Poi aggiungi: "
Inoltre il problema che a me premeva sottolineare era proprio il dare
maggiore importanza alle persecuzioni in quanto avvenute contro una particolare
etnia più che come progetto sistematico di distruzione e annientamento, che non
è cominciato con la questione ebraica..." eccetera.
Quello che richiami è un problema storico enorme. La sistematicità e l’ampiezza dello sterminio
ebraico sono un elemento importante, ma non caratterizzano lo sterminio degli
ebrei. Pare che i belgi in Congo abbiano sterminato un numero addirittura
superiore di indigeni durante la colonizzazione. Quello che caratterizza lo
sterminio ebraico è la sua assoluta inutilità, come ha ricordato Yehoshua
qualche giorno fa (cfr. Repubblica) “siamo morti per niente”.
Se si può parlare di un qualche “utile” (mi scuso per il termine, ma è necessario
per farmi capire) - ad esempio appropriarsi di un territorio, delle risorse
naturali, di ricchezze, di acqua, di qualsiasi cosa o per l’importanza
strategica di quel posto o appropriarsi di mano d’opera per lavoro coatto o per
procreare futuri schiavi, quindi anche donne eccetera eccetera – se si può
parlare di un utile, dicevo, si possono trovare nella storia molti
drammaticissimi avvenimenti, enormi spargimenti di sangue, persecuzioni e
razzismo, ma non c’è niente che possa somigliare alla shoah. Che fu inutile e
addirittura molto costosa perché impegnò decine di migliaia di uomini, interi
convogli ferroviari, risorse economiche ecc., per trasportare persone (magari
vecchi o malati) da un capo all’altro dell’europa... solo per ucciderli appena
arrivati. Il tutto mentre il conflitto già volgeva al peggio e i costi relativi
a questa operazione pesavano molto. A prima vista non sono “gli ebrei”
l’originalità della shoah, ma l’assoluta, incongrua inutilità dell’azione messa
in atto dai nazisti. Se si paragona questo sterminio ai molti altri accaduti
non si fa un favore alle “altre vittime” dando loro la visibilità che meritano,
semplicemente si perde la possibilità di capire l’unicità di questo “fatto”.
Cioè si fa un pessimo lavoro da un punto di vista storico.