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La vera storia di Rosarno: la Lega Nord, la ’ndrangheta e la missione compiuta

Lo strano intreccio di interessi tra il governo e la ’ndrangheta ha prodotto il fattaccio di Rosarno previsto ed organizzato nei minimi termini. Arrivati i fondi europei gli schiavi non servono più ma hanno quasi tutti il permesso di soggiorno. Occorre esasperarli, provocarne la reazione in tutti i modi. Poi la ’ndrina locale chiamerà il coraggioso popolo rosarnese alla vendetta e si riprenderà il controllo del territorio. Noi li espelliamo tutti e ci facciamo sopra anche un po’ di propaganda elettorale sulla tolleranza zero contro i clandestini...

Negli ultimi otto anni del nuovo millennio hanno sempre governato loro.

Negli ultimi quindici anni hanno istillato veleni a profusione con le loro tivù piduiste nello stomaco già debole dell’italiano medio. Annunci illusori, insulti, panico, istigazioni di ogni tipo hanno contrassegnato la politica e la “cultura” di questa coalizione. Metto cultura tra virgolette perché una volta giravano pensieri attraverso i libri, l’arte o il cinema.

Oggi i pensieri forti girano attraverso la televisione.

Comunque le parole sono pietre e se uno fa il politico le deve usare con precisione, altrimenti facesse un altro mestiere.

Oppure si prendesse la responsabilità politica di ciò che quelle parole producono. Senza infingimenti né ipocrisie.

Chi parla male pensa male.

Riassunto. Qualche personcina con il cervello poco irrorato dal sangue ha pensato bene poco tempo prima di Natale di addossare all’antiberlusconismo le responsabilità dell’attentato al Premier: “mandanti morali e politici”, strepitavano le bisce del Papi, anche qui dentro.

Dopo il fatto di Rosarno, invece, loro tendono ad addossare ad altri fenomeni le cause di quanto è successo.

Autoassolvendosi dall’accusa di razzismo che invece resta valida. Spiego perché cercando di far capire l’intreccio di interessi coerenti e coordinati che si verifica in questi casi.

Sono decenni ormai che il leghista gioca col razzismo secessionista sicché quando qualcuno a Rosarno piuttosto che a Verona lo prende sul serio e comincia a sparare sui raccoglitori di arance non fa che mettere in pratica la teoria.

E poi c’è poco da fare illazioni: sono i rosarnesi stessi che rimandano alle idee di Bossi.

In un istruttivo documentario di Ballarò di martedì 12 gennaio alcuni piccoli imprenditori calabri della zona ammettevano, direi confessavano, di aver tenuto in nero molti raccoglitori, che “avevano sfamato e questo è il ringraziamento” ed aggiungevano l’intenzione di voler “aprire una sede della lega nord” e che “la mafia in quella storia non c’entrava nulla”.

Ecco: è a questo livello che si evidenzia l’intreccio di cui parlavo.

Insomma l’armamentario subculturale del cittadino perbene omertoso ed anche leghista nella ispirazione.

Quindi i mandanti (veri) delle schifezze rosarnesi sono i leghisti ed i fascisti che hanno pompato merda e veleni negli ultimi decenni. Punto.

E come sempre questi italiani “veri” - che sentono Bossi vicino e non parlano di mafia (“nulla sacciu”) - sono anche smemorati e dimenticano milioni di italiani forse più veri di loro. E clandestini.

“Volevamo braccia, sono arrivati uomini", sospirò trent’anni fa lo scrittore svizzero Max Frisch spiegando perché troppi connazionali fossero così ostili agli immigrati italiani contro cui avevano scatenato tre referendum. Ostilità antica. Anche i nostri nonni furono portati in salvo come i neri di Rosarno.

Le autorità furono costrette a organizzare dei treni speciali per sottrarli nel 1896 al pogrom razzista scatenato dai bravi cittadini di Zurigo. E altri gendarmi e altri treni avevano sottratto i nostri nonni, tre anni prima, ad Aigues Mortes, alla furia assassina dei francesi che accusavano i nostri, a stragrande maggioranza «padani», di rubare loro il lavoro.

L’abbiamo già vissuta questa storia, dall’altra parte. Basti ricordare, come fa Sandro Rinauro ne «Il cammino della speranza», che secondo il Ministero del Lavoro francese «alla fine del 1948 dei 15.000 italiani presenti nel dipartimento agricolo del Gers, ben il 95% era irregolare o clandestino». Come «irregolari» sono stati almeno quattro milioni di nostri emigrati.

C’è chi dirà: erano altri tempi e andavano dove c’erano posto e lavoro per tutti! Falso.

Perfino l’immenso Canada, spiega Eugenio Balzan sul «Corriere» nel 1901, era pieno di disoccupati e a migliaia i nostri «s’aggiravano in pieno inverno per Montréal stendendo le mani ai passanti». Tutto dimenticato, tutto rimosso.

Basti leggere certi commenti, così ferocemente asettici, di questi giorni.

Questi bravi italiani usano in genere la solita ipocrita litania per cui Borghezio e Gentilini “sono delle macchiette”, casi limite che non rispecchiano la Lega, personaggi folkloristici…

Anche Karadzic, psichiatra e poeta, non venne mai preso sul serio, prima di diventare il boia di Srebrenica e Sarajevo
 
Anzi quando il “poeta” misurava crani e femori per poi dimostrare la superiorità di una razza rispetto ad un’altra (i serbi ed i montenegrini hanno il femore più lungo) era considerato dai media una macchietta per le sue sparate televisive. Ma intanto inniettava veleno e paura nel corpaccione slavo e poi si è visto come è andata a finire.
 
Se si allineano nel tempo le dichiarazioni dei leghisti - non voglio ricordarle tutte perché mi vergogno per la razza umana anche solo a ripeterle - si vede con certezza come siano costoro i mandanti di ogni attacco, violenza o sopruso commesso in questi anni contro migranti.
 
A ben vedere incomincia a prendere forma il progetto sussurrato da Borghezio ai fascisti francesi: “Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. E’ un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica... ma, dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi”.
 
Borghezio supportato da Salvini quando questi chiese vagoni della metropolitana riservati ai milanesi, o da Tosi e Gentilini che vengono condannati per le loro farneticanti dichiarazioni, come quella del vicesindaco di Treviso, che dal palco della festa dei popoli padani sogna di eliminare i bambini rom.
 
O da Danilo Narduzzi, capogruppo leghista nel consiglio regionale del Friuli, che ha proposto di non prestare cure mediche ai clandestini “giacché grazie al precedente governo di centrosinistra non pagano nemmeno la pulizia dei denti“.
 
Ed il White Christmas di Coccaglio (Brescia) da dove nasce? Nasce ”perché i nostri ragazzi hanno troppi amici africani”.
 
Per non dire dell’osmosi affaristica tra l’attuale destra e la mafia. Di cui ho già parlato.
 
Una osmosi che coinvolge anche personalità apparentemente avverse, come Bassolino, ma tutti sanno ormai cosa c’é dietro l’improvvisa soluzione, anch’essa apparente, del problema dei rifiuti a Napoli. Per fare un esempio, tutto ad un tratto sparì l’ostacolo dei cittadini che bloccavano le strade, chissà come mai…
 
E quella Impregilo che ormai sta dappertutto, compresa l’opera ancora da progettare del ponte di Messina?
 
Ma è altrettanto indubbio che l’attuale retroterra “culturale” dell’ambiente mafioso sia molto vicino ad un modo di pensare tipico della destra attuale e non mi riferisco solo alla classe dirigente del meridione, ma anche al pensiero leghista.
 
Le parole sono pietre ed i giovani padani o calabresi cresciuti con questi veleni amplificati da trent’anni di televisione piduista non fanno altro che metterli in pratica.
 
Il localismo esaperato è il fascismo del villaggio chiuso come una fortezza, il castello medioevale dove i diritti e la democrazia valgono solo per i castellani.
 
Radio padania libera: ”Per la prima volta nella mia vita, tifo per la mafia: chiunque faccia qualcosa – non importa per quali motivi – in grado di ostacolare l’invasione, a questo punto mi sta bene, vista l’inutilità e le disadempienze dello stato “ufficiale” e della cosiddetta “società civile”.
 
Ma comunque la si pensi, credo che sia evidente una cosa per tutti: questi qui sono assolutamente incapaci di vivere in un Paese complesso come il nostro, dove si mescolano legalità e malaffare. Hanno reazioni di tale violenza e scompostezza, che li rende pericolosi anche quando hanno ragione.
 
Figuriamoci quando hanno torto.
 
Non devono stare qui.
 
Non si portano gli zulù nel cuore di una macchina complessa come la nostra, dove vivere in una comunità richiede una pazienza e un sangue freddo che loro non hanno e non avranno mai”.
 
“I leghisti sono i nuovi virus della globalizzazione. Piccole metastasi di un mondo in osmosi. Paladini del nulla che se vivranno s’accorgeranno di quanto misero è il loro razzismo assieme al partito di Bossi che lo aizza” (dal blog di Daniele Martinelli).
 
Clandestini!". Parola magica che toglie ai neri la dimensione di esseri umani e assolve i bianchi da ogni razzismo. Finché sono schiavi il piccolo imprenditore della destra li sfama, questi irriconoscenti.
 
La mafia? Certo che c’è e “lotta” insieme a chi ha fatto pulizia. Ma scaricare tutto sulla ‘ndrangheta finisce per essere un alibi. La pulizia etnica è stata fatta a furor di popolo. La ‘ndrangheta al massimo ci ha messo il “concorso esterno”. Quando gli immigrati non servivano più ha dato la stura al razzismo istillato dai leghisti e dai fascisti in questi anni trovando con il governo una solida alleanza basata sul principio: ormai schiavi non servono più, sono quindi clandestini da espellere.
 
Da quando? Più semplicemente da quando nel 2007 l’Europa ha modificato il criterio dell’elargizione dei sussidi agricoli, non più sulla produzione ma sugli ettari coltivati. In altre parole non conviene più fare la raccolta che, in base ai prezzi di mercato della frutta, costa tre centesimi in più al chilo di quanto si ottiene con l’aiuto europeo che arriva comunque anche se non si raccoglie. Questo però fino al 2013. Ma fino ad allora gli schiavi non servono. Trattati alla stregua di "animali" per anni è bastata, data la loro ingenuità, qualche "provocazione" per farli "reagire" con "rabbia" in modo da "suscitare" tanta "reazione" e dai cittadini e dal Governo per mandarli via definitivamente. E così infatti è stato! Missione compiuta!
 
Ecco l’intreccio svelato: io li faccio entrare grazie al controllo mafioso e li sfrutto come schiavi, quando non mi conviene più li esaspero e dopo la reazione li faccio espellere dal mio governo e tutto si chiude con le incredibili dichiarazioni di Maroni: ”La colpa è di chi li ha fatti entrare, tolleranza zero“.
 
Peccato che il 60% era in regola col permesso di soggiorno anche se lavoravano quasi tutti in nero!
 
Missione compiuta: espulsi i reprobi, propaganda falsa reiterata ed affari sporchi salvati

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