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Commento di illupodeicieli.leonardo.it

su Giornalismo. Inseguiamo le lancette


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illupodeicieli.leonardo.it 30 settembre 2009 16:27

E’ anche vero che vengono considerate notizie i titoli degli articoli, i commenti, i titoli che vengono letti nei tg o nei giornali radio: pochi hanno in realtà voglia di leggere o approfondire,se non quello che gli interessa:esempio le leggi economiche, se domani piove, una pubblicità particolare che ci ha preso. Diverso è l’aspetto che è stato evidenziato e riguarda il rapporto con i lettori:certo che se è di quelli alla Aldo Forbice che ti frena e ti toglie l’audio o di altri che pur ricevendo le email o le lettere non le pubblicano, siamo lontani da chi cerca la verità, da chi vuole un confronto.C’è poi da considerare se le notizie devono o possono "portare a qualcosa" se cioè si tratta di "riferire solo ciò che succede" , se c’è solo la funzione di informare "come fanno i comuni con l’albo pretorio", oppure se oltre a questo c’è anche una funzione propositiva: in questo caso occorre tenere presente che a parole nessuno vuole un Guru o un maestro da seguire passivamente, ma poi in tanti seguono e si fidano ciecamente fino a idolatrare il giornalista X o Y. Ed è altrettanto vero che chi riconosce l’informazione basilare o vitale, non dovrebbe far pagare l’accesso alle notizie, cosa fatta da Blondet (o effedieffe) e anche da Massimo Fini.Da ricordare che diversi giornali oltre ad avere una versione online dei quotidiani o dei settimanali, forniscono alcune notizie solo in abbonamento. Faccio presente che talvolta briciole di queste arrivano ai portali,come Libero, alle agenzie tipo Ansa, fino ai blog, ma si tratta di frasi che ,private del contesto e dei periodi precedenti o successivi, hanno più l’effetto che raggiunge chi legge i titoli dei giornali e pensa di aver letto tutto il quotidiano e di essere aggiornato. A monte c’è anche la considerazione se sia giusto salvare o meno i quotidiani, domanda che da ex commerciante affianco a questa domanda ossia se sia giusto salvare i negozi che sono schiacciati dalla grande distribuzione e dai centri commerciali. Ritorno nel seminato e dico che se dovessi adoperare lo stesso metro usato per chi sciopera per il posto di lavoro o si lamenta perchè deve chiudere la propria attività, dovrei dire "chi se ne frega! deciderà il mercato e per chi non ci sa stare peggio per lui", ma non è così quando si parla della differenza che passa tra una notizia vera e una falsa quando non sia il primo aprile. E’ stato ricordato l’episodio dell’Iraq, ma appunto il mondo delle news è pieno di casi simili, come il cormorano incatramato o i bambini nell’incubatrice, per restare nell’area del Golfo Persico: per il momento già il fatto di poter scrivere e la possibilità di essere letti, come accade qui su agoravox, è già tanto ma non abbastanza dato che chi non usa il web per informarsi o per verificare, resta fuori e deve solo sperare che alcune info vengano riportate da altri media che lui adopera. Chiudo osservando come anni addietro qualcuno disse (lo avranno poi fatto più volte nel corso degli anni) come Elton John (per ragioni sue) di chiudere la rete: altri sanno o sostengono che è dagli Usa che si controlla tutto, che in teoria è sufficiente bloccare o oscurare alcuni server o cose simili (dovete perdonare la mia ignoranza,ma spero mi capiate) per mettere in crisi milioni di persone o intere nazioni (mi pare fosse accaduto in Israele qualcosa del genere o sempre in Medio Oriente): mi chiedo senza voler andare fuori tema, se è stata valutata la cancellazione della rete. 


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