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Commento di Vincenzo Ferrara

su L'informazione italiana sul digitale: una vergogna!


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Vincenzo Ferrara 24 novembre 2008 10:39

Gentile Bernardo. L’argomento che tratta è molto interessante e capace di farsi leggere fino in fondo.
Scrivere su/ con/per il digitale è un’esperienza estrema perché sul web ( per fortuna) scrivono tutti, anche i non patentati dall’ORDINE. Lei nel suo articolo si rivolge ai giornalisti "patentati" e io le racconto un aneddoto: correva l’anno 1998, ero inviato di una rivista culturale che mi sfruttava per raggiungere il famoso numero di articoli valido perché l’ORDINE mi certificasse qaule giornalista patentato. ll servizio da fare era sulla prima de "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa portato in teatro dal grande drammaturgo Elio De Capitani. Si trattava della conferenza stampa di presentazione e ricordo nettamente che poco prima dell’inizio della conferenza nessuno, dico nessuno dei giornalisti delle numerose testate presenti , conosceva la trama dell’arcinoto romanzo. Fui io, collega di serie "C", non patentato, a raccontare loro la trama, poi durante la conferenza io non feci alcuna domanda per timidezza, loro ne fecero in abbondanza mostrando di conoscere benissimo la trama del romanzo e persino gli studi critici più famosi. Faccia lei.
Da quando c’è il web, per necessità, a distanza di 15 anni, mi ritrovo ancora a concorrere per ’l’iscrizione all’albo dei pubblicisti poiché allora mi ero ritratto sdegnato da quell’ignobile gara dello scrivere solo per accumulare PUNTI parlando di cose che non si sanno.
Certo, questo agevola la forma - che forse crocianamente in Italia conta ancora più del contenuto - ma alla luce di ciò non mi meraviglierei più di tanto della congenita ignoranza dei contenuti trattati che affligge il "nostro" corpo informativo. 
Saluti  
 


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