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Commento di Paolo Calabrò

su Nucleare: parola di Zichichi


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Paolo Calabrò Paolo Calabrò 12 agosto 2010 12:53

Grazie per l’attenzione. Le centrali nucleari producono complessivamente tra un terzo e un quarto della CO2 prodotta dagli impianti tradizionali: dato coincidente con le stime più ottimistiche (che non tengono conto della dismissione della centrale, del trasporto del combustibile e del confinamento delle scorie), che valutano cifre non inferiori al 20% rispetto al termoelettrico e considerano le emissioni delle due tecnologie assolutamente "paragonabili". Il nucleare è anche in questo senso, come in tutti gli altri, imprevedibile e rischioso: non si riescono a quantificare i tempi né i costi di costruzione, né quelli di smaltimento delle scorie.
Per quanto riguarda l’uranio, esso è presente (come ogni altro elemento chimico) un po’ dappertutto (ma è così per ogni sostanza: anche gas e petrolio sono in tutto il mondo). Il problema non è questo, come giustamente rilevi: il problema è estrarlo in posti dove ce n’è in abbondanza, altrimenti è come cercare l’oro nel giardino di casa. E i produttori di uranio (perché lì sono i giacimenti attualmente noti) sono questi (cifre in percentuale):

Australia 22,5
Kazakistan 13,7
Canada 8,4
Russia 8,4
Sud Africa 8,2
Niger 5,8
Namibia 5,1
Ucraina 3,8
Uzbekistan 2,1

Piacerebbe a tutti comprare solo in Australia e in Canada, ma purtroppo i nostri diretti partner commerciali sono altri.
Ricordo di passaggio che il prezzo dell’uranio è aumentato del 600% in soli 7 anni, dal 2000 al 2007. È così che accade alle risorse scarse: aumenta il prezzo. E a chi si affida alle risorse scarse: aumentano le spese.
Ultime notizie: la Germania non ha semplicemente preso 40 anni di tempo per smentire l’annuncio del 100% rinnovabili entro il 2050. Ha detto anche come farà. E lo ha detto qui.
Un caro saluto


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