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Commento di Davide Falcioni

su Chiude Liberazione: colpa dei "compagni" o dei tagli all'editoria?


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Davide Falcioni Davide Falcioni 31 dicembre 2011 16:25

Ha deciso lei di impiegare questo spazio per fare ironia sul sottoscritto. Poteva fare qualche critica sul merito della questione anziché consigliarmi di andare a fare il contadino. Non credo che interessi a nessun lettore la mia prospettiva professionale.

Visto che lei mi accusa di essere in "profondo conflitto di interessi" (questa poi è buffa: da quando simpatizzare per un partito politico è vietato?), le incollo di seguito quello che ho scritto sulla bacheca di paolo ferrero mercoledì alle 15 e 05 (così potrà verificare personalmente come la penso IO in merito):

riguardo Liberazione: perché non spiegare chiaramente che 30 giornalisti sono troppi? Chi li ha assunti? Perché sono così sproporzionati rispetto alla mole di lavoro quotidiana? Cosa facevano in redazione 30 redattori? Se il sistema clientelare, le assunzioni facili, l’uso del partito come "ufficio di collocamento" non vengono scardinati è inutile piangere per la chiusura del giornale. Oltre ai tagli all’editoria ci sono anche altre responsabilità. E’ bene che emergano e che si sia trasparenti.

Per questo commento, sono stato bombardato di email da alcuni redattori di Liberazione. Una è la seguente:

"Scusa Falcioni mi hanno girato il tuo post che ci accusa di non so che cosa... dunque c’è gente come me che è arriva a liberazione 15 anni fa già con il tesserino da giornalista in tasca e con una esperienza in quotidiani come Paese Sera e IL Messaggero. arrivati in redazione come volontari e quindi lavoro nero per molti noi, poi contratto ai minimi sindacali, come sempre... dei 30 che tu dici due sono direttore e vicedirettore, altri 13 già a in cassintegrazione e fuori dal giornale da quasi due anni. i superstiti in solidarietà al 50% e di questi tre al sito, abbiamo fatto dalle 32 alle 24 pagine, inserti e speciali compresi, a testa bassa senza rubare niente a nessuno. non ho capito francamente a cosa e chi ti riferisci? Pensa che al libro paga di Liberazione ci sono passati un sacco di funzionari del partito che non hanno mai messo piede a Liberazione, mentre noi a testa bassa a lavorare. Vorrei davvero capire da dove arriva questo tuo astio denigratore".

Come vede nessun conflitto di interesse. Nell’intervista ad Antonini ho posto delle domande. La prima dice testualmente "è vero anche che un governo che taglia ovunque non poteva risparmiare proprio voi"; La penultima: "non credi che comunque una parte della responsabilità sia anche del giornale e di chi l’ha diretto? All’epoca di Sansonetti si maturò un debito di tre milioni di euro, parzialmente ripianato dal nuovo direttore (Dino Greco)". 

Riguardo il messaggio inviato a Grillo da un giornalista di Liberazione: gliel’ho inoltrato perché evidentemente non è vero quello che lei ha scritto. 2000 euro al mese per 14 mensilità. 

Riguardo il Fatto Quotidiano: ha ragione, ha molti lettori e molti abbonati e si regge da solo, senza contributi. E’ un giornale che mi piace, ma non lo considero l’unico buon esempio di giornalismo presente in Italia. Sapesse quante inchieste coraggiosissime sono state fatte da freelance indipendenti, senza testate alle spalle e molto spesso gratis... lei li chiama dilettanti.


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