Curiosamente lei commenta il mio articolo proprio nel giorno in cui tutti i giornali e i telegiornali rilanciano la tesi della "lobby omosessuale" in Vaticano. Ottimo tempismo.
Lei scrive “considerare che all´interno del clero esista la
componente omosessuale che sia il collage della comunità pastorale è al
quanto irreale”.
Non ho scritto che la componente omo sia il collage della
comunità pastorale. Padre Tadeusz (non io) dice che “Ci sono diocesi dove tutti hanno queste tendenze, dal vescovo
ordinario fino all’inserviente” e aggiunge “sono
cose universalmente note”.
Lei scrive “classificare
la donna come assessuata nella cultura e nel credo cristiano, mio caro autore è
realmente riduttivo” e per dimostralo parla della prostituta che “lava i piedi
al Cristo”. E qui devo darle ragione perché nel linguaggio aramaico del tempo
“lavare i piedi” è una metafora per un atto erotico. Insomma i “piedi” non sono
esattamente... piedi (me l’ha detto un prete cattolico, in caso lei pensasse alla solita bufala). Chieda a un filologo di lingua ebraica. Ma è indiscutibile
che le rare tendenze erotiche presenti nei vangeli apocrifi e - allusivamente -
in quelli canonici, sono poi diventate “allegorie” per parlare d’altro (vedi il
Cantico dei Cantici).
Insomma, la sessualità non è tanto fare “opere di carità e
misericordia” quanto incontro “sessuale”, genitale, corporale, fisiologico - ma
devo proprio dirlo chiaro ? - fra un uomo e una donna. Cosa di cui, nelle sue
parole, non c’è traccia (il che mi conferma che quello che ho scritto non è
così campato in aria).
Poi scrive che ai cristiani è “chiesto di cercare di operare
come possiamo il bene a noi stessi e al prossimo”. Personalmente non ho bisogno
che me lo chieda nessuno. Cerco di operare per il bene mio ed altrui (anche se
a lei non sembrerà) perché spontaneamente mi viene di fare così: forse perché
l’essere umano non nasce affatto macchiato dalla colpa di Adamo come si ostina
a dire il cristianesimo, ma naturalmente portato alla socializzazione (come
diceva Marx). Per i cristiani deve essere più difficile, visto che hanno bisogno che glielo dica qualcuno.
Poi, dopo il prevedibile blablabla sul sacrificio, mi accusa di tirare “delle somme
così grossolane, dicendo che tutti i sacerdoti sono omosessuali e che la
cristianità è nata da una realtà del genere” arrivando ad uno sdegnato “ma lei
da i numeri ????...”.
Ripeto che non direi di aver scritto che tutti i sacerdoti
sono omosessuali (casomai l’ha detto padre Tadeusz che è un sacerdote e conosce
bene l’ambiente, io mi guardo bene dal frequentarlo); io ho solo scritto, molto più modestamente, che
immaginavo “una qualche tendenza omosessuale” all’interno della Chiesa.
Né ho scritto che la cristianità nasca da una “realtà del
genere”, se con questo lei intende che sarebbe nata da un ambiente omosessuale.
Io ho scritto una cosa diversa e cioè che il cristianesimo è una cultura
“fondalmente omosessuale in quanto predilige il rapporto fra uguali piuttosto
che il rapporto fra diversi”. E ho motivato il mio pensiero che, peraltro, non
è poi così scandalosamente originale. Per il cristianesimo l’immagine ideale di
donna è una vergine; si chiama desessualizzazione della femminilità, non saprei
come altro chiamarla. E se la donna ideale non ha sessualità, il rapporto sessuale
è fra un uomo e chi ? Manca il ‘diverso’ che è la donna per l’uomo, tanto
quanto l’uomo lo è per la donna.
Perché poi la castità sia un dono e una bella notte di sesso
sia perversione non lo capirò mai. Ma non si affanni a rispondermi, ne faccio volentieri a
meno.