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Commento di

su Editoriale di Travaglio sul carcere: la mia indignazione ed il mio disgusto


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22 dicembre 2011 16:55

Sig. Geri, non mi pare che Damiano Aliprandi abbia criminalizzato chi non la pensa come lui. Ha, semplicemente, contestato una modalità di pensiero che non fa altro che dividere i buoni dai cattivi. Cosa che è, ovviamente, stupida e altrochè banale, perchè tutti sappiamo che la categorizzazione BUONI e CATTIVI non esiste.
Secondo punto: una società può essere considerata evoluta, sulla base della situazione delle sue carceri e del suo sistema penitenziario. In Italia il carcere uccide. Mi sembra un’involuzione, più che un’evoluzione, no?
Dal mio punto di vista, considero il carcere come un’istituzione stupida, che oltre a dividere nettamente i buoni dai cattivi, etichettando i cattivi in maniera indelebile, non ottempera al suo dovere costituzionale. Ovvero la riabilitazione. Le statistiche parlano (non io): la maggior parte delle persone che escono dai carceri stanno peggio di prima, non hanno appigli sociali, facilmente tornano a delinquere. Tutto questo perchè il carcere semplicemente rinchiude, ma non lavora su dimensioni quali la reintegrazione del tessuto sociale, il lavoro ecc ecc. Infatti vengono di anno in anno aumentate le spese a favore dei secondini e diminuite quelle a favore degli educatori e psicologi.
E un giornalista che fa leva sulla pancia dei suoi lettori e non sulla loro testa. Siccome il tema è già facilmente "ideologizzabile" (insomma carcerati brutti e cattivi) è ovvio che, soprattutto da parte di chi ha un così largo consenso come lui, il tema dovrebbe essere trattato con le dovute precauzioni. Anche e soprattutto perchè stiamo parlando di persone e non di bestie.

Termino come Vik, credo che riguardo al carcere ne abbiamo tutti bisogno

-Restiamo Umani-

Furetta Idealista


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