• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Ebrei e palestinesi nella storia: miti e realtà

Ebrei e palestinesi nella storia: miti e realtà

Difficile scrivere qualcosa di nuovo sulla tragedia di Gaza e di tutto il popolo palestinese. Come in tutte le aggressioni precedenti, la guerra assolutamente asimmetrica tra uno degli eserciti più potenti e tecnologicamente avanzati e una popolazione priva di tutto e armata con mezzi rudimentali è stata sistematicamente presentata dal 90% dei mezzi di informazione come “una minaccia a cui Israele doveva rispondere”. Una menzogna in più: in realtà i preparativi di una nuova operazione militare erano pronti da molto prima che il tragico fallimento di un sequestro di tre giovani coloni [tentato da parte di alcuni appartenenti a un gruppo locale di Hebron della tribù dei Qawasameh, per ottenere la liberazione di alcuni congiunti incarcerati da Israele e attribuito falsamente ad Hamas] fornisse il pretesto atteso per il nuovo attacco.

Nel corso di tutta la guerra la maggior parte dell’informazione si è concentrata sul presente, sorvolando sulle condizioni terribili imposte a Gaza da anni, dopo la distruzione del porto, dell’aeroporto, la chiusura sistematica dei valichi di terra e il drastico ridimensionamento (a cannonate) dell’approvvigionamento idrico, elettrico e alimentare. Una campagna di disinformazione grottesca ha fatto vedere alcuni dei tunnel che sono stati creati per rompere l’assedio presentandoli sempre come militari, mentre la quasi totalità servivano al contrabbando indispensabile per rompere l’assedio.

Quando le truppe di terra israeliane sono penetrate nella striscia di Gaza occupandone il 44% e hanno subito per la prima volta alcune perdite (relativamente poche rispetto a quelle palestinesi, ma molto più alte di quelle che avevano previsto in base alla enorme asimmetria di armamento tra le due parti), subito un coro di esecrazioni si è riversato su chi combatteva, definito assurdamente “terrorista”. E quando un giovane ufficiale dell’esercito invasore è risultato disperso durante uno scontro, è stato presentato come “rapito” e non catturato. Ma una intensificazione dei bombardamenti sulla zona in cui era stato perso di vista ha impedito un eventuale salvataggio. Di fatto il comando israeliano lo ha condannato a morte per non dover nuovamente subire la pressione della famiglia per uno scambio di prigionieri, come era avvenuto per il tenente Shalit.

L’episodio è stato denunciato anche da parte israeliana ma occultato nel mondo dalla grande stampa “indipendente”, e a qualcuno è sembrato inverosimile. Eppure non è affatto inverosimile e soprattutto non inedito: in varie guerre del passato recente si erano verificati episodi del genere.

Ad esempio in Italia durante quella “Grande Guerra” che oggi viene ipocritamente celebrata in occasione del centenario, trapelò dalla censura almeno un caso del genere. Nel luglio del 1916 i fanti della brigata Salerno,dopo dieci mesi di duro impegno nella zona del Monte Nero, erano stati appena trasferiti per un periodo di “riposo” nel fino allora tranquillo settore trentino, quando furono sorpresi dalla Strafexpeditione un’intera compagnia di 250 uomini con moltissimi feriti si era trovata intrappolata per due giorni senz’acqua né cibo nella terra di nessuno, senza poter far ritorno alle linee italiane, da cui qualcuno aveva consigliato che si consegnassero prigionieri agli austriaci. Ma i comandi superiori italiani decisero di non consentirlo e ordinarono a mitragliatrici e artiglieria di far fuoco su chi si stava arrendendo. Sull’episodio ci fu uno scambio di lettere tra il presidente del consiglio Boselli, il ministro Bissolati e vari generali, tra cui lo stesso Cadorna, e successivamente anche un’indagine della Commissione di inchiesta per Caporetto(dato che a Caporetto i superstiti di quella brigata furono tra i primi ad arrendersi agli Sturmtruppen del tenente Rommel).

Ho voluto ricordare questo episodio di barbarie classista degli alti comandi militari del nostro paese per chiarire che la mia ostilità a Israele non è dovuta certo a un pregiudizio nei suoi confronti, ma a un profondo sdegno per la logica del militarismo incarnata nel suo gruppo dirigente da decenni, grazie all’impunità assicuratagli dal grande protettore statunitense, che d’altra parte ha compiuto a sua volta efferati crimini in tutte le guerre in cui si è infilato in tutti i continenti, dalla Corea al Vietnam, al Vicino e Medio Oriente.

Dicevo che in questi due mesi ho esitato a trattare sistematicamente questo nuovo episodio di un’aggressione che prosegue spietata fin dalle guerre “fondative” del 1947-1949, in cui l’esercito israeliano, ben più armato degli eserciti arabi mal diretti da ufficiali britannici, e rifornito da molti Stati, compreso il Sudafrica razzista che gli fornì l’aviazione, ebbe facile ragione degli avversari. Era già allora coperto dal benevolo silenzio dell’opinione pubblica internazionale (anche grazie al cinismo dell’URSS di Stalin, che fu il primo Stato a riconoscere de jure Israele).

Il ripetersi del vecchio copione “mi ha provocato un senso d’angoscia quasi insostenibile”. Sono parole di un bell’articolo sul Manifesto di Anna Maria Rivera, di cui riporto un altro passo con cui mi trovo in totale sintonia. Anche lei ha stentato a riprendere la descrizione, sgomenta “per l’automatismo ripetitivo della macchina bellica israeliana e per l’impotenza colpevole della “comunità internazionale”, capace solo d’imporre qualche effimera tregua nel lungo ciclo dell’assedio della Striscia di Gaza e dell’occupazione dei territori palestinesi.

«Da “Inverno caldo” a “Piombo fuso”, fino a “Margine protettivo”, lo schema è lo stesso, una coazione a ripetere che ha del patologico: un osceno replay, lo ha definito Robert Fisk, di ciò che è già successo in passato, ma del quale non si conserva memoria. Molti articoli pubblicati a gennaio del 2009 sono perfettamente sovrapponibili a quelli di oggi. E non solo perché, oggi come ieri, si bombardano ospedali, campi-profughi, interi quartieri, e le scuole dell’Unrwa sono tra i bersagli prescelti. Non solo perché, oggi come ieri, il sistema sanitario di Gaza è al collasso e gli abitanti sono ormai quasi privi d’elettricità e d’acqua. Ma anche perché identico è lo schema della narrazione dominante, sicché gli autori di quei vecchi articoli avrebbero potuto –forse lo hanno fatto- limitarsi ad aggiornare le date e qualche dettaglio. Io stessa, in fondo, per quanto tutt’altro che mainstream, sono vittima della coazione a ripetere.»

Troppe cose sono rimaste uguali. In effetti quel che scrivevo nel 2009 è ancora valido in tutto e per tutto. Come negli attacchi precedenti, grazie a una fitta rete di informazioni che circolano in alcuni canali internet, e anche grazie a quanto è trapelato su diversi giornali, non è impossibile - anche se non facile - sapere cosa è accaduto a Gaza. Più difficile interpretarlo, grazie alla sostanziale unanimità di gran parte delle forze politiche in Italia: praticamente tutti hanno giustificato il comportamento dei sionisti, con la benedizione del presidente Napolitano, da sempre fautore dell'unità nazionale e per giunta vecchio amico di Israele.

Soprattutto nelle scuole – spesso col pretesto della giornata della memoria e di un uso strumentale della Shoah, ma soprattutto grazie a libri di testo spudoratamente unilaterali – negli ultimi anni è stata riversata una quantità impressionante di propaganda sionista, con interpretazioni mitologiche delle vicende storiche che hanno portato alla formazione dello Stato di Israele e una sistematica demonizzazione della successiva reazione palestinese all'espropriazione della terra e ai ripetuti tentativi di pulizia etnica.

Per spiegare la logica implacabile dell'atteggiamento sionista a Gaza, non attribuibile solo ai calcoli preelettorali o agli "eccessi" di questo o quel ministro o generale, è necessario ripercorrere l'intera vicenda dei rapporti tra ebrei e palestinesi, fin da prima della creazione dello Stato di Israele ed anzi fin dall'antichità.

Per questo ripropongo ancora una volta – senza modifiche o aggiunte – un mio scritto (in collaborazione con Cinzia Nachira), pubblicato inizialmente in opuscolo dal Forum delle donne dell'RdB nell'agosto 2001, che analizzava le grandi mistificazioni più frequenti. Dato che queste, al momento di ogni nuova crisi, vengono riproposte più o meno nello stesso modo su tutti i media, avevo ritenuto di ripubblicarlo integralmente, senza tagli o modifiche anche nel 2009 e lo avevo usato come base informativa in molte iniziative pubbliche, ed era stato riprodotto da diversi comitati di solidarietà con la Palestina. Mi sembra ancora utile la nota di aggiornamento che faceva il punto sulla penultima crisi, e in particolare sulla criminalizzazione di Hamas. In realtà chi ricorda la valanga di calunnie riversate per decenni su Arafat (e anche sul "terrorista" Nelson Mandela e tanti altri...) dovrebbe essere in grado da solo di dubitare dalle versioni fornite ogni giorno dalla grande stampa "indipendente", spesso rifornita direttamente dalle veline del Mossad.

Il saggio integrale del prof. Antonio Moscato si trova qui

P.S. Sul mio sito questo scritto ha già avuto più di 5.000 visite. Mi scuso con chi l'ha già letto, ma ho ritenuto di rilanciarlo per fortuna ci sono molti nuovi visitatori che faticherebbero a trovarlo in un sito ormai sovraffollato.

 

Foto: Flickr

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.181) 13 agosto 2014 16:49

    1) "...il Sudafrica razzista che gli fornì l’aviazione..." è una palese inesattezza finalizzata a squalificare a priori l’Israele appena nato. Basta leggere un qualsiasi libro di storia per sapere che gli apparecchi usati furono vecchi Messerschmitt tedeschi che la Cecoslovacchia aveva nei suoi arsenali postbellici e che fornì a Israele su disposizione di Stalin.

    2) "tre giovani coloni"; chiunque abbia voluto informarsi anche presso fonti non schierate aprioristicamente sa che dei tre ragazzi almeno due non erano sicuramente "coloni" perché residenti al di là della Linea Verde. Si trovavano nell’area C della West Bank perché tornavano dalla scuola in cui studiavano, ma quest non fa di loro dei "coloni". L’uso del termine ovviamente è finalizzato a fare di loro dei "colpevoli" a priori di modo che il loro omicidio possa essere derubricato - nella mente se non nella logica giuridica - a legittimo atto di resistenza. E’ un uso IGNOBILE della lingua per alterare la realtà.

    3) Gaza: chiunque sappia leggere un giornale sa che nei mesi precedenti l’ennesimo scontro con Israele era stato l’Egitto a chiudere gran parte dei tunnel sotto il confine di Rafah, facendo collassare l’economia della Striscia. Perché i tunnel verso l’Egitto, a differenza di quelli verso Israele utili solo per scopi militari, avevano scopi commerciali. Lo scriveva già un anno fa il giornalista della stampa italiana più schierato con i palestinesi http://www.forumpalestina.org/news/... e lo ripeteva il Corriere a febbraio http://www.corriere.it/14_febbraio_...

    4) Chiunque abbia seguito le ultime vicende sa che a fronte del collasso dell’economia gazawi Hamas e ANP hanno stilato un progetto di accordo. Dopo di che una cellula vicina ad Hamas, ma (dopo) definita indipendente, ha rapito e ucciso i tre ragazzi israeliani; con il chiarissimo intento di far fallire quell’accordo (anche se un certo numero di dementi ha insinuato che poteva esserci Israele stesso dietro l’omicidio). Dopo di che in Hamas ha prevalso l’ala militarista che premeva per lo scontro. Il resto è storia: che non vede protagonista Israele e i soliti insinuati progetti espansionisti dell’ "entità sionista", ma le tormentate vicende interne al mondo palestinese e arabo e ai suoi rapporti, altrettanto tormentati con l’Egitto.

    5) Comunque vadano le cose, come sempre, si amplifica a dismisura il conflitto Hamas-Israele "scordandosi" le innumerevoli stragi che avvengono all’interno del mondo islamico. E i morti non provocati da Israele contano, agli occhi della sinistra occidentale, quanto il due di picche.

  • Di (---.---.---.82) 14 agosto 2014 11:00

    ... e la morte di "tre giovani", coloni o non coloni (e alla fine si è arrivati alla morte di circa 70 israeliani per la maggior parte militari), giustificherebbe il massacro di circa 2000 Palestinesi (per lo più civili) colpendo anche scuole e ospedali? Almeno la legge del taglione limitava la violenza.

    Dare solo del criminale al governo israeliano è fare un complimento. Ma non ci sono aggettivi che possano descriverlo a sufficienza.

    P.S.: Certo che essere riforniti dal governo razzista del vecchio Sudafrica o da Stalin fa una grande differenza. Sofismi per giustificare criminali aiutati da criminali, di qualunque colore siano. Oggi i criminali che riforniscono Israele sono gli Stati Uniti.
    • Di (---.---.---.181) 14 agosto 2014 22:39

      "coloni o non coloni" chissenefrega, naturalmente. La logica per cui tre ragazzi israeliani vengono rapiti e poi uccisi non significa niente per questa brava gente. E non significa naturalmente che questo - e non altro - abbia dato inizio al conflitto. Né che dare inizio a un conflitto comporti quantomeno la stessa responsabilità (ma io sarei dell’idea che ne abbia anche di più) per le vittime, qualsiasi vittima, del conflitto che si è provocato. Ma di tutto questo non frega niente a questi ipocriti contabili dell’orrore.
      L’unica cosa che conta è il numero delle vittime - dove sono di più ? di là ? quindi la colpa è di qua.... che cime ! - e la quantità di distruzione, non CHI ha dato inizio al conflitto. Quando poi si ricorda questa banale ovvietà che tutti, ma proprio tutti, hanno potuto vedere quasi in diretta, compresi i lanci di razzi e, poi (ma solo poi) le titubanze del governo israeliano (arrivato al limite della crisi perchè era troppo debole per certi superfalchi) e infine la reazione, allora poi si passa ad altro. All’assedio di Gaza, che non è MAI esistito perchè la porta di Rafah è SEMPRE stata nelle mani dell’Egitto o alle drammatiche condizioni della popolazione di Gaza (ma i quattrini per le armi e per scavare i tunnel quelli ci sono sempre). E poi si va indietro nel tempo a falsificare la storia per farsi tornare tutto.
      E si accusano i "criminali" che hanno fornito di armi uno stato appena nato che tutti volevano affogare (e difendersi sarebbe stato il crimine... ma che altro ci vuole per definirvi i soliti vecchi persecutori di ebrei ?!) Salvo dimenticarsi il fatto che...quanti criminali nel frattempo hanno armato i paesi arabi e le organizzazioni terroristiche ? Su questo si stende un velo pietoso: "Sofismi per giustificare criminali aiutati da criminali, di qualunque colore siano". Appunto.

  • Di (---.---.---.82) 15 agosto 2014 02:51

    "CHI ha dato inizio la conflitto"?
    Aspetti che qualcuno occupi casa sua e poi gli offra anche un caffè. Oh ... scusi dimenticavo la favola dei "territori contesi". E poi continui anche con quella della befana e babbo natale.


    Un paese che si vuol far credere civile e che gioca al massacro, nonostante la dolorosa morte di tre giovani? Ma si rende conto di ciò che dice? A meno che la vita di qualcuno valga più di quella di altri, ovvero la morte di uno merita la morte di più di 25 (circa 70 israeliani e circa 2000 palestinesi). Le ricorda qualcosa nella storia? "Ipocriti contabili dell’orrore" o ipocrita chi non vuol far notare la carneficina? Altro che razzi da strapazzo.

    Riguardo il vedere "in diretta" tutti abbiamo ancora davanti lo spettacolo (!?) degli attacchi israeliani, al quale alcuni israeliani hanno assistito (vergognosamente) divertiti. Evidentemente questa è la forma mentis. Se gli spettatori fossero stati palestinesi lei sarebbe qua a giustificare anche il bombardamento di qualche asilo nido palestinese (lei non è un "contabile dell’orrore"), oltre a scuole e ospedali.

    Riguardo il terrorismo ricordo anche l’Irgun nel passato e lo stato d’Israele nel presente. 
  • Di (---.---.---.181) 15 agosto 2014 09:00

    Appunto. Si sorvola sull’inizio di questa tornata di scontri per tornare come sempre all’inizio della storia... "Aspetti che qualcuno occupi casa sua e poi gli offra anche un caffè". Quindi siamo sempre all’inizio: il problema è che Israele esiste e ha "rubato" la terra dei palestinesi. Ma la prima pulizia etnica l’hanno subìta gli ebrei di Hebron casomai non se lo ricordassero i commentatori della palestina libera. Ben prima che iniziassero gli attentati di quell’organizzazione terroristica di destra che si chiamava Irgun. E allora, se gli ebrei in quella terra ci sono sempre stati, di chi è la casa e chi dovrebbe offrire il caffè ?

    Sul resto è ovvio che non conta niente il fatto che di media cadano tre razzi al giorno, tutti i giorni, da quindici anni ininterrotti sui cittadini israeliani. Qualsiasi governo di destra, di centro o di sinistra avrebbe reagito, ma quando mai si è sentito qualcuno dire che se i palestinesi avessero adottato una politica non violenta avrebbero ottenuto TANTO DI PIU’ di quello che potranno mai ottenere adesso ?!

    Protestate, vi sdegnate e manifestate e non vi rendete conto che appoggiando le politiche palestinesi siete complici di chi sta portando quel popolo al suicidio da quasi un secolo ormai. Quando protesterete per i razzi e gli attentati suicidi di Hamas sarete credibili. Per ora il vostro sdegno non lo è.

  • Di (---.---.---.82) 15 agosto 2014 13:16

    Non la distolgo dalle favole. Anche quella che alla fine Israele non è responsabile di nessun crimine, e le colpe sarebbero solo e soltanto degli altri. Fosse stato qualunque altro paese, sarebbe stato già attaccato. In Iraq si parla già di genocidio, pulizia etnica e quant’altro a causa dell’ISIS (nulla da eccepire) e gli Stati Uniti si preparano (molto da eccepire), mentre il massacro che va avanti da anni contro i Palestinesi sono loro a cercarselo quindi lasciamoli nelle mani degli aguzzini (ed è solo un eufemismo!). E continuiamo a parlare dei razzi e degli attentati suicidi, sorvolando su quanto di più pesante usa l’esercito Israeliano. Ovviamente per legittima difesa. Guai a dubitarne.

    • Di (---.---.---.181) 16 agosto 2014 01:11

      No, no, dubiti pure. E continui a fregarsene dei razzi, dei tunnel, degli attentati suicidi e dei ragazzi israeliani rapiti e ammazzati. Poi però non si stupisca (quando si sveglierà dalle SUE favole) se il popolo palestinese si trova messo sempre peggio.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità