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Commento di Fabrizio Cinti

su Lettera a Beppe Grillo


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Fabrizio Cinti 21 settembre 2008 00:06

Se hai dedotto "culto della personalità" in ciò che ho scritto, allora devo chiarire meglio cosa ho scritto in quel commento. Credo di essere piuttosto privo di culti, in generale, ed anche se lo stimo ed apprezzo, non mi riconosco affatto come adoratore di Beppe, né di chiunque altro.
Mi spiace avere probabilmente ecceduto nei toni, e come ho detto non intendevo offendere nessuno, e non mi pareva di averla buttata sul personale. In fondo non so neppure chi sei, e ti chiedo scusa.

Su una cosa siamo d’accordo: i media mainstream riconducono tutto ciò che è "esterno" alle loro buffonate a Beppe Grillo.
Del resto, è un "nemico" più facilmente identificabile che "il popolo della rete", o cose del genere; dal momento che di "Grillo" (cioè ciò che è esterno) i grossi media ne parlano quasi solo con termini da campagna elettorale, e ci sono motivi precisi per questo.

Ed è vero che la sua "ombra" può essere ingombrante, abbastanza da oscurare le altre voci.
Ma non è "lui", il problema. Sono "loro", i media mainstream, a usarlo così.
Chiedere a Beppe di farsi da parte, non porterebbe più luce a nessun altro, poiché verrebbe semplicemente ignorato dai suddetti media. Per motivi esclusivamente economici e politici.
Tanto per dire, ogni italiano che sta su internet, è uno spettatore perso dalla "cricca" delle televisioni, e toglie valore ai loro spazi pubblicitari (non meraviglia che l’infame "dottrina sarkozy" qui da noi potrà trovare tanti candidi estimatori).

Anche se Beppe si fa da parte, credi davvero che questo possa dare spazio a qualcun altro? In un sistema mediatico sano, forse sì. Nel sistema italiano, certamente no. Anzi sarebbe opportuno che riuscisse qualcun altro a dare le "spallate" che ha dato Beppe col V-day. Ci vorrebbe davvero qualcun altro che ne fosse in grado. Perché finché rimane "solo" Beppe, è solo uno. E chiunque, da solo, non può combinare nulla.

E questo dovrebbe spiegare il perché della conclusione a cui ero giunto: occorrono -anzi urgono- ALTRE persone capaci di dare spallate molto forti, Beppe o non Beppe.
Di gente brava ad informare ce n’è (sempre troppo pochi, per carità); ma visto il marciume in cui ci hanno ormai seppelliti da tanti anni, ciò che urge sono energie ben differenti rispetto a "scusa Beppe fatti da parte").

E purtroppo, in un paese dove anche commenti come questo possono essere "stampa clandestina", dove hanno ucciso la satira, dove i giornalisti devono stare ben attenti a ciò che scrivono per evitare costose denunce... come si può tirare spallate attraverso le sole parole?


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