Conosce
le ricerche condotte sull’inquinamento da “Uranio impoverito” nei
pressi del poligono di tiro di Salto Quirra in Sardegna?
Sono
17 i militari colpiti dalla cosiddetta Sindrome Balcani-Quirra. Ad
Escalaplano, 2.600 abitanti, 14 bambini sono nati con gravissime
malformazioni genetiche. A Quirra, frazione di Villaputzu, su 150
abitanti, venti persone colpite da tumori al sistema emolinfatico.
Ebbene,
un rapporto firmato dalla SGS, società del gruppo Fiat che ha avuto
dalla Nato l’incarico di effettuare i controlli nell’ambito
dell’appalto da 2,5 milioni di euro stanziati dalla Difesa per il
controllo ambientale del poligono, rivelò la presenza di Nano
particelle di metallo, potenzialmente cancerogene, in 18 pecore che
pascolavano a Quirra. Gli animali avevano contaminati i polmoni, 12 i
reni, 11 il fegato, 10 il cervello, 5 la tibia. Metalli presenti:
ferro, titanio, zinco mobildeno, ferrocromo e cadmio.
Secondo
le veterinarie dell’Enea, Marta Piscitelli e Fiorella Carnevali, gli
stessi metalli pesanti presenti negli organi degli agnelli si trovano
anche nei licheni e sarebbero legati alle attività del poligono.
Secondo un altro esperto della procura, il professor Pier Luigi
Caboni, i metalli tossici sono presenti in quantità superiori al
normale. Lo stesso dice l’esperta di nano patologie dell’università
di Modena, Maria Antonietta Gatti, nella sua relazione spedita alla
procura il 25 marzo del 2011.
Tutto
questo ha ispirato la richiesta di sequestro preventivo del poligono
e lo sgombero di 66 aziende agro-pastorali che lavorano nell’area
militare come stanziali o in regime di transumanza, compresi circa 9
mila capi di bestiame. Richiesta avanzata dal Procuratore di Lanusei,
Domenico Fiordalisi, e accolta dal gip Paola.
I
dati riscontrati dalla ricerca condotta dalla Sgs, che non venivano
attribuiti in maniera diretta alle attività del poligono (per queste
conclusioni i consulenti della società, Gabriella Fasciano e
Gilberto Nobile, sono stati indagati per falso dal pm Domenico
Fiordalisi), contrastano fortemente con il parere di altri consulenti
scelti dalla procura di Lanusei nell’ambito dell’inchiesta
sull’eventuale rapporto tra guerre simulate e test bellici e
l’insorgenza di malattie e malformazioni nelle persone e negli
animali della zona.
Il
procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, ha
disposto anche il sequestro probatorio di un missile anticarro di
produzione francese, il ’Milan’, in dotazione alle forze armate
italiane e utilizzati fino al 2003, quando furono ritirati dal
servizio e destinati alla distruzione. Secondo gli studi del fisico
nucleare Evandro Lodi Rizzini, i missili Milan esplodendo liberavano
sostanze radioattive che venivano respirate dai militari vittime poi
di tumori e linfomi. Sino al 2003 nei poligoni sarebbero stati
sparati tra i 1000 e i 1200 missili Milan.
Emiliano Di Marco