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Commento di Rocco Pellegrini

su Cosa cambierà?


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Rocco Pellegrini Rocco Pellegrini 6 novembre 2008 10:34

Sono così contento della vittoria di Obama che sorrido dentro di me quando ci penso. 
Dunque sono anch’io caduto nella sindrome messianica di un Obama salvatore del mondo? 
Lo considero il nuovo Merlino o se volete, più propriamente rispetto all’epopea bardica, il nuovo Artù? 
Ci sto riflettendo e devo dire che ho più di una ragione per continuare ad essere contento. 
Cerco di spiegarmi, sperando di riuscirci. 
1) Da sempre le leadership sono molto importanti nell’andamento della vicenda umana. 
Noi siamo fatti in modo che se abbiamo fiducia (o fede) in qualcosa allora ci diamo da fare, combattiamo, ci mobilitiamo, insomma diventiamo attivi e capaci.
La classe dirigente che Bush rappresenta è stata così incapace, così ladra, così ottusa nella gestione dell’immenso potere che ha avuto tra le mani che ci lascia un’eredità disperata e disperante.
Non è solo la crisi economica o la guerra che pure sono cose enormi ma è la sporcizia morale e la follia ideologica che ha generato gli infiniti insuccessi di questa brutta, bruttissima classe dirigente, tanto prepotente quanto incapace. 
Pensare che il presidente degli USA sia un pazzo che considera la guerra in Iraq come la premessa per un futuro Armagheddon, che un leader moderno sia preda di mitologie costruite quando l’uomo era ancora un selvaggio o quasi, era, grazie a Dio oggi posso dire era, così terrificante e deprimente che ci aveva lasciato tutti con le mani e le speranze quasi spezzate. 
Dunque la vittoria di Obama, per il modo innovativo in cui si è realizzata, è davvero un giorno nuovo perchè gli stolti ed i criminali sono stati congedati, e la macchina più importante del mondo, il paese che da solo vale il 25% del PIL del mondo, viene rimessa nelle mani di una persona seria, che sa ascoltare non i preti metodisti invasati ma la gente, i tecnici, gli operai, il dolore degli uomini di colore, la disperazione degli ispanici senza permesso di soggiorno, ecc. ecc. 
Noi viviamo in un mondo nel quale la tecnologia applicata alla risoluzione dei problemi può trasformare il deserto in un giardino fiorito e questo Obama sembra proprio l’uomo adatto a dirigere il cervello collettivo che serve a noi essere umani. 
2) Chi non ha problemi? La vita stessa è un problema. Ma una cosa è affrontarla coll’atteggiamento del pazzo dei tarocchi che va verso il precipizio con gli occhi bendati, un’altra cosa è essere guidati da un uomo perbene, pulito, giovane, energico, stimato, responsabile e soprattuto consapevole e serio come tutti, quelli che lo hanno conosciuto, ritengono si Obama. 
Troppa gente la pensa così: gente diversa ma unificata nella stima per quest’uomo. Una ragione ci sarà. 
3) Guardate la prima reazione delle borse di tutto il mondo. La crisi che stiamo vivendo è soprattutto una crisi di fiducia. Le banche che non si prestano i soldi tra di loro; gli investitori che hanno paura a fare 
il loro mestiere, gli imprenditori che lasciano stare sono tutti aspetti di una crisi di fiducia sulla natura rapace delle classi dirigenti uscenti. 
4) Infine c’è soprattuttoun problema di etica. Questi 20 anni che ci stanno alle spalle hanno troppo esteso le differenze di ceto e di opportunità tra gli uomini e le donne di questo mondo. Troppo hanno i ricchi che 
sono pochi e troppo poco hanno i poveri e gli esclusi che sono tanti. Bene per tutti suona la campana. Questuomo nel suo programma ha il riequilibrio. Ma non sarà un riequilibrio statalista, dirigista, 
"socialista" all’europea per capirci, sarà una scommessa nuova, pragmatica, che aumenterà le opportunità per chi sta sotto ma non deprimerà la libera iniziativa di chi sta sopra, il cui solo vincolo sarà il rispetto della dignità altrui. In una parola usciremo dalla vecchia logica destra sinistra per imboccare, finalmente, la via del 
pragmatismo orientato al problem solving che è una cosa nuova, moderna e finalmente carica di giustizia nel senso vero della parola. 
Ho dunque torto ad essere contento? 


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