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La risposta mediatica del governo al No B-day e alle rivelazioni bomba

Con la cattura dei due super latitanti, sembra che lo Stato abbia ipotecato la lotta alle mafie. Davvero? Analizzando i tempi in cui ciò è avvenuto, proprio in concomitanza di un evento mediatico - sfavorevole al governo - molto forte come la manifestazione del No B-day, e poco prima, le dichiarazioni bomba di un pentito, proprio contro i vertici del Pdl e del governo medesimo, gli apparati statali hanno solo compiuto un’operazione di facciata, mediaticamente gonfiata, per ripristinare il consenso in calo.

A sentire telegiornali, notizie filtrate dalla rete, sembra che le mafie in Italia siano state sconfitte.

Potente è l’operazione mediatica organizzata dallo Stato e dai suoi apparati di regime, alcuni sembrano inconsapevoli, felici di dare una notizia sensazionale, altri, ahimé, non lo sono affatto, consapevoli di essere i servi di una casta che in un momento di pericolo ha bisogno di autolegittimarsi.

Partiamo da un giorno prima.

Venerdì 4 dicembre, Gaspare Spatuzza, ha lanciato accuse pesantissime contro il Presidente del Consiglio e contro il suo amico e cofondatore del partito, il quale ha segnato uno dei più deludenti quindicenni che la politica italiana abbia mai conosciuto.

La Res Publica si è infatti trasformata in una Res privata.

Le accuse sembrano una “vera bomba”, tuttavia molti italiani difficilmente credono che il Cavaliere possa essersi compromesso con una banda di tagliagole semianalfabeti, per giunta pluriomicidi e che hanno passato buona parte delle loro vite da latitanti o da carcerati. Ma una domanda nasce spontanea: dove sono finiti i voti che per anni la mafia ha controllato pilotandoli sulla vecchia DC, quando è comparsa Forza Italia?

Tuttavia, pur sembrando la storia poco credibile, nondimeno era urgente fare qualcosa, anche perché sabato 5 dicembre era in programma una manifestazione di piazza, che poi si è rivelata un vero successo: infatti, in diverse centinaia di migliaia sono scesi in piazza a dire che non ne possono più di un governo che pensa solo agli interessi dei singoli, i quali controllano la tanto declamata Res Publica, che, ahimé è sempre più trattata come privata.

Una folla di cittadini, tra cui disoccupati, giovani precari, studenti senza un futuro, gente inflazionata da una crisi male affrontata da un governo latitante ha marciato per le vie della capitale mostrando che, dopo tutto, in Italia i berlusconiani non sono così tanti.

Urgeva allora trovare un rimedio!

Ecco che la notizia è arrivata: sono stati catturati - proprio un giorno dopo le dichiarazioni “calunniose” di Spatuzza, e proprio nel “giorno del dissenso” – due pericolosi ricercati, che fanno arrivare a meno 17 il conto dei 30 mafiosi più pericolosi in circolazione.

A sentire telegiornali, giornali, blog e quant’altro, sembra che la mafia abbia ricevuto un colpo mortale. Politici del Pdl che si avvicendano a pronunciare discorsi rassicuranti, come se la mafia stesse per essere sconfitta.

Essendo una persona molto pratica, la mia mente è andata subito ai nodi chiave. Ho pensato che sicuramente il pizzo ai commerciati siciliani, calabresi e campani da lunedì non lo chiederà più nessuno, oppure che alle Vele di Scampia e nei quartieri di Ponticelli o al rione Sanità le Forze dell’Ordine avranno mano libera, che non è più necessario lasciare le scorte a personaggi di spicco che hanno lottato e lottano contro le mafie, giacché lo stato di diritto, a sentire loro, sembra essere stato ripristinato.

Non voglio in alcun modo ridimensionare l’ottimo lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine che hanno assicurato due criminali alla giustizia, ma, lasciatemelo dire, tutto ciò, con i tempi in cui è avvenuto, sembra solo un’operazione mediatico-politica guidata dal Ministero degli Interni per salvaguardare l’immagine del proprio governo in un momento di palese perdita di consenso tra dichiarazioni “imbarazzanti” e cortei guidati dal “furore del popolo”.

A mio parere, nonostante i media, tutti, si affatichino a dare notizie rassicuranti, non è cambiato proprio niente.

In Italia c’è una parvenza di stato di diritto, ma lo Stato latita proprio laddove ho detto: quando centinaia di migliaia di commercianti pagano il pizzo ai mafiosi, dove lo Stato è off limits, dove le mafie impediscono sviluppo perché scoraggiano gli investitori ad investire nei territori da esse controllati, quando i mafiosi fanno rientrare capitali protetti dallo scudo fiscale con la garanzia di non essere indagati e infine (la ciliegina sulla torta) quando il governo taglia i fondi alle Forze dell’ordine.

A guardare la televisione, nella domenica del villaggio italiano, la mafia sembra essere sconfitta, ma ha tutta l’aria di essere solo una campagna mediatica per ristabilire il consenso di un governo che gioca con la vita del popolo che dovrebbe governare con la massima serietà, ed invece continua a prenderlo per i fondelli, con apparati mediatici che supini gli si prostrano, facendo il suo gioco, un gioco perverso che costerà caro agli italiani, giacché i problemi seri rimangono, opponendogli solo palliativi inutili.

Resta poi il problema di fondo: una casta che sembra sempre più inadatta a governare ed un popolo che non reagisce con legittima forza ad un sistema che sta fortemente ipotecando il futuro dei suoi figli.

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