Comunque l’Islanda ha utilizzato il "potere dei debitori". Keynes scrisse nel 1919 la famosa opera critica nei confronti delle
riparazioni imposte alla Germania, in una situazione quindi di grande deficit
da parte degli Stati: chi ha il potere non sono i creditori, ma sono i debitori
e quindi il debitore dovrebbe usarlo questo potere. A tal proposito il Dubai
(Emirati Arabi Uniti) nel 2009 si è trovato in una situazione di insolvibilità
ed ha chiesto aiuto ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti). Quest’ultimo che aveva
disapprovato la politica perseguita dal Dubai, ciò nonostante ha garantito quel
debito, si è andati alla rinegoziazione del debito ed alla fine il Dubai ha
pagato una percentuale sostenibile (tra il 50 e il 60% del debito) e non è
successo assolutamente nulla, nessun default ed anzi l’economia poi ha ripreso
a crescere, nonostante la contrazione del 2008. Allora i paesi deficitari (Portogallo,
Italia, Grecia, Spagna -PIGS-) avrebbero dovuto organizzare un fronte comune e
presentare un programma di crescita e di espansione dell’economia, pretendendo
di avere quell’aiuto che una vera organizzazione, come l’Europa unita, avrebbe
dovuto dare a questi paesi, invece si è scelto di negoziare singolarmente con i
paesi ricchi ed è una via d’uscita che chiaramente non funziona. Insomma la
metafora della cicala e della formica (di stampo rigorista e protestante)
finisce per annientare i debitori e quindi risulta unicamente punitiva. Invece
la metafora keynesiana della forza dei debitori si rivela riconciliativa e
recupera alla possibile crescita i debitori (sottraendoli dall’eventuale
annientamento)! L’insolvenza (totale o parziale) è disonorevole e però è da
preferire al suicidio o comunque all’agonia (e la Grecia per non aver ricevuto
nel 2010 i richiesti 9 miliardi di euro in aiuto -un’inezia rispetto ai
cospicui PIL dei Paesi benestanti- sta tracollando)! Leggere tra l’altro Il mancato uso
del potere dei debitori e la moneta-debito e Tornare alla
moneta sovrana e spendere finalmente per i cittadini