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Commento di poetto

su Stato d'assedio: denunciati Unità e Di Pietro


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poetto 6 settembre 2009 22:21

 La colpa del fatto che lui sia lì, è bene non scordarlo, è tutta nostra.

Abbiamo mandato noi, mi ci metto anche io in quanto italiano, quell’uomo al potere.

La gente crede nelle favole.

L’italiano medio ha bisogno dell’uomo forte, di uno che dica: lasciate fare a me...vedrete che non ve ne pentirete!

Le premesse di quello che poi si sta verificando, e temo sia solo l’inizio, c’erano tutte.

Il mare di chiacchiere del nostro venditore di fumo è riuscito, direi abilmente, a celare, anzi direi meglio a distogliere l’attenzione su altre cose, illudendo, nutrendo di finte speranze i tanti che, fiduciosi in un fulgido futuro migliore, fatto di un milione di posti di lavoro, di case per tutti e chi ne ha più ne metta, che lo hanno votato.

Anche Mussolini era stato seguito, ammirato fino alla fine, pur nell’evidenza di una guerra fallimentare che aveva portato lutto e desolazione, la gente continuava a seguirlo.

Quando si recò a Milano, agli inizi del 45, egli stesso rimase stupito per la calorosa accoglienza riservatagli.

Una caratteristica dell’indole italica è il rapido voltafaccia.

Prima della grande guerra eravamo alleati con gli Austriaci poi, grazie alla nostra “indole” abbiamo iniziato la guerra tirandogli le bombe.

Durante la seconda guerra mondiale, quando fu evidente che la guerra non sarebbe finita presto e, soprattutto, non saremo stati noi, e tanto meno i nostri alleati, a vincerla, il re dimise Mussolini e, poco dopo, cambiò alleato.

Penso che Silvio non debba sottovalutare questo lato oscuro dell’italiano medio.


 


 


 


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