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Commento di Isabeau

su Il giorno in più - Fabio Volo


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Patrizia Dall'Occa Isabeau 18 novembre 2008 22:25

Sai Valerio, io non ho mai sostenuto che per essere dei lettori attenti sia forzatamente necessario leggere romanzi impegnati... e mi piacerebbe anche capire cosa si intende con "impegnato", ma magari riprenderemo l’argomento.

Credo però che il momento della lettura sia qualcosa di particolare, come assaporare un buon vino; il leggere richiede attenzione (seppure io sia la prima a sostenere che quando un libro piace me lo porto ovunque, bus compreso), segna lo stacco con il rumore, con la concretezza del mondo. Il libro ci trasporta altrove, deve essere in grado di farci sognare, di rapirci al punto di farci dimenticare ciò che stavamo facendo.
Un libro è magia che si svela, è un dono di una mente, frutto di impegno, di scelte, di lotte (se sapessi quante volte si buttano via pagine o si perdono proprio quelle idee che erano perfette...).

Fabio Volo non è così lontano da quello che descrivi come intrattenimento volgare o dozzinale. Le espressioni "colorite " che utilizza, le parolacce disseminate qua e là cui nessuno magari fa caso... sono note stonate.
Quando parliamo ci lasciamo trascinare, usiamo un fraseggiare comune, appunto, da conversazione, da chiacchiera. L’immediatezza in un discorso è tutto.

Ma quando si scrive, si ha tempo per riflettere, tempo per decidere, tempo da dedicare alle persone cui quel libro è destinato. Stessa cosa si fa per gli articoli, per le lettere. Più ci si dedica, più chi legge saprà apprezzare. Se io ti scivessi usando insulti o non ponderando le parole sarei "rumorosa", pur volendo trasmettere un messaggio positivo, creerei un muro.

Il bello del libro è quello di poter raggiungere chiunque. Tante persone cercano di condividere esperienze attraverso la scrittura, passano giorni cercando la strada più indicata. Si appassionano al messaggio originando piccoli capolavori. E non bisogna certo ricorrere a parole o concetti fuori dal mondo. Un linguaggio semplice a volte comunica molto di più che i paroloni di un trattato. Ma... ma semplice non è scurrile, non è descrivere un atto nudo e crudo. Semplice è trasmettere serenamente un pensiero in grado di toccare la mente di chiunque.

Un abbraccio
Isabeau


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