restare solo sul terreno italico.

In virtù di questa “scientifica” ed “oggettiva” teoria, di analisi e pratica democratica, su una data questione di valenza comune nazionale un singolo campione sondato dovrebbe rappresentare in maniera uniforme il parere di 47.000 cittadini votanti…..uniformemente distribuiti per area territoriale, per ceto, censo o qualsivoglia forma di soggettiva personalità.

Personalmente credo di rappresentare solo me stesso. Rigetto la teoria dei replicanti.

E, poi, su questi, si vanno a costruire prassi, analisi, teorie e scelte di governo?

 

Infine, confermo. Tornando sul tema originario che ha determinato le motivazioni poste nel confronto. A mio parere, vale molto più la scala 1:1 espressa in un sondaggio on-line ( pur le dovute tolleranze nell’uso della strumentazione “tecnico-burocratica”) che non la scala di un indagine di demoscopia nazionale campionata su scala 1:47.000 (….o giù di lì) che, tra l’altro, può anche risentire delle “dissonanze d’udito”, se fatte per via telefonica.

Ciascuna coscienza rifletta bene su questo.

Si tratta della democrazia, che non è “scienza” virtuale, ma difficile pratica quotidiana, che dovrebbe avere, sempre e comunque, la partecipazione attiva e diretta di tutti i cittadini.

 

 Kocis


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