Consiglierei ai piccoli personaggi che commentano un articolo perlomeno
di lasciare un nome, invece di nascondersi dietro l’anonimato.
L’Articolo rivela qualcosa di cui il nostro paese è malato, e trascende
di molto la (vera o presunta) omofobia della chiesa. E’ il chiudere in
una gabbia la diversità facendone uno spettacolo clownesco, una specie
di mascotte da accarezzare quando fa la brava e torturare se invece non
sta buona e zitta a farsi guardare. Accade con le donne (diverse in un
mondo di uomini), con gli omosessuali (diversi in un mondo di etero) e
con gli intellettuali (diversi in un mondo la cui avanguardia è quella
del grande fratello). Allora succede che alcuni continuino ad essere
umani, senza aver quindi alcun bisogno di mascherare questioni che
contano ben poco, mentre altri, come Busi, ma anche come Paone e altri,
mettono un prezzo ad ogni atomo della propria esistenza sguazzando nel
grottesco, diventando macchiette della propria condizione, per abituarsi
al cantuccio dello stereotipo e quindi avere la vita comoda del buffone
di corte (finché accarezzati e non torturati a morte).
Così gli uomini piccoli di cui si possono notare alcuni ispirati commenti possono schiacciare a suon di slogan ripetuti alla noia chiunque tenti di ricordare che nessuna condizione può essere portata allo stereotipo in maniera tale da distruggere ciò che di eminentemente umano c’è in ognuno. Buon articolo, pessimi commenti (alcuni).