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Bronzi di Riace: "No a trasferta"

Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, in merito alla ipotizzata trasferta dei Bronzi di Riace all’Expo di Milano 2015, taglia corto e dice: “Stabiliamo se possono viaggiare, altrimenti discutiamo a vuoto”. Dal canto suo, la soprintendente Bonomi ribadisce che le statue, custodite al museo di Reggio Calabria, hanno delle micro lesioni che ne compromettono la struttura e quindi, per una eventuale decisione circa la trasferta dei due guerrieri bronzei in Lombardia, l’ultima parola spetterebbe a un comitato scientifico di esperti.

Insomma, dopo essere apparsi come testimonial gay, a opera di un famoso fotografo, i Bronzi di Riace potrebbero materializzarsi a Milano, per l’esposizione universale del 2015, dedicata al tema dell’alimentazione, travisati da macellaio uno e da fruttivendolo l’altro; con un coltellaccio il primo e con un paniere di fichi il secondo. Paradossale che possano realmente andare così le cose; anche perché appare scontato che le statue nel capoluogo lombardo non ci andranno. Semmai, a Milano nel 2015, visto che si parlerà anche di dieta mediterranea, potrebbero organizzare un ponte aereo giornaliero per Reggio, utile ai visitatori per venire a vedere i Bronzi nella loro casa e anche per mangiarsi un piatto di “cozze del faro” in riva allo Stretto, oppure il prelibato “pisciu stoccu alla mammulisa”. Ma la diatriba sulla trasferta delle preziose statue greche è niente altro che un dibattito, scaturito dopo una proposta lanciata da Vittorio Sgarbi, appoggiata da Roberto Maroni: i Bronzi a Milano all’Expo e due opere di Caravaggio nel capoluogo calabro come contropartita. La verità è che dal 13 luglio del 1981 in molti, forse in troppi nel mondo, vorrebbero si vederle le statue e pagando profumatamente per poterlo fare, ma non a Reggio Calabria, in quel museo nazionale dove pure, oltre alle incredibili sculture bronzee, sono custoditi reperti di rara bellezza. Eppoi Reggio non è male, ha pur sempre quel famoso “chilometro più bello d’Italia” di dannunziana memoria. Il passato recente della città, che va dai moti del 1970 alla strage del “Roof Garden” del novembre 1974, oramai è trapassato, anche nel senso che determinati malesseri del suo territorio, si sono evoluti, più che estinti.

Se la città e il museo che li custodisce non sono male; se i Guerrieri di Riace sono le statue più belle del mondo, insieme a quelle marmoree di Michelangelo, perché mai non dovrebbero arrivare in riva allo Stretto di Messina visitatori da tutto il mondo? Che esista un problema di gestione e di marketing del patrimonio artistico, e segnatamente archeologico, in Calabria, non è una novità, e l’elenco dei richiedenti dei Bronzi in prestito è abbastanza corposo. Dalla richiesta avanzata da Sgarbi si va quella della Royal Academy of Arts di Londra che risale al 2012. In realtà gli inglesi ne volevano prestato uno solo dei due Guerrieri. Nel 1984 i Bronzi di Riace stavano per essere imbarcati per Los Angeles, perché c’erano le Olimpiadi. Stessa cosa avvenne nel 2004, quando le Olimpiadi erano in Grecia. Li richiese anche il Museo Puskin di Mosca a fronte di “bei piccioli” mentre Berlusconi li voleva al seguito e in originale per il G8 di Genova nel 2001 e ci riprovò, chiedendone delle copie clonate, per il G8 della Maddalena poi svoltosi a L’Aquila.

Ma l’EXPO di Milano 2015, evidentemente, non vuole essere da meno dell’Esposizione Universale di New York del 1964. Lì portarono nientemeno che la Pietà di Michelangelo. Precedenti clamorosi e scusanti tecniche moderne, appaiono comunque pleonastici per negare in prestito delle opere d'arte così importanti, addirittura identitarie. Di buono c'è però che di Expo 2015 se ne dice in merito ad un prestito di opere d'arte; non più in relazione ad una delle più grandi operazioni di ruberia mai registrate in Italia. Se poi alla fine della fiera,volessimo affrontare in maniera esaustiva il tema dei beni archeologici in Calabria, dell'assenza di politiche di marketing e di strategie gestionali sacrificate sull'altare di un'innata vocazione edilizia, potremmo partire da Capocolonna, area archeologica di Crotone, avvolta nel buio totale, e di un anfiteatro lì allocato costato milioni di euro, ma che funge da luogo dato agli spettacoli e da giardino zoologico al contempo.

Se doveste capitare in quel luogo "magico" potreste assistere al rodeo delle salamandre, al palio dei topi, ed al carnevale degli insetti mentre va in scena uno spettacolo con attori umani. Ma questa è tutta un'altra storia.

 

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