• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Renzi e Draghi: bella lotta!

Renzi e Draghi: bella lotta!

Una decina di giorni fa, Draghi ha indirizzato un rabbuffo ai paesi “che non fanno le riforme” (senza citare nessuno un particolare) e che non capiscono che devono “cedere quote di sovranità”, cioè devono sdraiarsi a tappetino davanti ai diktat della Bce e del suo concerto con la Fed. Renzi prima gli ha risposto dichiarandosi d’accordo al 100% e, poco dopo, se ne è uscito dicendo che “le riforme le facciamo noi e non la Bce o la Ue”, aggiungendo che del pareggio di bilancio se ne parla fra un anno e che ora basta con il rigore. E la Merkel ha dato segni di nervosismo.

Draghi, con molta finezza e facendo finta di parlar d’altro, gli ha rifilato un manrovescio ricordando che l’Italia spende molto male i fondi Ue. E Renzi ha replicato affermando che le riforme l’Italia le sta facendo, come quella del Senato. Al che Draghi, sempre senza citare l’Italia, ha lamentato che troppi paesi europei non escono dalla crisi perché non fanno le riforme, quelle giuste, che sono quelle sulla flessibilità del lavoro e la competitività (cioè precarizzazione totale del lavoro e, sottinteso, della riforma del Senato in Italia non potrebbe importarcene di meno) però facendo una piccola apertura, parlando di “austerity flessibile”. Mentre la Buba e la Merkel continuavano a dare segni di forte nervosismo, sia contro Draghi che contro l’Italia.

Renzi, imperterrito, ha affermato papale papale che se la Ue è “una burocrazia non ne ho bisogno”. Al che qualcuno gli ha ricordato che Draghi il Qe (l’emissione di liquidità) lo fa solo se i paesi incriminati fanno le riforme. E via di questo passo. Nelle ultime 24 ore sulle spalle di Renzi si sono abbattute la solidarietà di Hollande e quella di Occhetto: come dire il “bacio della morte”.

Allora che si fa? La Ue si accinge ad una nuova operazione “Silvio” come nel novembre di tre anni fa? Può darsi ma la strada potrebbe essere più tortuosa. Possiamo ipotizzare due scenari diversi.

Per il primo, l’“Europa” (grazioso eufemismo che sta per “poteri forti europei” cioè finanza+Merkel) decide che non è più il caso di puntare su nessun politico o partito italiano, per cui inizia l’assedio dello spread per imporre il “protettorato della troika”, quello che, con aria distratta, Scalfari auspicava qualche settimana fa. Per cui Renzi non arriva a Natale e poi un gauleiter si trova.

Secondo scenario: per fare le cose meno brutali, la Bce pensa ad un suo uomo politico, intorno a cui costruire un nuovo partito politico di sicura sensibilità “europeista”, cui affidare il governo dell’Italia. Insomma un’operazione Monti con uno un po’ più intelligente (butto lì un nome: Cottarelli). In questo caso può essere conveniente dare ancora un po’ di vita a Renzi, costringendolo a fare il lavoro sporco. Poi quando il fiorentino avrà svenduto il patrimonio nazionale, fatto la finanziaria lacrime e sangue, azzerato ogni garanzia dei lavoratori e si sarà completamente bruciato, potrà essere pattumierizzato insieme al Pd. Ed a quel punto arriverebbe l’ “uomo nuovo”.

Un primo segnale delle intenzioni europee lo avremo fra pochi giorni: se vorranno dare un po’ di spago a Renzi gli concederanno la nomina della Mogherini o, comunque, di un italiano (ad esempio D’Alema) come commissario per la sicurezza (“Mister Pesc”). Ma se, al contrario, dovessero bocciare in pieno la richiesta di Renzi vorrà dire che nubi molto nere si addensano sul cielo di Firenze.

Nel frattempo, il nostro estemporaneo Premier affida le sue speranze di migliorare la performance economica del paese ad una sciagurata direttiva europea che invita a ricalcolare il Pil considerando anche il fatturato di malavita. Così i conti sarebbero esteticamente migliori. Geniale: come abbiamo fatto a non pensarci prima!

Ora, lasciamo da parte banali considerazioni di ordine etico che non hanno alcuna importanza (figuriamoci!), però ci sono alcuni problemi tecnici da risolvere.

Come si sa, la mala ha la pessima abitudine di non dichiarare il suo fatturato, non emette scontrini, non redige e deposita regolari bilanci, presso le cancellerie commerciali, non dichiara questi redditi nell’annuale denuncia fiscale e, peggio ancora, non paga le tasse rispettive. Ne consegue che non si capisce bene sulla base sulla base di quali elementi si possa stimare il suo volume d’affari. Stime presuntive? Certamente (come lo sono in buona parte quelle su cui si calcola il Pil), ma anche per le stime presuntive occorre avere qualche parametro da elaborare. Qui cosa abbiamo? A questo punto, visto che potremmo dire quello che ci pare, dichiariamo che Mafia Camorra e N’drangheta producono il 50% del Pil nazionale e così rientriamo di incanto nel parametro del 60% del rapporto debito/Pil!

In secondo luogo, una crescita del Pil si immagina che incida positivamente nel rapporto con il debito pubblico, nella misura in cui ad essa corrisponda un aumento delle entrare dello Stato, ma se tutto questo non si traduce in gettito fiscale e, magari, prende la strada dell’investimento all’estero, quale è il beneficio ai fini della solvibilità del debito pubblico?

Poi ne derivano anche altre questioni (secondarissime, per carità!) degne di qualche considerazione. Ad esempio, in questo modo noi sanciamo lo status di “datore di lavoro” della Mafia, è quello che c’era scritto nelle manifestazioni dei disoccupati palermitani organizzate dalla stessa Mafia negli anni ottanta: perfetto! Magari concediamo la qualifica di Cavaliere del lavoro ai boss.

Ne deriva che dovremo guardare ad ogni azione di contrasto alla mala vita come ad una operazione tendente a deprimere il Pil!

Ed allora, visto che poi l’uso fatto dei beni di mafia sequestrati sin qui non è stato ottimale, che facciamo, restituiamo i beni ai loro “legittimi” proprietari perché li facciano fruttare, per il bene del paese?

Non so quale genio in “Europa” ha partorito questa solenne castroneria, però so che se c’è un paese che dovrebbe sollevare molte obiezioni è proprio l’Italia che soffre di un peso particolarmente rilevante della criminalità organizzata.

Renzi dovrebbe insorgere contro questa bestialità e, invece, sta zitto ed anzi, spera che serva a migliorare la sua posizione in Euroma. Al contrario, questa superba alzata di ingegno non migliorerà certo l’immagine del nostro sventurato paese in Europa.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità