• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di Isegoria

su Vincolo di mandato. Perché ha ragione Grillo


Vedi tutti i commenti di questo articolo

Isegoria Isegoria 25 marzo 2013 18:03

Allora. Cerco di essere ancora più didascalico.

Innanzitutto chiariamo che qui non si sta discutendo di una proposta di Grillo, da trattare quindi con sufficienza, si sta discutendo di una soluzione proposta da filosofi (Kelsen, Marx, Bobbio e tanti tanti altri) e costituzionalisti (Curreri, Esposito, Ferrara e tanti tanti altri).
Detto questo, Paolo continua a considerare la cosa come se io non avessi parlato di modifica dell’art.49. Il partito dovrebbe mediare tra il cittadino Paolo e il Parlamento, non nel senso che Paolo va a votare e poi chisèvistosèvisto per i prossimi 5 anni, ma nel senso che Paolo va a votare e durante i 5 anni ha la concreta possibilità di partecipare alla formazione della maggioranza nel suo partito mediante forme di democrazia diretta.
Nel primo caso (Paolo va a votare e poi ci pensa il partito, cioè una dirigenza) il vincolo di mandato sarebbe un’assurdità, come dice giustamente Paolo, perchè un parlamentare sarebbe vincolato ad una dirigenza chiusa. 
Nel secondo caso invece, in cui si propone il vincolo, stiamo parlando di un partito diverso da quello che conosciamo, che non ha nulla a che fare con la corporazione. Ad esempio pensiamo alla proposta del "parlamento rosso" di Ferrando (pcl), un parlamento parallelo composto dai parlamentari appartenenti alla sinistra (cioè quelli eletti nel parlamento vero), più gli iscritti che vi entrano a rotazione (compreso Paolo, qualora fosse di sinistra). Mettiamo che in questa sinistra sorga il problema dei matrimoni gay. Ci sarebbe quindi una spaccatura. Poniamo ci sia il vincolo di mandato. Cosa si fa? Se ne discute nel parlamento rosso, gli iscritti e la base dicono la loro opinione, possono anche raccogliere firme per indire un referendum interno, Paolo quindi avrebbe molti modi per partecipare, potrebbe persino esser stato sorteggiato nel parlamento rosso. A questo punto i parlamentari eletti nel parlamento vero, dicono la loro e partecipano nel parlamento rosso (che potrebbe persino essere un luogo soltanto virtuale), cercando di far valere la loro posizione. Arriva il grande giorno delle votazioni nel parlamento rosso (o, se richiesto, del referendum interno). Vince la fazione del SI ai matrimoni gay. Quindi la proposta viene presentata al parlamento vero. Quando si dovrà votare nel parlamento vero, la fazione del NO dovrà votare SI o astenersi (non c’entra il discutere, attualmente mica si discute in parlamento!!, si discute nelle commissioni, in parlamento si fanno discorsi, non discussioni, ma comunque ognuno è libero di discutere quando e dove vuole, il vincolo riguarda i VOTI). Perchè? semplicemente perchè i fautori del NO potranno di nuovo presentare il problema all’interno del partito, ridiscuterne e indire nuovi referendum per vincerli, altrimenti se proprio la considerano una frattura incomponibile (più importante dell’anticapitalismo che li unisce) hanno tutta la libertà di staccarsi e fare un’altro partito. Ovviamente questo è solo un esempio che mi è venuto sul momento, si potrebbero trovare mille soluzioni, se si vuole. Questa terribile cappa autoritaria che vincola il povero deputato ha un nome: si chiama democrazia. Democrazia non vuol dire che si ha la libertà di fare che si vuole, ma vuol dire che invece di essere obbligati a fare qualcosa da una minoranza (partito dirigenziale attuale) siamo obbligati a fare qualcosa da una maggioranza (partito che si vorrebbe), con la differenza che ci deve venir data la possibilità concreta di diventare maggioranza all’interno del partito nei momenti in cui siamo in minoranza (il leader dell’opinione dominante non deve avere più visibilità di me ecc...). E’ chiaro che col sistema del vincolo di mandato si possono trovare cose che non vanno, ma i difetti sono minori dell’assenza di vincolo, e i pregi sono maggiori.
Inoltre la "libertà di coscienza" di cui parla Paolo è un po’ una parola vuota. Anche perchè, DE FACTO (e qui tutta la letteratura in merito è concorde), essa non esiste in parlamento, dove il deputato è sempre influenzato dalla grande industria, dalla lobby, dal partito (inteso come lo intende Paolo), per cui la questione non è di scegliere tra deputati liberi e burattinati, ma tra deputati burattinati dall’alto e burattinati dal basso, cioè burattinati da Berlusconi, D’Alema o Grillo o burattinati dall’elettore Paolo (nei limiti degli statuti democratici interni che si auspicano).
Del M5S non me ne frega niente, non sono un sostenitore. E’ chiaro che non hanno la democrazia interna che dicono di avere, ma sono sicuramente meno antidemocratici degli altri partiti (la piattaforma online per gli iscritti è quasi pronta, anche se sarà pilotata da Casaleggio, che detiene i codici). Chiedetevi perchè la proposta di un Bobbio deve arrivare in tv (dove viene vergognosamente falsificata) grazie dal blog di un comico. Forse è questo il problema.

Vedi la discussione






Palmares