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Commento di

su Kebab? Ecco la composizione della carne


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9 febbraio 2012 09:12

Vorrei sottolineare alcune frasi che mi hanno lasciato perplesso nella parte riassuntiva della ricerca:


  • più del 50% dei Doner Kebab contiene carne diversa da pollo o vitello, la maggioranza dei kebab sono un miscuglio di carni diverse, tra cui quella di pecora e di maiale;

Io ho mangiato un kebab nostrano, fatto essenzialmente di pollo, e ho rimpianto le buone vecchie care cotolette. Che si usi carne di pecora è così grave? Esistono intere regioni del mondo in cui consumare montone o pecora è normalissimo. Che avete contro la carne di pecora, è un ovino come gli altri. Il maiale per noi non musulmani è assolutamente sdoganato, quindi non capisco lo scandalo che ne creerebbe l’aggiunta. Questo per sottolineare come certi passaggi veicolino percezioni sgradevoli su dati in realtà neutri. Ma dove sta scritto che il kebab debba essere fatto di pollo e vitello?

  • a parte nei kebab realizzati con un’amalgama di carni di vitello, pollo, tacchino, pecora, maiale, in circa il 9% dei casi non si è potuta individuare con chiarezza la natura della carne utilizzata nel processo di triturazione

Detto così suona inquietante assai, chissà che c’è dentro. A leggerlo, per percezione soggettiva, sembra che quel 9% sia altro rispetto a vitello, pollo, tacchino, pecora, maiale. Razionalmente, invece, se non si è individuata con chiarezza la natura della carne, può essere tranquillamente anche pollo, vitello, tacchino, pecora, maiale. Se non si sa cosa sia, non si può dedurre che sia qualcosa di diverso da quanto elencato.

Per quanto mi riguarda, ogni volta che mangio qualcosa prodotto con processi industriali (dai succhi di frutta all’hamburger di mcdonalds) sono perfettamente consapevole che è a mio rischio e pericolo, perché di certo conterrà qualcosa di diverso dal cibo fatto in casa o comunque non controllabile. Può andare bene quanto male, è un po’ a fortuna. Aggiungerei alla lista sospetta anche il cibo del ristorante, chissà con che frequenza viene cambiato l’olio per le fritture? E anche cucinando a casa, chissà cosa avranno mangiato i polli d’allevamento, come sarà stato conservato il pesce, nei latticini cosa ci sarà. Fuori dal paradosso, se uno vuole essere certo davvero di ciò che mangia, dovrebbe allevare galline, maiali e mucche, piantare verdure e frutta, e cibarsi di ciò che produce in proprio. Un articolo come quello letto non è altro che una riflessione sulle meraviglie della settorializzazione della produzione, per cui quasi nessuno più si procura il cibo che consuma, ma cartamoneta per acquistarlo.

Vorrei poi sottolineare la somiglianza tra l’italica pizza e la pita. Considerando le dominazioni subite dal sud italia nei secoli, ci sarebbe da ragionare sull’origine di alcuni cibi cosiddetti italici. La pizza cotta nel forno a legna è comunque cancerogena, come il pane, tanto che commissioni europee volevano fissare normative per la cottura. Vi dirò: è cancerogena? Chi se ne frega. E’ buona e se devo mangiare pizza, cosa che non faccio ogni giorno, almeno la voglio buona, altrimenti lascio perdere. Una volta ogni tanto non mi ammazzerà. L’importante è essere consapevoli dei rischi, mangiare in modo sereno e non credere alle balle da spot pubblicitario che cercano di convincerti che le merendine fanno bene, sono un alimento sano per una giusta colazione. Noi italiani abbiamo mangiato per centinaia di anni alimenti cotti alla fiamma del camino, saranno stati poco sani e oggi lo sappiamo con certezza, ma intanto il genere umano non si è estinto per un po’ di fuliggine.

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