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Commento di

su Il nucleare a Presadiretta


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21 settembre 2010 20:16

Ho scritto il post dove ipotizzavo che un’indagine a più ampio raggio sulle conseguenze sulla salute per chi abita nei pressi di una qualsiasi centrale elettrica (a prescindere dalla tecnologia di produzione) potrebbe dare maggiore forza e valutabilità critica alle indagini epidemiologiche che mirano solo in una determinata direzione.

Per dire, abito a meno di dieci chilometri da una centrale che va a carbone e nafta densa, e qui le problematiche puntano più alle conseguenze tumorali ai polmoni, e poco o nulla alla leucemia; quindi nessuna ricerca comparata sull’incidenza di quest’ultima patologia; a me pare un impoverimento dei risultati di ricerca.

Cos’è che TUTTE le centrali producono, a prescindere dal tipo di energia che utilizzano? Energia elettrica, e quindi campi elettromagnetici. Si sa che questi incidono sulla salute: quanto? Con quali conseguenze patologiche? Lo si accerta, lo si pubblica a livello di singolo impianto, ma non mi pare di aver mai visto uno studio comparato.

Se affermare questa esigenza, e non sposare acriticamente la causa che va per la maggiore in quell’attimo, significa esprimere un orientamento politico, va bene: il mio giudizio sarà viziato da un orientamento politico preconcetto. Ma poi?

Ne so poco più di te, ma per quanto riguarda l’energia eolica e solare, ti dico: sto installando un tetto fotovoltaico da 6 kWp, eccedente alle mie esigenze, per cui quello che posso fare per l’ecologia lo faccio (non sono un francescano: come sai bene, l’investimento nel fotovoltaico dà ottimi rendimenti...).

Ma bisogna anche sapere e accettare che per quanto fotovoltaico e eolico si riuscisse a installare, non riuscirebbero mai a coprire le esigenze di energia industriali: quindi, o si riconverte l’industria costringendola a consumare meno energia, oppure si deve accettare che di centrali ce ne vorranno sempre: semplicemente si dovranno impiantare dove fanno meno danno.

Se non accettiamo una di queste due alternative, non ne usciremo. Quanti sono disposti a rinunciare alla comodità dell’energia elettrica; quanti sono pronti a prendersi responsabilmente carico di una forte limitazione dei suoi consumi?

E quanti sono disposti a fare a meno dei mezzi di locomozione privati? Già, perchè l’inquinamento da traffico non è certo secondo alle centrali nucleari, quanto a pericoli immediati. Quindi...?


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