Non si riesce a capire dall’articolo di cosa si stia parlando ,ovvero se di amianto in fibre libere o polveri (quelle da produzione industriale ), e allora è un conto .

Perché se come penso invece ci si riferisce a discariche in cui vengono smaltiti "manufatti in cemento-amianto " ,ovvero lastre di copertura o tubazioni ( Eternit,Fibronit, Sacelit ,Coppernit ,Landini ,Edilfibro ecc... ) ,essendo fibre cristallizate in matrice di cemento ,l’interraggio è più che sufficiente dal momento che tali manufatti sono chimicamente inerti .

Faccio inoltre notare che l’amianto è molto diffuso in natura . L’estrema pericolosità ,particolarmente della crocidolite blu,deriva dalla dimensione micrometrica delle sue fibre libere che inspirate (teoricamente ne basta una )possono provocare i tumori polmonari .

Quindi il pericolo era (dal ’91 sono sospese)ovviamente intrinseco nelle lavorazioni degli stabilimenti di produzione e nel caso in cui i manufatti venissero lavorati con sbriciolamenti ed emissioni di polveri , ma finché le fibre sono in matrice di cemento............
Semmai il vero problema potrebbe sorgere se si decidesse di smaltire milioni di mq di manufatti (soprattutto capannoni industriali) per la reperibilità dei siti di smaltimento.

Ho l’impressione che si confondano i detriti di cemento -amianto ( per cui comunque è richiesto uno stoccaggio confinato)con gli scarti di produzioni chimiche o scorie nucleari , ma siamo su piani totalmente diversi .
Non vi sembra di alimentare una sindrome del tutto fuori luogo ?Oppure potete chiarirmi a quale tipologia di rifiuti vi riferite .
grazie