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Commento di

su La provvidenza divina difronte alla distruzione del terremoto ad Haiti


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20 gennaio 2010 11:15

Gentile Signore, io riesco a parlare solo di ciò che conosco, non ho la superbia di pontificare su temi che, proprio per essere oltre l’umano, oltre il razionale e il logico, consentono qualsiasi teoria, ammettono ipotesi le più fantasiose e suggestive, ma sempre prive di fondamento, indimostrabili, soggettive e spesso talmente presuntuose da pretendere di costituire quella Verità Assoluta, in nome della quale molti secoli sono stati segnati da orribili stragi, torture, vessazioni e violenze d’ogni genere.
Oltre l’umano non so disquisire, ammetto il mio limite; e lo accetto, ma non lo forzo con la supponenza di chi ritiene che la fede riesca a capire oltre, quasi dileggiando l’intelletto come dote di categoria inferiore.
Quando si tratta di centinaia di migliaia di vittime di catastrofi naturali amplificate dall’incuria umana, dalla violenza con cui si è coltivata scientemente la sottommissione e povertà di intere popolazioni, la formazione morale di un credente cristiano dovrebbe entrare in crisi di fronte ad una divinità troppo distratta, dovrebbe suggerire scelte di campo culturale, politico ed economico dalla parte dei più deboli, dell’umanità schiavizzata ancora nel terzo millennio, almeno secondo le indicazioni dello stesso vangelo che certamente non impone ai cristiani di essere i reggicoda dei potenti.
Insomma, quel che voglio dire è che tragedie come questa si devono scongiurare non tanto con la preghiera - ripeto che la divinità spesso è disattenta - o con la fede, quanto con la lotta alla miseria, all’incultura, alla sopraffazione, costruendo abitazioni sicure, garantendo la fruizione e i benefici delle risorse che ogni popolo possiede, scegliendo di essere governati da chi a questi progetti è sensibile, da chi vuol bene davvero all’umanità e non rimanda ad un improbabile aldilà il pareggio dei conti tra forti e deboli.
La vita è una sola per tutti, di questo siamo certi. Del resto si può inconcludentemente affabulare per secoli (lo si è fatto) e se la soluzione non c’è vuol dire che non è un problema.

Cordialità.


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