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 Home page > Attualità > Politica > Berlusconi fu ferito

Berlusconi fu ferito

A qualche giorno dall’aggressione subita dal Presidente del Consiglio Berlusconi, tutto sembra procedere secondo un copione non scritto ma prevedibile.

La solidarietà di circostanza di personaggi politici e non, lo straparlare di pseudo-giornalisti e pseudo-parlamentari, le scuse dell’aggressore, il bombardamento mediatico, il probabile perdono del Berlusconi versione Santo Padre: tutto già immaginabile, dal preciso istante in cui le guglie del duomo di Milano danneggiavano il liftato volto di Berlusconi in poi.

Fortunato anche quando sanguina, geniale e protetto da qualche potente divinità, ogni qualvolta stia attraversando un momento di difficoltà personale o politica, ogni qualvolta ci sia qualche scomoda notizia da nascondere, Berlusconi ha sempre pronto il suo coup de theatre, volontario o involontario che sia, che ne salva l’immagine e offre lo spunto ai giornalisti di comodo per riempire pagine di giornali e tg con semplice aria fritta.

L’occasione, poi, è ghiotta per approfittare del clamore suscitato dall’evento e piazzare i tre-quattro colpi di grazia a chi dà fastidio e a ciò che ostacola le ambizioni di re Silvio: e così, via con gli attacchi a Di Pietro, le cui parole non di circostanza ma mai inneggianti alla violenza, vengono trasformate in istigazione all’aggressione, via con gli attacchi alla stampa non asservita, con i vari Travaglio, Santoro, Il Fatto, Repubblica, L’espresso accusati di essere addirittura mandanti del folle Tartaglia, solo perché rei di aver fatto cronaca, e ancora, via con le azioni di censura al web, approfittando del proliferare degli evitabili attestati di stima all’aggressore e, perché no, via con qualche delegittimazione del popolo viola del No B-Day e con l’acceleratore al massimo sulle norme giudiziarie pro-berlusca, perché quelle non mancano mai.

Purtroppo, però, chi oggi scaglia le sue pietre contro questo e quell’altro, chi va accusando Tizio e Caio di aver creato un presunto clima d’odio del quale Massimo Tartaglia si sarebbe fatto mano armata, dimentica di non essere "senza peccato". Chi, nelle occasioni più propizie, si trasforma in un novello Gandhi, dimentica le proprie frasi (di cui qualche esempio è riportato anche in un mio precedente post) inneggianti alla violenza e all’odio contro questa o quella minoranza, dimentica i propri insulti gratuiti e volgari contro coloro che non condividono le sue posizioni o che scelgono di votare per qualcun altro.

La politica italiana ancora una volta si dimostra brava a farsi bella con le chiacchiere e abilissima a manipolare l’opinione comune sfruttando i mezzi di informazione in maniera distorta. Il bombardamento mediatico non cesserà a breve e, nel frattempo, chissà quante altre sorprese ci saranno tenute nascoste sotto l’immagine del labbro gocciolante e dell’occhio perso nel vuoto di Berlusconi, il quale, a conti fatti, superato il danno fisico avrà ottenuto un beneficio politico-mediatico di gran lunga maggiore.

Staremo a vedere.

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