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Commento di

su Le scarpe da tennis made in Italy e un futuro da terzo mondo per l'Italia


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8 novembre 2013 22:03

Ps, io non ho i capelli grigi, non ho vissuto in quartieri degradati, ho fatto le scuole pubbliche, ma i compagni alle elementari che andavano a lavorare, chi a scaricare sacchi al mercato, chi ad incollare le scarpe o cucire pantaloni in nero... me li ricordo. Erano tanti, qualcuno ha pure abbandonato la scuola.


All’epoca non c’erano gli ipad, i bimbi lavoravano perché le famiglie non arrivavano a fine mese, ma sul serio. Altro che le parlamentarie, altro che internet, altro che pc, energia elettrica e consumi voluttuari annessi. Fame, scarpe da comprare, vestiti rattoppati con le toppe alle ginocchia e gomiti. Non erano poveri, era normale.

A chi blatera di certe cose, se ha un’età, cerchi di ricordare. E se è giovane, è meglio che taccia, che non sa di che parla.

E io son stato fortunato, perché prima era anche peggio. Faccio parte della generazione di chi i figli a scuola li mandava, prima era peggio.

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