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Commento di Persio Flacco

su Sciopero: un fiume in piena. La scuola sfiducia Renzi


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Persio Flacco 7 maggio 2015 21:09

Datori di lavoro sono semmai i genitori (che pagano tasse scolastiche e libri), assieme al resto dei contribuenti. Gli studenti sono i diretti destinatari del servizio erogato dalla scuola e, dunque, la ragione d’essere dell’impiego degli insegnanti.

Mi spiace che lei non trovi la serenità per considerare obiettivamente la questione. 
Ogni volta che si parla di valutazione degli insegnanti scatta negli insegnanti stessi una sgradevole aggressività di sapore marcatamente corporativo.
La questione è molto semplice: tutte le categorie di lavoratori che lei enumera sono soggette a direttive e/o a valutazione del loro operato. Perfino i liberi professionisti lo sono, dal momento che incapaci e svogliati normalmente non trovano clienti.
L’unica categoria di lavoratori (dipendenti o semiprofessionali lo dica lei) non soggetta né a superiori gerarchici né a qualunque genere di valutazione del loro operato sono gli insegnanti. Eppure maneggiano una materia delicatissima: il futuro dei giovani.
Per quale ragione questa categoria di lavoratori è intestataria di un diritto più unico che raro nel panorama dei prestatori d’opera? Qui la mitica libertà d’insegnamento non c’entra, è uno specchietto per allodole, è un mero pretesto.
Ognuno insegni come vuole, ma deve ottenere come risultato la buona preparazione dei discenti. Il che implica che qualcuno deve avere il compito di valutare la qualità del lavoro svolto e deve poter prendere provvedimenti punitivi se la valutazione è negativa. E ciò vale anche a tutelare e a valorizzare i docenti bravi e scrupolosi, che ci sono.

Il preside sceriffo della riforma Renzi non va bene? Sono daccordo: non va bene. Anche perché dubito che di buoni presidi ce ne siano molti in circolazione.

Allora proponete qualcosa voi insegnanti, prima che un Renzi qualsiasi le detti lui le regole.

Non c’è nemmeno da lavorare troppo di fantasia: se una classe ottiene pessimi risultati in una certa materia, al di sotto del limite fisiologico della quota di studenti svogliati o corti di comprendonio, l’insegnante è un incapace e deve o subire una decurtazione dello stipendio o essere avviato a servizi diversi. Si tratta di un criterio piuttosto obiettivo, ma scommetto che non sarà daccordo.


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