GLI IGNORANTI COME MELUZZI NON CONOSCONO IL TRATTATO DI ROMA IN BASE AL QUALE RATZINGER E’ STATO DENUNCIATO PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA’? SE LO VADA A LEGGERE.
Per quanto riguarda la “gravità” della violenza,
si deve tener presente che l’abuso sessuale esercitato
su bambini e adolescenti da un sacerdote, sia esso stato
commesso con violenza compulsiva o assoluta, provoca
gravissime compromissioni della salute psichica e fisica
delle vittime. Molte volte esse restano gravemente traumatizzate
per anni e decenni e lo sviluppo della loro
personalità viene gravemente compromesso, spesso
per tutta la vita. Gli abusi sessuali commessi su bambini
sono come un assassinio dell’anima. Costituiscono allo
stesso tempo un attacco alla dignità umana e una grave
umiliazione ai sensi dell’Explanatory Memorandum
della Corte Penale Internazionale.
Con l’entrata in vigore dello Statuto di Roma della
Corte Penale Internazionale in data 1.7.2002 vi è stata
una svolta culturale. Sono finiti i tempi in cui i crimini
di massa con motivazioni politiche o ideologiche restavano
impuniti, dato che non potevano essere perseguiti
con le solite fattispecie di reati di omicidio, privazione
della libertà e coercizione. I crimini contro l’umanità
definiti nello Statuto di Roma non riguardano soltanto
gli attacchi in massa e la responsabilità penale dei capi
in carica, ma è stata ampliata anche la gamma dei beni
giuridici protetti: nell’art. 7, par. 1k vengono dichiarati
perseguibili “gli atti inumani di analogo carattere diretti
a provocare intenzionalmente grandi sofferenze o gravi
danni … alla salute mentale, premesso che questi danni
siano gravi per esempio come lo stupro, la riduzione
in schiavitù o la deportazione. Di conseguenza viene
inclusa anche la violenza psichica che può provocare
danni alla salute. Molte violenze abituali che sono state
accettate in questo mondo perché “è sempre stato
così”, nell’ambito dello Statuto di Roma diventano ora
rilevanti anche sotto l’aspetto penale.
La Chiesa, in pratica, pretende che ciò che negli stati moderni è considerato un reato penale, la pedofilia, quando commesso dai propri preti (pagati da noi cittadini per indottrinarci) sia invece giudicato, secondo le loro idee schizofreniche, un peccatuccio da sagrestia da amministrare all’interno della corporazione ekklesiastica. E siccome tale reato è paragonabile per gravità - nel mondo democratico contemporaneo - allo spaccio di droga, al commercio delle armi o ai reati finanziari, la pericolosità del sofisma pretesco indurrebbe a concludere che le gerarchie vaticane sono immuni da qualsiasi legge dello stato nel quale operano. Quantomeno, allora, se ne tornino tutti nella loro maledetta Città Santa e rinuncino ai finanziamenti statali. Chi pretende i soldi e gli stipendi per i propri dipendenti da una nazione repubblicana deve quantomeno rispettarne le leggi civili e giudiziarie, visto che quelle divine non lo sfiorano neppure un po’.
La presunzione di stupidità da parte dei monsignori e di MELUZZI nei nostri confronti consiste nel fatto che le gerarchie della Santa Sede vorrebbero darci ad intendere che la pedofilia sia un puro e semplice peccato e non un reato gravissimo, punito con giusta ed estrema severità dall’ordinamento legislativo internazionale. Secondo questa tesi balorda, i chierici che si fossero macchiati di simili abusi criminosi non dovrebbero essere giudicati da una giuria popolare, durante un dibattimento prima penale e poi civile, ma semplicemente da un dicastero canonico nell’ambito delle segrete stanze ekklesiastiche.
DENUNCIA INTERNAZIONALE PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ A CARICO DI BENEDETTO XVI
- All’attenzione
- del Procuratore Capo
- della Corte Penale Internazionale
- Dr. Luis Moreno Ocampo
- Maanweg, 174
- NL-2516 AB L’Aia
- 14 febbraio 2011
- Denuncia penale
- contro
- Dr. Joseph Ratzinger,
- papa della chiesa cattolica romana
- per
- crimini contro l’umanità
- in base all’art. 7 dello Statuto di Roma della CPI (CORTE PENALE INTERNAZIONALE)
DEL RESTO LO STESSO VANGELO EKKLESIASTICO AFFERMA SENZA OMBRA DI DUBBIO:
“Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, s
arebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino,
e fosse gettato negli abissi del mare”. (Matteo, XVIII, 6).