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Commento di

su Le espulsioni nel M5S: tra Führerprinzip e cittadinanza


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1 marzo 2014 23:03

Caro Paolo,

felice di esserti pure simpatico. Mi sei simpatico anche tu, tranne quando non ti dimostri ragionevole.

> operi la tecnica del calamaro che fugge ... dietro una scia di inchiostro.
Non capisco bene. Nel commento precedente ho risposto punto per punto, quindi non sono scappato e non ho prodotto alcuna scia di fumo. Però i calamari mi piacciono: animali intelligenti che hanno anche un certo gusto estetico...

> La Costituzione prevede partiti che nominano parlamentari senza vincolo di mandato.
La Costituzione non prevede alcun partito.
Comunque, io non ammetto che i parlamentari grillini siano vincolati da un contratto: lo declamo orgogliosamente. Riguardo al "tecnicamente incostituzionale", lo capisco ma il tuo pensiero è sbagliato, per diversi motivi:

1) La Costituzione non può garantire in alcun modo che non vi siano forme di costrizione sui parlamentari. Inoltre, la Costituzione si applica alle leggi emanate, non ad altri aspetti. Per esempio garantisce a tutti la libertà di espressione, ma questa regola (a volte pure a ragione) non è sempre rispettata. Oppure, recita che la Repubblica è fondata sul lavoro, ma non può garantire che ogni italiano abbia un lavoro (purtroppo: specialmente oggi).

2) In realtà, qualsiasi forza politica esercita un controllo sui suoi parlamentari, solo che i partiti tradizionali lo fanno in modo meno trasparente. Per lo meno nel M5S le cose sono scritte nero su bianco.

3) Il contratto del M5S non è incostituzionale, poiché non impedisce ai propri parlamentari di esprimersi come meglio preferiscono. Se non sono contenti possono uscire dal gruppo M5S per unirsi a un altro, come il gruppo misto.

Vorrei spendere due parole in più, cominciando col dire che è una proposta grillina inserire il vincolo di mandato in Costituzione. In questo modo un elettore può avere maggiore certezza che IL PROGRAMMA CHE EGLI VOTA non verrà tradito. D’altra parte sono d’accordo nel riconoscere che l’assenza di vincolo di mandato, in astratto, è una cosa bellissima, così come il dire che l’Italia è fondata sul lavoro, o che lo Stato promuove la realizzazione di ogni singolo individuo (rimuove gli impedimenti che...). Però poi bisogna tornare con i piedi per terra!

> Per avere diritto al finanziamento elettorale ,doveva essere svolta
> la prassi conforme alla legge . Il M5S non lo ha fatto perché avrebbe dovuto
> ottemperare a norme che avrebbero modificato il suo status di movimento
> Il diritto "teorico " del tuo articolo su "fanpage" ... non vale una cicca.
Ecco, queste sono le cose che ti rendono antipatico.
Quell’articolo su "fanpage" (no, non so chi è), è un articolo equilibrato che mette chiarezza, senza pendere da nessuna parte. Forse è per questo che ti da’ fastidio, perché dice chiaro e tondo che, se avessero voluto, i grillini avrebbero potuto adeguarsi molto facilmente ad alcune semplici norme. Non l’hanno fatto per il solito discorso di coerenza con certi concetti profondi che tu aborri mentre io apprezzo.

> Sono pure d’accordo che andrebbe inserito un principio secondo
> il quale un parlamentare eletto con un partito non può cambiare casacca
> fatto salvo tuttavia il diritto a dissentire dalla maggioranza
Fa’ attenzione: la tua idea potrebbe essere MOLTO più pericolosa di quello che stanno facendo adesso i grillini. Pensaci!

> Però deve essere introdotto con una modifica costituzionale ...
> ... perché i "contratti interni " non fanno legge
Vedi, se stipulo un mutuo non faccio una legge, però prendo degli impegni (che posso disdire in qualsiasi momento). Esattamente quello che accade con il contratto che un eletto grillino stipula con il M5S. Può essere disdetto in qualsiasi momento, e la conseguenza è quella di non fare più parte di quel movimento politico. Tutto lì. E’ una cosa da poco, e nello stesso tempo è importante. L’accanirsi contro questo meccanismo trasparente è fazioso e superficiale, anche perché, confrontando mele con mele e pere con pere, le altre forze politiche si comportano peggio. E’ meglio dirlo prima: "M5S non farà alleanze. Punto". Chi non è d’accordo si rivolga altrove - chiaro e lineare - sia per gli elettori che per gli eletti. Le cose non sono sempre facili, lo riconosco. E’ quello che è successo con il reato di clandestinità, per esempio: le idee di base del moVimento, in teoria, sarebbero contro questo reato (sia eticamente, sia perché inutile nel contesto corrente). Ma questo, solo in teoria; perché nel programma elettorale non c’era scritto nulla al riguardo. In casi come questi, così come nella votazione dei presidenti delle camere (per esempio), la regola è che il gruppo di parlamentari si riunisca e prenda una decisione. A questo punto le decisioni (democratiche) devono essere accettate. Chi esce da questo schema è semplicemente un traditore, perché non rispetta i regolamenti. Ma, ripeto, nessuno impedisce ai "traditori" di continuare a portare avanti le sue idee - ma fuori dalle regole del Movimento 5 stelle.

Cordiali saluti,

Gottardo


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