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Commento di Pietro Orsatti

su Di Pietro/Napolitano: come distogliere l'attenzione dall'accordo Letta-Veltroni


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Pietro Orsatti Pietro Orsatti 29 gennaio 2009 19:21

Voglio specificare un po’ di cose.
1. la prima è che non sono un sostenitore di Di Pietro e tantomeno di Beppe Grillo e che ero a Piazza Farnese per fare il mio lavoro da cronista. Tanto per intenderci sto seguendo con attenzione lo scontro fra Salvatore Borsellino (presente alla manifestazione che era stata convocata dall’Associazione familiari delle vittime di mafia) e Nicola Mancino, vice presidente del Csm e ministro degli interni all’epoca della strage di via D’Amelio. Ero lì per quello. E quindi ho avuto la possibilità di ascoltare direttamente il discorso di Di Pietro, che comunque potete trovare ormai su decine di siti in video e audio in versione integrale.
2. Quando ho letto le prime agenzie, tornato in redazione, sull’attacco di Di Pietro a Napolitano ho pensato di essermi distratto, perché non lo avevo sentito dire quello che secondo tutti aveva detto.
3. Ho riascoltato l’intervento cercando il nesso.
4. Il nesso lo si ottiene solo attraverso una forzatura (se non una manipolazione). Di Pietro si rivolge a Napolitano in apertura di intervento appellandosi a lui sulla questione "libertà di espressione" dopo che aveva appreso che era stato fatto chiudere uno striscione di un gruppo di grillini con la scritta "napolitando dorme, il popolo insorge". C’è l’accenno critico sul mancato blocco del lodo Alafno, poi Di Pietro cambia discorso e attacca non Napolitano, ma Berlusconi, Dell’Utri e Alfano (sulla relazione semestrale al parlamento), la stampa e la televisione e l’opinione pubblica (da qui "il silenzio")
5. la frase «il silenzio è mafioso» è stata pronunciata in relazione a questo passaggio dell’intervento. Estrapolarla e riallacciarla (come hanno fatto tutti i media che si sono accodati al flusso delle agenzie di stampa) all’attacco è una forzatura.
6. Di Pietro sarà pure "inelegante" e "irrituale", ma con il suo passato di poliziotto e magistrato ha piena consapevolezza di quello che è il reato di "vilipendio".
7. verificando il flusso delle agenzie, seguendone la cronologia, ho trovato (come lo ha trovato anche un redattore de La Repubblica che però lo ha spalmato nel pezzo) l’intervento di Capezzone. Capezzone è un abile ufficio stampa, già direttore dell’agenzia Il Velino, e soprattutto è il portavoce di FORZA ITALIA.
8. Che la notizia del giorno fosse l’accordo Letta Veltroni sulla legge elettorale lo sanno anche i sassi. Guarda caso la notizia, sommersa dalla polemica su Di Pietro, è praticamente scomparsa.
9. E’ un fatto che gran parte della stampa nazionale (e le televisioni) siano ripartite (anche se in maniera sbilanciata) fra l’aria di influenza del Pdl o del Pd. Repubblica e Corriere compresi.
10. Non era mia intenzione difendere Di Pietro. Da quello che vedo sa farlo benissimo da solo. Ho solo riportato un caso (eclatante) di manipolazione dell’informazione. Manipolazione che ormai è diventata esercizio quotidiano in questo nostro Paese ex Bel.




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