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Commento di Persio Flacco

su Legge elettorale: e se adottassimo quella australiana?


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Persio Flacco 21 dicembre 2016 14:55
L’ordinamento costituzionale italiano non prevede che il Governo debba avere costantemente una maggioranza in Parlamento per rimanere in carica. Anzi: lo esclude, specificando che il voto contrario del Parlamento su una proposta del Governo non comporta l’obbligo di dimissioni di quest’ultimo (art.94 cost.). Una volta ottenuta la fiducia all’atto della presentazione alle Camere il Governo è legittimato ad esercitare il potere esecutivo fino al termine del suo mandato, o fino a quando il Parlamento non gliela revochi votando una apposita mozione con la procedura stabilita nello stesso articolo.
In sintesi, la nostra Costituzione stabilisce che il Governo debba avere la fiducia una sola volta. La "questione di fiducia", ponendo la quale il Governo lega la sua permanenza in carica all’approvazione di un suo provvedimento, è inserita nei regolamenti di Camera e Senato ma NON ha rilevanza costituzionale. Nel merito è anzi contraria allo spirito e al disposto del suddetto articolo.
Ed è ovvio che la Costituzione escluda la necessità che l’Esecutivo debba avere costantemente una maggioranza in Parlamento, visto che recepisce il principio cardine della separazione dei Poteri Sovrani: Legislativo ed Esecutivo sono, e debbono rimanere, poteri formalmente e sostanzialmente indipendenti l’uno dall’altro, benché connessi da una dialettica istituzionale finalizzata al superiore interesse della Nazione. Non vi alcuna base costituzionale quindi che giustifichi la limitazione del diritto di rappresentanza o la sua alterazione in nome della stabilità dei governi.
La questione della cosiddetta "governabilità" è quindi del tutto pretestuosa, e palesemente serve a mascherare la necessità di conservare ai partiti politici il ruolo di centri di potere che abusivamente esercitano.

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