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Commento di Renzo Riva

su Nucleare: il diritto (opzionale) ad essere informati


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Renzo Riva Renzo Riva 11 settembre 2010 19:03

COMUNICATO STAMPA

Solo inchiodando gli ignoranti alle loro “amenità” si può sconfiggere la disinformazione. Il Cirn rifiuta sterili posizioni aventiniane.

Il Sottosegretario Guido Bertolaso e il Professor Enzo Boschi insorgono contro le idiozie di quei moderni stregoni che trovano cassa di risonanza in certa nostrana stampa incompetente ed ideologizzata, che propala solo talebana disinformazione. La soluzione non è però quella aventiniana dell’oscuramento della corretta informazione istituzionale, ma quella di replicare e controbattere con ogni mezzo questo deprecabile atteggiamento che attraverso la diffusione di notizie false, tendenziosamente spacciate per scienza alternativa o per informazione non allineata tanto danno hanno causato e causano all’Italia.

 

 (Roma 11 settembre 2010 ) - Il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare prende atto con soddisfazione che anche a livello istituzionale comincia ad esserci insofferenza per il modo con cui degli incompetenti ideologizzati, ma con l’etichetta di giornalista, diffondono idiozie spesso anche strumentali in materia di informazione scientifica.

Ci riferiamo alla presa di posizione del Sottosegretario Guido Bertolaso e del Professor Enzo Boschi riguardo alle immaginifiche, ma false, argomentazioni di improvvisati cultori della materia, amplificate da una irresponsabile stampa incompetente ed ideologizzata, che hanno portato ad un tale grado di manipolazione dell’opinione pubblica che persino la Magistratura ne è stata influenzata, con la conseguenza che ha aperto un fascicolo per la mancata previsione del terremoto del 6 aprile 2009 , invece di indagare per verificare se sussistesse l’ipotesi della fattispecie della diffusione di notizie false, tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico oltre che tali da ingenerare ingiustificato allarme nella popolazione, dal momento che l’impossibilità di prevedere i terremoti è un assunto scientifico incontrovertibile. Anche i cosiddetti “segni premonitori” risultano infatti tali solo a posteriori, nel senso che molto spesso vengono riscontrati senza che faccia seguito alcun fenomeno neppure di lieve entità. In altre circostanze i fenomeni catastrofici si verificano senza che si sia verificato nessuno di quei segnali non correttamente definiti premonitori.

Non a caso anche il terremoto del 6 aprile 2009 è stato previsto a posteriori dal momento che l’allarme spurio era stato dato per una diversa località, non per quella dove poi si è effettivamente verificato. È infatti ipotizzabile che i più elevati livelli di radon che sarebbero stati riscontrati fossero dovuti ad effetto strizione (spremitura) nel particolare sito a seguito di un precedente effetto sismico locale, piuttosto che a reali segni di un futuro evento, per giunta in altro sito. Quisquiglie. È il sole che gira intorno alla terra. In base a questa verità di fede Galileo venne condannato.

«La responsabilità pregressa di questo stato di cose - afferma Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare - è anche e soprattutto di noi tecnici, in particolare di quelli che, occupando posizioni “delicate” di rilievo, sono più attenti alle sottigliezze diplomatiche ed agli equilibrismi nelle prese di posizioni in modo da non mettere a repentaglio il loro spesso anche ben remunerato incarico, e per questo evitano dichiarazioni chiare, nette ed inequivocabili. Saranno pure ingegneri o uomini di scienza, ma se serve a salvaguardare la poltrona divengono anche loro sostenitori del “creativo” concetto di convergenza delle rette parallele».

«Per queste ragioni - prosegue il Segretario del Cirn - rifiutiamo l’ipotesi di uno sciopero bianco dell’informazione primaria e, al contrario, fortemente reclamiamo un’azione di contrasto con tutti i mezzi possibili all’informazione spazzatura, al pontificare di maghi e stregoni ai quali in passato abbiamo in senso collettivo lasciato campo libero, non contrastandoli adeguatamente. L’incompetenza degli operatori dell’informazione ha solo reso parossistica questa nostra vigliacca “diplomazia”, ai cui effetti devastanti oggi è difficile porre riparo».

Certo, la quasi totalità dei giornalisti professionisti non ha preparazione tecnica e scientifica, ma certe idiozie che anche in questi giorni leggiamo in cronaca presuppongono una intenzionale confezione da parte di esperti in materia. Si ha l’impressione che vengano confezionate ad arte da persone esperte sia nella materia trattata che in manipolazione dell’informazione in modo da renderle allettanti per ideologizzati incompetenti, disposti ad accettarle acriticamente come verità di fede e farne oggetto, in quanto tali, di evangelizzazione delle masse.

Oggi però vogliamo porre l’enfasi sulla responsabilità dell’informazione primaria a monte e in questo spirito segnaliamo un lancio Ansa (http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/rinnovabili/2010/09/ 08/visualizza_new.html_1785319424.html) in cui le grandezze specifiche e le relative unità di misura sono correttamente citate. Non volevamo crederci. Una imperfezione nello scrivere “Mwp” (megawatt di picco) in luogo di “MWp” perché i simboli che indicano grandezze derivanti da nome proprio (Watt) vanno per convenzione riportati in maiuscolo, anche se la singola grandezza scritta per esteso (watt) ha l’iniziale minuscola. Il cronista che ha commesso l’errore non sarà certo stato ammonito per questo (ammesso che qualcuno in redazione se ne sia accorto), semmai sarà stato licenziato in tronco perché indegno dell’ignoranza generalizzata tra i suoi colleghi che in genere scrivono in materia facendo confusione tra chilowatt e chilowattora. Scusateci, non siamo riusciti a frenarci dalla battuta.

Renzo Riva, Referente Cirn per il Friuli Venezia Giulia, segnala, attraverso comunicazioni interne, una lettera a firma del professor Carlo Cerofolini, pubblicata giorno 7 settembre a pagina 27 del quotidiano “Libero” e un dibattito telematico (http://www.lavoce.info/commenti/281...) a commento di un articolo

http://www.lavoce.info/articoli/-en...

a firma di Giorgio Ragazzi sulla bufala delle fonti di energia cosiddette rinnovabili. Notiamo più volte la firma di Rinaldo Sorgenti, che riteniamo essere il Vicepresidente di Assocarboni, molto attivo nel difficilissimo sforzo di diffondere corretta informazione.

Anche per questi motivi abbiamo proposto e sosteniamo come candidato alla Presidenza della costituenda Agenzia per la Sicurezza Nucleare l’ingegnere Marino Mazzini, Full Professor of Nuclear Safety Department of Mechanical, Nuclear and Production Engineering University of Pisa, che, oltre avere competenza e professionalità notevoli, ha il pregio di “cantarla per le rime” a chi se lo merita. Naturalmente anche lui viene considerato dalla stampa ideologizzata un eretico, almeno da ignorare e passare sotto silenzio visto che la condanna al rogo non può essergli comminata dal momento che la pena di morte è stata abolita e, soprattutto, perché la pratica sarebbe altamente inquinante. E se poi il professor Mazzini, vista la sua attività, fosse anche pericolosamente radioattivo? Meglio allora stargli e tenerlo alla larga.

«Da noi - commenta sarcasticamente l’ingegner Giusto Buroni del Cirn Lombardia - si cerca invece un oncologo da mettere alla testa dell’Agenzia per curare il cancro che “gli esperti” prevedono verrà agli Italiani al solo sentir pronunciare la parola “nucleare”».

Bene, anzi male. Perché male, peggio malissimo? Perché la stampa sanfedista, quella che si comporta come i giudici del Santo Uffizio e che condanna per verità ideologica quanti esprimono opinioni diverse da quelle talebane ecoambientaliste, censura e discrimina, contro ogni regola deontologica e contro i principi stessi di una stampa libera e democratica in presunta difesa dei quali assistiamo a frequenti “imbavagliamenti” di protesta, al contrario non si vergogna di a sua volta sistematicamente imbavagliare gli eretici, quei “cani infedeli” che giudicano le rinnovabili un cancro da estirpare al più presto perché pernicioso per il sistema elettrico e per la sopravvivenza di una sana economia. Avviene pertanto che mentre vengono riprese le frottole di Ermete Realacci che definisce una frottola il benefico influsso sul costo finale del chilowattora ottenibile con la ripartenza del nucleare, passerà sotto silenzio - almeno così ha fatto sino ad oggi - le repliche di chi, come noi, contesta queste affermazioni accreditate dalla stampa ideologizzata.

«Ermete Realacci e quanti riportano la sue dichiarazioni - sostiene l’ingegner Giorgio Prinzi - fingono di ignorare, ma fuori dalla realtà come sono potrebbero ignorarlo davvero, che il cancro delle tanto decantate fonti alternative trova brodo di coltura solo sulle generosissime regalie che gravano in bolletta, tanto che per accaparrarsele si sarebbero in taluni casi, come ipotizzato dalla Magistratura, mossi persino interessi mafiosi e piduisti. Ed ancora, sempre in bolletta paghiamo i costi dell’abortita opzione nucleare, che non avendo prodotto e non avendo come da norma accantonato il capitale necessario ai costi finali, ora grava anch’esso in modo spurio ed aggiuntivo sul costo in bolletta già pesantemente penalizzato dal cancro delle rinnovabili. La responsabilità dei Realacci ed ecoambientalisti vari è gigantesca, ma la stampa ideologizzata che li sostiene finge di non accorgersene. Vergogna! Ma ne saranno capaci?»

Il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare coglie l’occasione per richiamare quanti, come “Fare Ambiente” e il suo Presidente Vincenzo Pepe, assumono posizioni “diplomatiche”, e, fingendo di ignorare che le fonti alternative sono un cancro per il sistema, affermano che esse possono convivere con le altre opzioni, nucleare compresa di cui peraltro si dicono e sembrano convinti sostenitori. Certo, il professor Pepe ha in questo modo sforato il bavaglio della stampa ideologizzata, come avvenuto in un’altra recente occasione in cui ha approvato, sia pure con illusione di portarla su posizioni filonucleare, un’azione di Green Peace presso una piattaforma petrolifera nell’Artico. La nostra coerente posizione, il non strizzare compiacenti l’occhio a Green Peace e a consimilari sodalizi ci relega invece alla morte civile. Certa stampa non ci riprende. Semplicemente ci ignora.

«Caro professor Pepe - puntualizza il Segretario del Cirn
 in questo modo e con questo illusorio approccio “diplomatico” si fa solo il gioco degli ecoambientalisti antinucleari. Le posizioni possibiliste, che non evidenziano il danno che le rinnovabili provocano, traggono in inganno la già manipolata e disorientata opinione pubblica, che è stata turlupinata e crede in esse. Per noi, invece, chiunque si schieri contro la ripartenza del nucleare è un pericoloso demagogo con cui non è assolutamente possibile avere nulla da spartire, neppure come approccio diplomatico, che alla prova dei fatti si traduce in arrendevolezza. Pazienza, continueremo a subire il “democratico” bavaglio impostoci. A Lei complimenti per avere in questo modo avuto spazio in cronaca».


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