Una letturina di Edward Said prima di parlare di qualsiasi parte del mondo al di fuori da quella che ci ha dato i natali è un correttivo imprescindibile. L’Iran non è "un mondo altro" e sicuramente non è "a metà tra Oriente e Europa", perché "Oriente" e "Europa" sono termini senza nessun significato. Ancora, non è in nessuna misura "erede dell’antico impero persiano" proprio come l’Italia non è in alcuna misura erede dell’antico impero romano: il nesso "impero achemenide/sasanide/safawide-Iran" è una vulgata che trova cittadinanza solo nella mente di un manipolo di reazionari iraniani, proprio come i fasti dell’impero romano sono celebrati e rivendicati solo da un manipolo di fascisti qui da noi. La retorica degli "eredi di imperi millenari" ha veramente stufato. Trovatemi un paese al mondo - tolta la polinesia e periferiche regioni oceaniche - che non possa vantare l’appartenenza a o addirittura il cominciamento di, in un qualsiasi punto della storia, un grande impero. E allora?
Se continuiamo a commettere certe leggerezze e certi pressappochismi non ci libereremo mai degli stereotipi che libri come questo vorrebbero demolire. Non ha senso distruggere una vulgata per promuoverne un’altra per molti versi peggiore.