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Commento di Francesco Raiola

su Dov'è la musica indie?


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Francesco Raiola Francesco Raiola 18 novembre 2008 15:08

Beh insomma sul termine indie si discute tanto, quello che ho inteso con indie, io e solo io, l’ho scritto nel pezzo, tra le parentesi. Che col termine indie si tenda a generalizzare e ad associarlo al rock, è vero, ma è una tendenza e il fatto "che nella lingua parlata, e nel linguaggio dei media", si usi, beh è una di quelle cose che volevo combattere con questo articoletto, era proprio il succo del discorso, insomma. Io parto dal fatto che etichettare è utile solo per dare un riferimento generale, ma nella sostanza vale quanto il due di picche, il mio discorso andava oltre l’etichettatura, ma forse non sono riuscito a dare l’idea e mi spiace.
Il pezzo è fallace dal principio e l’ho dichiarato in chiusura, ma era un tentativo di far capire che con indie, o alternativo o underground, insomma, non si possono racchiudere sempre le stesse cose, e non può/potrebbe farlo un giornalista nazionale che è esperto di musica (e lo è!).
Sul fatto che oggi è tutto uguale, fa tutto schifo, beh questo lo trovo un discorso un po’ superficiale. Ho variato tra i gruppi (nel genere) proprio per dimostrare il contrario, ovvero che c’è molto fermento, ma bisogna perdere tempo, sporcarsi le mani e le orecchie, correre il rischio di ascoltare schifezze per arrivare a qualcosa di buono. è un rischio che io voglio correre.
Tra l’altro nel mondo non mi sembra che si vada tanto meglio, che l’originalità la faccia da padrona, ma dei gruppi buoni ci sono, e non sono neanche pochi.
Poi l’originalità, la ricerca dell’originalità a tutti i costi. io un gruppo lo ascolto anche se mi ricorda i Beatles, se si rifà ai Joy Division, basta che mi piaccia. Cosa vuol dire originale? Cosa intendi?
I nuovi 99 o Alma non ci saranno più (per fortuna, perché, e ora ci vuole, ci bastano gli originali), un altro Sanacore non uscirà, ma usciranno ed escono tante cose buone. Cerchiamo di essere meno distruttivi.
Nel frattempo anche all’estero cominciano a guardarci.
Brian Ritchie dei Violente Femmes ha pubblicato un album con gli Zen Circus, Bonnie Prince Billy (all’epoca Will Oldham) ha collaborato con i Numero 6, abbiamo gruppi pubblicati da importanti case discografiche straniere e a gennaio uscirà l’album di un ragazzo napoletano con un’importante etichetta indipendente spagnola (la Elefant).
Credimi sono il primo critico di quello che succede in Italia, ma a volte è bene anche guardare il bichiere mezzo pieno.
Grazie per i commenti, comunque e la discussione.


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