• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di Piero Tucceri

su La critica alla cultura di massa della Scuola di Francoforte


Vedi tutti i commenti di questo articolo

Piero Tucceri 11 settembre 2012 11:16

Negli anni attorno al 1968, molti giovani di allora, guidati da maetri o da presunti tali, si buttarono supinamente sulla nozione che la scienza fosse equivalente all’ideologia, che la razionalità scientifica si immedesimassa con l’irrazionale logica del capitalismo e che il progresso tecnologico fosse uno degli strumenti della forza produttiva del capitale contro il lavoro. Dal versante opposto, dopo mezzo secolo di cultura idealista, si erano costituiti gruppi di studiosi di logica e di filosofia della scienza rifacentisi all’empiriocriticismo, alla filosofia analitica e al neopositivismo, che ripetevano l’antimetafisica di Avenarius, di Wittgenstein e del Circolo di Vienna per i quali la realtà si riduceva a quella empirica. In quegli anni quasi tutti gli intellettuali erano materialisti, rivoluzionari ecc. La maggioranza ribadiva, con diversi toni, che la scienza avrebbe risolto i problemi pratici dell’uomo e, per la sua portata di conoscenza, avrebbe liberato l’umanità dai pregiudizi e dalle credenze irrazionali. Non veniva infatti a caso l’attenzione del marxismo per la scienza. Non a caso, Darwin sedeva fra Marx ed Engels nell’empireo dei Padri. Lo stesso Lenin, in "Materialismo ed empiriocriticismo", non dissentiva da questa linea e, nonostante il "materialismo dialettico" russo, che stabiliva un confine fra scienza proletaria e scienza borghese, il materialismo storico nella sostanza era scientista. Poi arrivarono Marcuse e la Scuola di Francoforte che ricusarono in toto la società industriale e la sua portata alienante, fondata sulla scienza e sulla tecnica, oppressori e sfruttatori della società operaia. Col senno del poi, bisogna riconoscere che costoro avevano ragione. Lo stiamo verificando direttamente. D’altronde, "Il fondamentale paradosso della nostra esistenza - scriveva Karl Jaspers, in ’Origine e senso della Storia, 1965 - , il poter vivere al di sopra e al di là del mondo soltanto nel mondo, si ripete nella coscienza storica che si eleva al di sopra della storia. Non si può aggirare il mondo, bisogna attraversarlo, non si può aggirare la storia, bisogna attraversarla". Grazie per lo stimolante argomento.


Vedi la discussione






Palmares