A prescindere >
Per non subire l’onda mediatica serve esaminare i fatti tralasciando il nome dei protagonisti.
Primo. Il Senato è stato chiamato ad esprimersi sulla “compatibilità” o meno con il ruolo di “rappresentante” della nazione di un soggetto condannato penalmente in via definitiva. Questo in base al dettato della Legge Severino varata col favore del 75% dell’Aula.
Una Legge che ha come “presupposto” la condanna penale in quanto tale.
Non può essere “ancorata” al principio di “irretroattività” della pena perché perderebbe efficacia.
Se così fosse, visti i tempi della nostra giustizia, per diversi anni a venire potrebbero far parte del Parlamento soggetti condannati, dopo il dicembre del 2012, per uno o più gravi reati penali commessi prima di tale data.
Secondo. Scopo di detta Legge è di concorrere ad evitare che il Parlamento sia “composto” da soggetti non in possesso dei requisiti (“onorabilità” in primis) che qualificano le cariche elettive.
Da qui la “immediatezza” delle procedure applicative e la previsione di un “divieto” non inferiore alla normale durata di una legislatura.
Qui sta la ragion d’essere di tale Legge.
E questi sono i temi su cui porre l’attenzione e riflettere.
Appendice.
Certa “personalizzazione” dei fatti mira a proiettare Riflessi e Riflessioni calibrate su quanti sono sensibili alla fascinazione …