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Commento di Laura Meloni

su Hanno assassinato Gheddafi


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Laura Meloni 22 ottobre 2011 10:24

Ripeto. Può darsi che lei abbia ragione, può darsi di no. Ricordiamoci che la guerra in LIbia non è partita proprio dal popolo come in altri Stati, ma è stata fomentata dalle potenze occidentali per i soliti motivi che non penso ci sia bisogno di citare. Riporto qui un pezzo di un articolo di Massimo Fini, giornalista che apprezzo molto e profondo conoscitore dei meccanismi internazionali, che spiega bene il mio pensiero e quello che davvero anche io ritengo sia successo (ovviamente non oso nemmeno paragonarmi a Fini):
<<Di tutte le aggressioni perpetrate dalle Democrazie dopo il crollo del contraltare sovietico quella alla Libia è la più sconcertante. Per anni Gheddafi aveva trafficato col terrorismo, ma da quando la Libia aveva pagato un enorme risarcimento per le 700 vittime dell’attentato di Lockerbie, il Colonnello era tornato a pieno titolo nell’arengo della rispettabilità internazionale. Paesi europei facevano lucrosi affari con la Libia (non olet) e il leader libico era ricevuto con tutti gli onori dai Premier anche se nessuno è arrivato alle vergognose manifestazioni di soccombismo di Berlusconi. Poi qualcuno, improvvisamente, ha deciso che Gheddafi doveva essere eliminato. ’Agent provocateur’ francesi e britannici furono inviati in cirenaica per fomentar la rivolta. Quando è scoppiata Gheddafi ha cercato di reprimerla. Si disse allora che sparava sui civili. Ma una rivolta, un’insurrezione, è fatta, per definizione, da civili, altrimenti porta un altro nome, si chiama golpe militare. Si varò una risoluzione Onu che, si disse, doveva imporre una ’no fly zone’ per impedire a Gheddafi di sfruttare la propria superiorità aerea. Anche se violava il principio di diritto internazionale della non ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano, peraltro già buttato a mare con la Serbia, la cosa ci poteva anche stare per rendere meno sperequati i rapporti di forza fra le fazioni. Ma subito si capì che le Democrazie non volevano affatto difendere i civili libici, ma semplicemente abbattere il regime di Gheddafi bombardando con gli aerei Nato anche le sue forze terrestri, i suoi comandi e la popolazione che gli era rimasta fedele. A causa dell’intervento Nato non sapremo mai quale era la reale consistenza della rivolta. Sappiamo però che il dittatore non era così isolato come oggi si vuol far credere. Come scrive Sergio Romano sul Corriere (24/8) il suo nazionalismo, l’antiamericanismo, il no al radicalismo religioso avevano l’approvazione di una parte consistente del popolo libico. Inoltre le grandi risorse del sottosuolo gli avevano consentito di creare nuovi ceti sociali benestanti. Se fosse altrimenti non si capirebbe la strenua resistenza che i gheddafiani, pur in totale inferiorità militare, stanno opponendo alla Nato. Il ministro Frattini ha dichiarato che "Se Gheddafi continuerà ad incitare alla guerra civile sarà tenuto come unico responsabile del bagno di sangue" (peraltro già avvenuto: 20 mila morti)>>.
Questo ad agosto. Gheddafi è stato preso ad ottobre. Spero davvero con tutto il cuore che ora i libici possano conoscere un futuro migliore. Un’ultima cosa: il mio articolo era partito, ed è per questo che ho avuto bisogno di scrivere, dal fatto che a me quel corpo straziato ha provocato una razione orribile, mi ha provocato una pena infinita, nonostante non si trattasse certamente di Gandhi. Forse sono io troppo suggestionabile.


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