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Tra Lucrezia e Topolino, tra satira e umorismo, intervista a Silvia Ziche

Lei è una delle autrici più simpatiche del panorama vignettistico italiano. Tra Cuore, Smemoranda, Linus e Topolino, i più grandi riconoscono il suo tratto attraverso le inconfondibili Alice e Lucrezia, pubblicate attualmente da Donna Moderna, i più piccoli l’hanno amata per le ironiche avventure Disney come la Papernovela, il Topokolossal (con cui ha preso in giro il mondo della tv) è Il Grande Splash: è Silvia Ziche, che entra nel tinello di AgoraVox Italia per raccontarci quale scintilla accompagna la sua incontenibile ironia.

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Salve Silvia, benvenuta su Agoravox Italia e con te un benvenuto va anche a tutti quei personaggi che hai ideato e a cui hai dato una voce. Com’è nata la tua passione per il disegno e per la satira e come hai scoperto che poteva essere una professione?

Non c'è stato un momento in cui ho scoperto che poteva essere una professione. Ho sempre disegnato, ci ho sempre creduto. Nell'incoscienza dei miei pochi anni di allora, mi sembrava logico e normale farlo. Solo dopo, molto dopo, mi sono accorta di quanto sono stata fortunata.

Dalla satira di Cuore alla comicità per i più piccoli su Topolino cos’è cambiato?

Difficile dirlo. Ho sempre affrontato sia l'una che l'altra cosa cercando di raccontare al meglio delle storie. Alla fine ho anche mescolato un po' le cose: riesco a fare una blanda satira anche sulle pagine di Topolino. Una satira sul mondo disneyano, che però ha qualche riferimento alla nostra realtà. Qualcosa sicuramente cambia, nel passare da una cosa all'altra. Ma il denominatore comune, il punto di vista di chi racconta, rimane lo stesso.

Decisamente hai mantenuto il tuo inconfondibile stile che mira all’umorismo sulla nostra quotidianeità, tant’è che le storie su Topolino che portano la tua firma sono riconosciute e apprezzate anche dai più grandi, com’è nata l’idea di portare su quella rivista storie lunghe e ironiche come la Papernovela e dividerle in brevi puntate, hai creato un format fumettistico?

La Papernovela è nata per un concatenarsi di casi fortuiti. Il direttore di allora, Paolo Cavaglione, cercava storie molto brevi, per problemi di foliazione. Eravamo a un meeting dei collaboratori, l'atmosfera era molto rilassata, e io ho buttato lì questa cosa. Pensavo che una storia brevissima, da sola, sarebbe stata poca cosa. Non c'è il tempo in poche pagine di organizzare una trama, si finisce spesso per ridursi a una gag, a volte banale. Quindi mi sono detta: perché non collegare le storie brevissime in un unica storia lunga? E qual è il modo migliore, se non organizzare una specie di telenovela, che è fatta apposta per tirare una storia in lungo senza andare a parare in nessuna direzione precisa? L'idea è piaciuta. A quel punto, al di fuori dell'atmosfera conviviale del meeting, per me sono cominciati i problemi: dovevo farla davvero, questa cosa. Mi è venuto un po' di panico, ma è passato subito. Mi sono divertita talmente tanto che poi è venuto quasi tutto di getto.

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E Alice e Lucrezia invece come nascono, prendi spunto dalla tua vita?
 
Sì, sono nate entrambe dall'esigenza di esorcizzare dei miei periodi difficili. Alice è nata quando avevo vent'anni, ero appena partita dalla provincia per studiare in città, e non capivo assolutamente come funzionava il mondo. Così ho cercato di raccontare questa mia difficoltà con i fumetti. Lucrezia è arrivata una quindicina di anni dopo, quando ho cominciato a capire che tutti gli ideali dei vent'anni si stavano rattrappendo per fare posto a un egoismo crescente. Ora, a distanza di dieci anni, lo spunto di partenza rimane quello, ma cerco di raccontare, in generale, le difficoltà della vita quotidiana. Quelle che al momento ci mettono di malumore ma che, viste a distanza, alla fine fanno ridere.
 
Parliamo di satira politica? Cuore ne era l’emblema. Se dovesse resuscitare adesso come racconteresti questo particolare ventennio politico e sociale attraverso le tue vignette?
 
Me lo sono chiesta parecchie volte. Sarebbe difficilissimo, perché si può fare satira su una classe politica seria. La nostra classe politica è sempre un passo avanti, nella tragica comicità involontaria, rispetto a chiunque cerchi di fare satira. Così mi sono rifugiata in qualcosa che credo sia una specie di satira sociale, quella che racconta le categorie di persone, e non i singoli individui. E lì, al momento, rimango.

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Prossimi appuntamenti in libreria e in edicola?
 
Un po' prematuro parlarne. E' appena uscito 100% Lucrezia, raccolta di pagine e vignette che ripercorre i dieci anni del personaggio. Per altre uscite si dovrà aspettare l'autunno inoltrato, e la mia scaramanzia mi impedisce di parlarne con così tanto anticipo...
 
Adoperi il web e i social network?
 
Sì, ho il mio blog e in qualche modo mi sono sentita obbligata anche ad entrare sui social network con una pagina su facebook. Se i lettori dei fumetti si rifugiano in blocco sul web, non ha senso che gli autori se ne stiano da un'altra parte. Però il web, e quindi la tecnologia, li vivo con una certa difficoltà. Ho un gap di circa cinque anni. Se arriva in questo momento un nuovo social, o qualche altra inimmaginabile diavoleria, vi lascio andare tutti avanti e io, con calma, entro cinque anni arrivo.
 
Un saluto e buone vacanze da Agoravox!
 
Buone vacanze a voi!

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