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Commento di Mattia Pascal

su Cronache da Bengodi: tutti allegri al nucleare comunale


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Mattia Pascal 11 luglio 2009 23:04

Primo: spero che il gatto nero non sia il mio. Vi assicuro che la sua coda è scarsamente rinnovable. Secondo (seriamente): questo centellinare notizie, prese di posizione, deliberazioni pro nucleare da parte de governo ad un’opinione pubblica sonnolenta e assuefatta alla pseudo informazione televisiva (lungi da me ogni elitaristica velleità, ma la nostra tv purtroppo genuflessa lo è), fa parte di una sorta di rituale incantatorio che persegue il convincimento. Attenzione, perché a mio avviso l’operazione sta già dando i suoi frutti: il coro monocorde delle voci che possono attestare le meravigliose sorti e progressive del nucleare, mai smentite o contraddetta da nessuno (tecnico, intellettuale, scienziato o politico) rischia davvero di far passare il messaggio che Cernobyl e Tokaimura sono realtà preistoriche, lontane mille miglia dalla sicurezza della nuova generazione di centrali. Dimentichiamo forse troppo leggermente le acque radioattive finite nei corsi d’acqua francesi della scorsa estate e derubricati come "rischi di livello accettabile". Ma sappiamo qualcosa delle infinite procedure cautelative che rendono la vita delle popolazioni circonvicine simile a quella in un avamposto di frontiera in periodo bellico? Possiamo assumerci il rischio "accettabile" in un paese morfologicamente frammentato, dove scarseggiano le vaste pianure e la densità abitativa è notevole, dove ogni lembo di territorio è punteggiato di grandi e piccoli centri abitativi, dove il rischio sismico è sotto gli occhi di tutti, dove la malavita organizzata gestisce gli appalti e lo smaltimento dei rifiuti (figuriamoci che bel gateau le facciamo con le scorie), dove ogni giorno muoiono sul lavoro i nostri concittadini per la mancanza di sicurezza e la non applicazione delle norme che la regolano anche solo in luoghi che dovrebbero essere esenti da rischi (vogliamo ricordare ad esempio le scuole?)... Cosa accedrebbe allora in una centrale nucleare? Davvero in un paese così vogliamo assumerci il rischio, sia pur accettabile del nucleare? Non è solo una questione di economicità o meno di questa risorsa. E’ necessario che ci si concentri sulle scorie radioattive, sulla loro pericolosità, la gente deve sapere quanto tempo, un’infinità, deve passare perché perdano il loro potenziale distruttivo, deve sapere che vengono stoccate in luoghi segreti per evitare che qualche malintenzionato le utilizzi a fini bellici, deve sapere che se un terremoto colpisse quelle zone per la terra sarebbe una catastrofe epocale...E’ necessario mobilitare con ogni mezzo l’opinione pubblica, è necessario farlo subito e non attendere che agli annunci seguano i fatti, è necessario se dopo aver consegnato il paese al lombardo Sardanapalo non vogliamo che la nucleare deità lo annienti con noi tutti.


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