• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Gaza e lo scandalo monocolore

Gaza e lo scandalo monocolore

Le proteste contro la nuova guerra di Gaza si stanno infittendo.

Diventano più numerose e qualcuna anche più violenta. Con tutti i pericoli di scivolare in uno scontro razziale, come ho già scritto

Nonostante alcuni si lamentino del pensiero unico filoisraeliano (lo fa ad esempio D’Orsi sul Manifesto dove parla di “rovescismo”, che sarebbe il sostegno alla giustificazione israeliana che si starebbe difendendo dai razzi di Hamas); pensiero unico che sarebbe determinato dalla cosiddetta (e onnipresente) "lobby ebraica".

Ma è sufficiente dare un’occhiata alla stampa di sinistra e farsi un giro nel web per avere la sensazione che le cose non stiano esattamente così. Le accuse contro Israele sono abbondanti e articolate.

La domanda che impone maggiori spunti di riflessione però è un’altra. Faccio una premessa.

Della catastrofe irachena abbiamo perso il conto dei morti; oggi sappiamo che in quelle zone si è formato un autoproclamatosi “califfato” che, a leggere certe notizie di stampa, avrebbe imposto alle ragazze vergini dell’area di concedersi ai combattenti, replicando il fenomeno della jihad del sesso che pare abbia coinvolto centinaia se non migliaia di giovani donne (in Tunisia la cosa è diventata un problema di ordine sociale e politico). Di oggi la notizia, non si sa se vera, che sarebbe stata imposta anche l’infibulazione. Che farebbe così la sua comparsa anche nel vicino oriente dove non era storicamente praticata se non in minima misura.

Nel frattempo l’ONU ha smesso da gennaio di conteggiare i caduti nella sanguinosissima guerra “civile” (le virgolette sono d’obbligo) siriana; altre fonti parlano ormai di 150mila morti, non si sa quanti feriti, non si sa quante centinaia di migliaia di profughi.

Non c’è bisogno di ricordare la mattanza in Libia e il golpe in Egitto oppure, se vogliamo andare indietro con la memoria, le ricorrenti guerre civili in Libano, quella terribile in Algeria (oltre 100mila morti), le decine di migliaia di curdi uccisi dalla Turchia, la repressione in Iran che ha visti sparire prima gli oppositori liberali allo Scià, poi gli antimonarchici marxisti, più recentemente i ragazzi e le ragazze dell’Onda Verde e qualsiasi altro tipo di opposizione. Inutile ricordare il milione di morti della guerra Iraq-Iran. O la repressione russa in Cecenia o quella cinese in Tibet. O il milione di morti negli scontri fra Tutsi e Hutu. O la guerra civile a Ceylon e la repressione della minoranza islamica nelle Filippine.

Si potrebbe continuare ancora a lungo in un macabro tour fra gli orrori ovunque nel mondo.

Alcuni di questi conflitti, ma non tutti, trovano origine in occidente, lo sappiamo; in particolare nelle scelleratezze omicide nel giovane Bush, ex alcoolista e “cristiano rinato”. Di altri si conoscono le interferenze occidentali, come in Libia. Ma è altrettanto evidente - salvo per i soliti terzomondisti da operetta - che esistono processi di sterminio e una agghiacciante diffusione di odio omicida che non ha origini “occidentali”.

Ma tutto quello che ho elencato ha avuto una qualche, più o meno breve, risonanza sulla stampa, ma nessuna - ripeto: nessuna - reazione a livello di opinione pubblica.

A sinistra non ci sono state manifestazioni (se non dei diretti interessati, curdi o iraniani) di massa. Chiamate al boicottaggio. Manifesti di intellettuali. Prese di posizione dell’intellighenzia. Niente che assomigli in qualche misura, nemmeno lontanamente allo scandalo che comporta Israele e la guerra di Gaza.

Che è scandalo e orrore, sia chiaro. Ma non il solo scandalo e orrore. Però il solo scandalo e orrore che smuove le coscienze e le persone. Che produce manifestazioni, anche “forti”, e denunce e inviti al boicottaggio e grande sdegno che però è monocolore.

Perché solo la violenza di Israele e non una qualsiasi delle tragedie elencate sopra, provocano una reazione?

Nemmeno i drammatici quattro anni di assedio di Sarajevo hanno smosso le coscienze quanto Gaza. Milioni di morti, milioni di feriti, milioni di rifugiati e di profughi qui e là nel mondo e ora l'abbattimento dell'areo malese sui cieli ucraini. Chiunque sia stato è stato un atto di guerra; ma la reazione è stata come se si fosse trattato di un incidente.

L’unico avvenimento che spinge a uscire di casa e andare a manifestare “contro” sono i bombardamenti israeliani su Gaza.

Spontaneamente mi è venuto recentemente di riportare la citazione di non ricordo chi:

La doppia morale di chi si mobilita sempre e solo contro Israele non assolve Israele dai suoi torti, ma certamente qualifica quegli accusatori come ipocriti".

Si sa bene che questa "predilezione" viene definita "doppio standard" (rimproverare agli ebrei ciò che non si rimprovera ad altri) che a sua volta giustifica l'accusa di antisemitismo rivolta a chi manifesta contro Israele.

Ma non vorrei arrivare a questo. Quindi apro il dibattito: a voi le spiegazioni.

 

Foto: J. Macintosh/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di Persio Flacco (---.---.---.49) 23 luglio 2014 14:49

    Insomma, ci sono tante stragi nel mondo per le quali indignarsi, se quelle che commette Israele sono in assoluto le più seguite il motivo non può essere che uno: l’odio per Israele nascosto sotto l’ipocrita questione umanitaria. Ed essendo Israele lo Stato degli ebrei chi odia Israele odia gli ebrei: è antisemita.

    Et voilà, il gioco è fatto: le critiche contro le stragi di civili palestinesi possono tranquillamente essere ignorate. Anzi, ci si deve indignare contro chi le fa.

     Questo è un gran classico della propaganda sionista: ottimo per ottenere una efficace copertura politica e mediatica a protezione degli stragisti, che in questo modo schivano le conseguenze politiche delle loro azioni.

    In realtà esistono almeno un paio di ragioni che motivano il maggiore livello di attenzione dell’opinione pubblica occidentale verso le stragi sioniste.

    La prima è che Israele è uno stretto alleato, da noi fortemente supportato in ogni senso. E di conseguenza siamo moralmente e concretamente corresponsabili delle sue azioni.

    La seconda, probabilmente meno frequente, è che alcuni avvertono nei confronti di Israele un senso di fratellanza. E ci si incazza molto di più quando a compiere certe brutte azioni è tuo fratello piuttosto che un estraneo. Ci si sente responsabili, ci si dispiace per lui se prende una cattiva strada.

    Mi spiace averle un po’ complicato le cose. Mi rendo conto che con gli occhiali della paranoia è tutto più semplice e meno impegnativo.

    • Di (---.---.---.227) 23 luglio 2014 22:21

      Ma non dire cazzate.


      Leggi il libro ’La pulizia etnica della Palestina’ dello storico ebreo Ilan Pappe,
      o cerca interviste di grandi ebrei come Rabbi Weiss o Ury Avnery.

      C’è un Israele che accetta la realtà dei fatti, ovvero il genocidio e la pulizia etnica dei palestinesi, e vi si oppone.

      Mandela ha parlato di apartheid riferendosi alla condizione dei palestinesi, in una lettera ad Alan Freedman.

      Ancora nel 1948 Hanna Harendt, Einstein ed altri intellettuali ebrei scrissero al NYTimes,
      criticando apramente la visita negli Usa di Begin, primo ministro di Israele, 
      ma un tempo a capo dell’organizzazione terroristica irgun, tra i responsabili del genocidio di 15mila palestinesi e della pulizia etnica di altri 250mila pochi mesi prima.

      Un ministro del primo governo israeliano, paragonò il comportamento di Israele durante la pulizia etnica a quello dei criminali nazisti.

      Quindi non dire cazzate. 
      L’antisemitismo è una scusa dei sionisti più radicali che hanno pianificato la spoliazione della Palestina dal popolo palestinese.
      Il mondo civile, ebraico e non, ha preso coscienza della realtà dei fatti.

      Citazioni:

      CHAIM WEIZMANN, FUTURO PRESIDENTE D’ISRAELE:

      "Gli inglesi ci hanno detto che ci sono dei negri in Palestina, gente di nessun valore”. (Nur-eldeen Masalha, Towards the Palestinian refugees, 08/2000)

      _________________

      IL SIONISTA YOSSEF WEITZ AVEVA PREPARATO UNA LISTA DETTAGLIATA DEI VILLAGGI PALESTINESI DA DISTRUGGERE, CON NOMI E COGNOMI DI UOMINI DONNE E BAMBINI DISARMATI, E QUESTO ANNI PRIMA DEI PROTOCOLLI DI WANNESEE COMPILATI DAI NAZISTI PER STERMINARE GLI EBREI IN EUROPA.

      _____________

      AHARON CIZLING, MINISTRO DEL PRIMO GOVERNO D’ISRAELE NEL 1948:

      Adesso anche gli ebrei si sono comportati (contro i palestinesi) come i nazisti, e tutta la mia anima ne è turbata." (Minutes of Israeli cabinet meeting, 17 nov. 1948, Kibbutz Meuhad Archive, section 9 container 9 file 1)

      _____________

      I PRINCIPI ISPIRATORI DEL SIONISMO CONTRO I PLESTINESI:

      C’è bisogno di una reazione brutale. Dobbiamo essere precisi su coloro che colpiamo. Se accusiamo una famiglia palestinese non c’è bisogno di distinguere fra colpevoli e innocenti. Dobbiamo fargli del male senza pietà, altrimenti non sarebbe un’azione efficace”. (Ben Gurion’s Diary, 1 Jan. 1948)

      _____________

      MOSHE DAYAN 1967:

       

      “Dobbiamo dire ai palestinesi dei territori occupati che non esiste soluzione per loro, continueranno a vivere come cani, e se vogliono possono andarsene”. (RAFI secretariat meeting in September of 1967, Yossi Beilin, Mehiro shel Ihud)

       

      ____________


       


    • Di Persio Flacco (---.---.---.49) 24 luglio 2014 01:12

      Non dire cazzate? Come minimo non hai capito cosa commenti.

      Ma veniamo al nocciolo delle tue sgangherate argomentazioni: che tu sappia c’è uno Stato al mondo che non sia nato dalla violenza e che non sia stato battezzato in un fiume di sangue? Io non ne conosco nessuno.
      Israele avrebbe dovuto essere una eccezione? Sarebbe stato bello, ma crederlo non era realistico, e infatti le cose sono andate in modo diverso, in modo "normale" direi.

      Al di la dello slogan preparato per ammansire gli ingenui idealisti: "Una terra senza popolo per un popolo senza terra", i dirigenti sionisti sapevano perfettamente che ci sarebbe stato un lavoro sporco da fare, e tra loro se lo dicevano con la brutale franchezza che ora, nelle citazioni, fuori dal loro contesto, appare come compiacimento. Era realismo, non compiacimento.

      Ma ora non ha più senso discutere delle fasi che hanno preceduto la fondazione dello Stato di Israele. Oggi Israele è uno Stato pienamente legittimo.

      E’ invece utile chiedersi che fine ha fatto quella componente prima ultraminoritaria del Sionismo che coltivava una ideologia suprematista affine al nazismo. Una componente forse troppo a lungo tollerata nella fase decisiva del processo di fondazione, repressa forse troppo tardi per impedirle di allungare la sua influenza sul movimento sionista attuale.

      Le idee di Jabotinsky, secondo il quale "ogni Ebreo aveva il diritto di entrare in Palestina, che solo un’attiva rappresaglia avrebbe intimorito gli Arabi e che solo una forza armata ebraica avrebbe assicurato lo Stato d’Israele", che erano il manifesto ideologico di organizzazioni di tipo fascista come Irgun e Lehi, sono del tutto simili a quelle che oggi rivendicano e praticano con fierezza Netanyahu e i suoi alleati. E che è diventata egemone, benché coperta sotto una coltre di ipocrisia, nelle parti più attive della Diaspora.

      E’ il futuro che ci interessa.

    • Di (---.---.---.124) 24 luglio 2014 22:48
      Non so a cosa rispondo?
      Ad una persona che parla di odio verso Israele nei confronti di chi critica la politica di questo stato, 
      mentre invece grandi personalità ebraiche, come quelle che ho citato, hanno parlato di genocidio o pulizia etnica del popolo palestinese, mettendo sotto accusa le istituzioni del proprio paese.

      Sgangherate argomentazioni? 
      Il fondamento ideologico e politico delle dichiarazioni che ho riportato, è lo stesso che anima oggi lo stato di Israele nelle sue istituzioni, e che ha portato alla carneficina attuale.

      Quoto dalla tua risposta: 

      Ma ora non ha più senso discutere delle fasi che hanno preceduto la fondazione dello Stato di Israele. Oggi Israele è uno Stato pienamente legittimo.
      E’ invece utile chiedersi che fine ha fatto quella componente prima ultraminoritaria del Sionismo che coltivava una ideologia suprematista affine al nazismo. Una componente forse troppo a lungo tollerata nella fase decisiva del processo di fondazione, repressa forse troppo tardi per impedirle di allungare la sua influenza sul movimento sionista attuale.

      Nessuno ha masso in discussione la legittimità dello stato d’Israele. Corri un pò troppo.

      Queste tue affermazioni, invece, mi sembrano proprio evidenziare come quel sottofondo ideologico comune ai padri del sionismo, sia divenuto pervasivo nella società e nelle istituzioni israeliane oggi.
      Prova ad leggere o ad ascoltare qualche intervista allo storico Pappe sul tema del conflitto in Palestina:
      lui stesso parla di ignoranza sulla storia di Israele da parte di buona parte degli israeliani, che non conoscono la storia della spoliazione della Palestina come effettivamente è stata, un progetto pianificato a tavolino decenni prima dell’olocausto;
      sempre lui ha affermato di come le persone tendano ad essere educate e a vivere vedendo il vicino arabo o palestinese, come violento e pericoloso, con un odio a prescindere rispetto al popolo ebraico, sin dalla nascita dello stato di Israele.

      Questo è un video allucinante sui bambini israeliani e la guerra. Dai un occhio.

      Comunque, rispetto per le opinioni divergenti, ma sarai d’accordo che adesso è il momento di azioni decise, dei governi, dei cittadini e delle istituzioni internazionali, a partire dal boicottaggio, disinvestimenti, raccolte di firme e manifestazioni, per fermare un massacro.

      Un bambino è morto ogni ora negli ultimi 2 giorni, secondo Save the children.
      Sono state bombardate, case, ospedali, autoambulanze, la stessa UNRWA, ( una scuola piene di rifugiati ), media.

      Take Action!


    • Di Persio Flacco (---.---.---.49) 27 luglio 2014 23:42

      << Non so a cosa rispondo? Ad una persona che parla di odio verso Israele nei confronti di chi critica la politica di questo stato, >>

      No, hai equivocato. Forse perché non sono stato abbastanza chiaro nell’esprimermi. Niente di grave.

      << mentre invece grandi personalità ebraiche, come quelle che ho citato, hanno parlato di genocidio o pulizia etnica del popolo palestinese, mettendo sotto accusa le istituzioni del proprio paese. >>

      Lo so.

      << Sgangherate argomentazioni?
      Il fondamento ideologico e politico delle dichiarazioni che ho riportato, è lo stesso che anima oggi lo stato di Israele nelle sue istituzioni, e che ha portato alla carneficina attuale. >>

      Ti ho risposto che c’è differenza tra realismo e compiacimento. Essere coscienti che fondare uno Stato in cui gli ebrei avrebbero potuto essere salvi dalle persecuzioni avrebbe comportato la cacciata delle popolazioni autoctone è realismo; Teorizzare un diritto eterno degli ebrei su quelle terre è nazismo.

      << Nessuno ha masso in discussione la legittimità dello stato d’Israele. >>

      Beh, l’affermazione che scopo del Sionismo era di fondare Israele nella forma di uno Stato nazista contraddice l’affermazione che Israele è uno Stato legittimo. A meno di considerare legittimo uno Stato nazista.
      Il Sionismo non aveva nulla dei caratteri che contraddistinguono un movimento nazista. Non si poteva nemmeno definirlo un movimento nazionalista, dal momento che il suo scopo primario era meramente funzionale: dare agli ebrei la possibilità di vivere in un luogo dove non sarebbero stati una minoranza perseguitabile.

      << Queste tue affermazioni, invece, mi sembrano proprio evidenziare come quel sottofondo ideologico comune ai padri del sionismo, sia divenuto pervasivo nella società e nelle istituzioni israeliane oggi. >>

      Non era un sottofondo comune, al contrario: quelle idee fascistoidi nel Sionismo erano marginali. Purtroppo, come spesso succede, in un certo contesto le idee fasciste acquistano forza e diventano egemoni.

      << Prova ad leggere o ad ascoltare qualche intervista allo storico Pappe sul tema del conflitto in Palestina:>>

      Ho letto interviste e qualche libro di Pappe e di altri. Penso di essere abbastanza informato sull’argomento. Tuttavia, nonostante il fatto che Pappe, come altri storici ebrei, rappresentino i fatti per come si sono verificati, questo non basta per capire il senso di quello che è avvenuto e che avviene oggi. Non basta rappresentare oggettivamente la spoliazione della Palestina per capire la verità di quel processo: è una questione molto più complicata.

      << Comunque, rispetto per le opinioni divergenti, ma sarai d’accordo che adesso è il momento di azioni decise, dei governi, dei cittadini e delle istituzioni internazionali, a partire dal boicottaggio, disinvestimenti, raccolte di firme e manifestazioni, per fermare un massacro.>>

      Su questo non ho dubbi. Ogni ulteriore tolleranza verso il governo fascista israeliano contribuisce a portare Israele (e l’ebraismo) alla dissoluzione.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.152) 28 luglio 2014 01:12
      Fabio Della Pergola

      Quindi: uno dice che il progetto sionista era un progetto basato su idee naziste fin dal principio. Naturalmente sta delirando e l’altro gli dice: no, non era un progetto nazista. Ma lo è diventato quando qualcuno ha cominciato a «Teorizzare un diritto eterno degli ebrei su quelle terre è nazismo». Immaginiamo che nessuno al mondo affermino un "diritto eterno" sulla terra su cui ha costruito uno stato, vero ? Non i russi, non i turchi o gli arabi o gli inglesi eccetera.... Hanno un’idea piuttosto vaga di cosa sia il nazismo.
      «Purtroppo, come spesso succede, in un certo contesto le idee fasciste acquistano forza», dice il secondo. Che, bontà sua, ha derubricato la questione da "nazista" a "fascista". Ancora un passo e sarebbe arrivato alla conclusione banale che al governo di Israele c’è una coalizione di destra, che ci è arrivata tramite libere elezioni. Ma è interessante analizzare il "certo contesto" che si chiama guerra dello Yom Kippur, 1973. Fino a quel momento al governo c’erano sempre stati i laburisti; cioè il sionismo di sinistra (quello che per il primo dei litiganti non è mai esistito perché il sionismo è sempre stato nazismo). E sapete perché la destra è andata al governo: ohibò perché la sinistra si è fatta trovare impreparata all’attacco degli stati arabi che in quella guerra, per l’unica volta, nella loro storia hanno seriamente messo in pericolo l’esistenza di Israele. Strano vero che la destra poi abbia vinto le elezioni ? Si potrebbe fare un nesso: Sharon forza la mano e libera la Striscia di Gaza dalla presenza israeliana, sia militare che civile. Era il 2005. Ebbene, ve lo ricordate che cosa successe nel 2006 ? Hezbollah aggredì una pattuglia di militari israeliani di confine. Lasciò 10 morti e rapì due militari che poi furono restituiti cadaveri. Scoppiò la guerra del Libano. Mezzo paese distrutto e la coalizione di governo (Olmert, Sharon era già in coma) fu surclassata di critiche perché l’esercito aveva fatto molta fatica (anzi le aveva prese) nel sud del Libano. Alle elezioni successive - in "quel contesto" - guardacaso vinse Netanyahu. La domanda è: ma non sarà per caso che la destra va al governo perché il campo arabo-palestinese ha completamente bruciato tutti gli spazi per la sinistra ?
      Troppo difficile da capire ?

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.152) 23 luglio 2014 15:10
    Fabio Della Pergola

    Interessante come un altro articolo http://www.agoravox.it/Gaza-come-Al... pur partendo da un altro punto di vista arrivi contemporaneamente alla stessa conclusione e si ponga gli stessi miei interrogativi.

  • Di (---.---.---.195) 23 luglio 2014 16:53

    Ignorare l’antico effetto provocato nella mentalitá del mondo dall’"accusa" cristiana agli ebrei como responsabili -eterni- della morte di "cristo" é parte essenziale del problema. 2 000 anni di prediche hann prodoto ungrave danno, spiegato, con scarso risultato, dalla richiesta di perdono fatta,tardi e male,dal papa woytila. Il resto (islam, lutero, stalin, hitler il marxismo in generale hanno fatto il resto. In sintesi, odiare l’ebreo é facile, impune e "comodo".

    • Di (---.---.---.227) 23 luglio 2014 22:23

      Ma non dire cazzate.


      Leggi il libro ’La pulizia etnica della Palestina’ dello storico ebreo Ilan Pappe,
      o cerca interviste di grandi ebrei come Rabbi Weiss o Ury Avnery.

      C’è un Israele che accetta la realtà dei fatti, ovvero il genocidio e la pulizia etnica dei palestinesi, e vi si oppone.

      Mandela ha parlato di apartheid riferendosi alla condizione dei palestinesi, in una lettera ad Alan Freedman.

      Ancora nel 1948 Hanna Harendt, Einstein ed altri intellettuali ebrei scrissero al NYTimes,
      criticando apramente la visita negli Usa di Begin, primo ministro di Israele, 
      ma un tempo a capo dell’organizzazione terroristica irgun, tra i responsabili del genocidio di 15mila palestinesi e della pulizia etnica di altri 250mila pochi mesi prima.

      Un ministro del primo governo israeliano, paragonò il comportamento di Israele durante la pulizia etnica a quello dei criminali nazisti.

      Quindi non dire cazzate. 
      L’antisemitismo è una scusa dei sionisti più radicali che hanno pianificato la spoliazione della Palestina dal popolo palestinese.
      Il mondo civile, ebraico e non, ha preso coscienza della realtà dei fatti.

      Citazioni:

      CHAIM WEIZMANN, FUTURO PRESIDENTE D’ISRAELE:

      "Gli inglesi ci hanno detto che ci sono dei negri in Palestina, gente di nessun valore”. (Nur-eldeen Masalha, Towards the Palestinian refugees, 08/2000)

      _________________

      IL SIONISTA YOSSEF WEITZ AVEVA PREPARATO UNA LISTA DETTAGLIATA DEI VILLAGGI PALESTINESI DA DISTRUGGERE, CON NOMI E COGNOMI DI UOMINI DONNE E BAMBINI DISARMATI, E QUESTO ANNI PRIMA DEI PROTOCOLLI DI WANNESEE COMPILATI DAI NAZISTI PER STERMINARE GLI EBREI IN EUROPA.

      _____________

      AHARON CIZLING, MINISTRO DEL PRIMO GOVERNO D’ISRAELE NEL 1948:

      Adesso anche gli ebrei si sono comportati (contro i palestinesi) come i nazisti, e tutta la mia anima ne è turbata." (Minutes of Israeli cabinet meeting, 17 nov. 1948, Kibbutz Meuhad Archive, section 9 container 9 file 1)

      _____________

      I PRINCIPI ISPIRATORI DEL SIONISMO CONTRO I PLESTINESI:

      C’è bisogno di una reazione brutale. Dobbiamo essere precisi su coloro che colpiamo. Se accusiamo una famiglia palestinese non c’è bisogno di distinguere fra colpevoli e innocenti. Dobbiamo fargli del male senza pietà, altrimenti non sarebbe un’azione efficace”. (Ben Gurion’s Diary, 1 Jan. 1948)

      _____________

      MOSHE DAYAN 1967:

       

      “Dobbiamo dire ai palestinesi dei territori occupati che non esiste soluzione per loro, continueranno a vivere come cani, e se vogliono possono andarsene”. (RAFI secretariat meeting in September of 1967, Yossi Beilin, Mehiro shel Ihud)



      Cercate di mantenere un livello di decenza, per favore.

  • Di (---.---.---.110) 23 luglio 2014 19:47
    Perche’ non siamo indifferenti.
    Quando comincio’ la guerra contro l’ Afghanistan ci furono milioni di manifestanti in tutto il mondo. La conclusione e’ che gli Usa hanno continuato a fare quello che volevano. Il popolo piu’ che manifestare non puo’, a meno che non si voglia andare verso una rivolta. Per l’ Egitto ci sono state manifestazioni in tutto il mondo a sostegno della lotta, ....
    E’ proprio la volonta’ di combattere la componente di ipocrisia, che e’ alla base del sostegno che danno le borghesie europee ad Israele, che alimenta la indignazione della popolazione contro le sue azioni di rappresaglia. Il fatto e’ che Israele non e’ solo violenza, mattanza, ma e’ un esempio del grado di perfidia a cui puo’ arrivare l’essere umano. Forse manifestare contro la violenza di Israele e’ anche un modo per difendere se stessi dal cinismo, dall’ indifferenza e dalla crudelta’. Per diventare crudeli, insegnano i sergenti, per primo bisogna imparare a osservare la crudelta’, restandone indifferenti. Cosi’ sta facendo il governo israeliano che, che pretenderebbe la indifferenza della popolazione. Guarda caso, Israele e’ parte dei paesi che sostengono i califfi in Irak, gli stessi, come lei ricordava, che vogliono obbligare l’ infibulazione.
    Nicolai Caiazza
  • Di (---.---.---.66) 23 luglio 2014 20:11

    Personalmente ritengo che siano due i fattori che orientano i sentimenti riguardo alla vicenda. Il primo è che Israele ha una cultura occidentale, democratica, in teoria non ambigua; i suoi avversari "sembrano" (e molte volte lo sono) meno occidentali e quindi inferiori, meno democratici, ambigui e infidi (ripeto: "sembrano", senza scendere troppo nell’analisi).
    Questo pone il conflitto sotto una luce a sè: l’occidente verso il mondo arabo. Questo forse spiega l’attenzione speciale; se Arabi massacrano Arabi è un conto, ma una guerra fra Arabi e occidentali è un altro. Per giustificare questa guerra c’è una tesi (quella di Israele) per cui Israele "si difende". Chi crede a questa tesi sostiene Israele; chi non ci crede lo avversa.

    Il secondo fattore è la storia passata del popolo ebreo. Anche qui, senza scendere nell’analisi, si può notare che è una storia speciale che troppo sovente infiamma gli animi, e solitamente più l’animo è infiammato e meno avrebbe ragione di esserlo.

    Se si sommano questi due fattori, il quadro è abbastanza completo ma rimane confuso, almeno per me lo rimane. Bisognerebbe vivere in quel posto per capire le scelte che là si fanno; bisognerebbe provare a essere il leader degli israeliani per sentire il peso della responsabilità, e qui mi sbilancio a dire che non provo neppure a mettermi nei panni di un leader palestinese: è troppo lontano dal mio modo di pensare.

    Cordiali saluti,
    Gottardo

  • Di (---.---.---.172) 23 luglio 2014 20:32

    basterebbe ricordare all’autore di questo articolo che la questione Palestinese appassiona più di altre perchè ha una certa unicità ( se escludiamo lo sterminio dei nativi d’america) basterebbe il fatto che si trascina in modo vergognoso e criminale da quasi un secolo. Le “altre” guerre , le più recenti, sono genuinamente guerre di stampo neoliberista...le VEDIAMO, LE TOCCHIAMO....non abbiamo bisogno di uno storico di stato per farcele raccontare...

  • Di (---.---.---.73) 23 luglio 2014 21:32

    Troppo complicate e quindi lontane dalla realtà le vostre argomentazioni. Al solito la semplicità si avvicina molto di più. Da sempre l’uomo non appartenendo nè all’uno nè all’altro dei contendenti, e non avendo nulla da perdere o da guadagnare, si schiera con il più debole, magari per invidia verso quello più forte o ricco. A mio avviso è tutto lì.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.152) 25 luglio 2014 16:40
    Fabio Della Pergola

    A parte le solite argomentazioni accese e ampiamente fuori tema, in cui due antisionisti si sono curiosamente accapigliati fra di loro in modo surreale senza accorgersi che sostanzialmente dicevano la stessa cosa, aggiungo anch’io la mia opinione.

     

    Che è molto vicina a quella espressa da Gottardo e speculare a quella espressa da Lorenzo Trombetta sul sito SiriaLibano che ho segnalato più sopra.

    Il fatto è che agli occidentali non importa niente se gli arabi ammazzano altri arabi, se i neri ammazzano altri neri, asiatici ammazzano altri asiatici e perfino se slavi massacrano altri slavi. Importa solo - e intervengono protestando solo in questo caso - se è l’occidente che si scontra con popoli non occidentali. Se interviene in Iraq o Afganistan o se Israele bombarda Gaza.


    Per cui i 700 morti di Gaza portano gente in piazza, in mezzo mondo, a protestare e bruciare bandiere, ma i 170mila morti in Siria non smuovono nessuno dalla sua poltrona preferita.

    La cosa mi colpisce e la trovo agghiacciante. Perché la conclusione ovvia è che il motivo vero delle manifestazioni non è la commozione e lo sdegno (che ci sono naturalmente e sono del tutto comprensibili e anche condivisibili fino a che non diventano fredda indifferenza verso i tre ragazzini israeliani ammazzati a sangue freddo, ad esempio).


    Il vero motivo delle manifestazioni antiisraeliane è il terzomondismo antioccidentale proprio di certe tendenze politiche occidentali. In cui non c’è niente di male, ovviamente. Ma è scelta politica, ben altra cosa dal "pacifismo" e anche dall’essere davvero umanitari.

     

    E’ il motivo per cui certi opinionisti di destra hanno storpiato il termine “pacifisti” in “pacifinti”. Ed è l’accusa più ricorrente che si sente fare anche in ambito ebraico. Che legge nell’ambivalenza dei movimenti di protesta una buona dose di antisemitismo (sdegnarsi per quello che fa lo stato ebraico, ma non per la stessa cosa fatta da arabi).

     

    Non credo che ci sia davvero dell’antisemitismo in questo; c’è casomai quando si fanno quelle assurde tirate sul “popolo eletto” o sullo stato “ebraico” che sarebbe perciò, in quanto ebraico, razzista a priori (ma nessuno ha mai accusato di razzismo gli stati “arabi” o le repubbliche “islamiche”).

     

    In tutto ciò resta l’amaro in bocca. La commozione per i bambini morti di Gaza sarà vera o sarà solo il riflesso politico dell’antioccidentalismo ? Un sentimento sincero o un automatismo politico-culturale ?


    Ci si commuove per i bambini di Gaza, ma per nulla per i bambini di Homs o di Aleppo o per quelli curdi o altri ancora.

     

    L’accusa più atroce che viene dai sostenitori della rivolta siriana (che non sono affatto filoisraeliani, tanto per chiarire) è che molte foto di bambini siriani uccisi vengono riciclate come foto di bambini di Gaza. Solo in quel momento diventano virali e tanti le postano con commozione alimentando l’opposizione a Israele. Che è comprensibile, con quello che sta succedendo, ma che rappresenta pur sempre un falso; un falso umanitarismo.

     

    Nel sito citato scrivono:

     

    “Mi riferisco invece qui a tutti gli attivisti delle reti di solidarietà della società civile, ai politici, agli scrittori e agli artisti che da anni sono rimasti in completo silenzio: il fatto che si siano mossi oggi ci ha ricordato che sono ancora in vita, e che si commuovono di fronte ai bambini uccisi dai bombardamenti aerei (....) a beneficio di costoro in particolare, incapaci di commuoversi di fronte al cadavere di un bambino ad Aleppo e che si sciolgono invece in lacrime per un bambino come lui a Gaza, è utile mischiare le fotografie, così da fargli credere che le immagini di morte ad Aleppo provengano da Gaza e che gli aerei assassini di Asad siano israeliani”.

     

    Credo che sia la peggiore accusa di ipocrisia che venga rivolta ai manifestanti nostrani (ovviamente non a quelli palestinesi che ne hanno tutti i diritti).


    Se manifesti contro ogni barbarie sei un pacifista, altrimenti sei un po’ fasullo.

    Io la vedo così.

    • Di (---.---.---.49) 26 luglio 2014 11:14

      1. << A parte le solite argomentazioni accese e ampiamente fuori tema, in cui due antisionisti si sono curiosamente accapigliati fra di loro in modo surreale senza accorgersi che sostanzialmente dicevano la stessa cosa >>

      Complimenti: è riuscito a peggiorare la sua media, già bassa, in materia di comprensione del testo.
      Io non sono antisionista: sono solo antifascista. Ad essere antisionista è il mio interlocutore, che attribuisce al Sionismo di Herzl le caratteristiche fascistoidi del sionismo di Netanyahu, derivato da Jabotinsky e affini. Lui, per affermare la sua tesi, usa citazioni di stampo fascista e razzista di alcuni esponenti sionisti e, implicitamente, afferma che il movimento sionista era un blocco ideologicamente e politicamente omogeneo al carattere di quelle citazioni.
      Lei, evidentemente con meno strumenti e meno voglia di approfondire, ne è sicuro e basta.

      2. << Il fatto è che agli occidentali non importa niente se gli arabi ammazzano altri arabi, se i neri ammazzano altri neri, asiatici ammazzano altri asiatici e perfino se slavi massacrano altri slavi. Importa solo - e intervengono protestando solo in questo caso - se è l’occidente che si scontra con popoli non occidentali. Se interviene in Iraq o Afganistan o se Israele bombarda Gaza. >>

      Lei conosce la differenza tra "cittadino" e "suddito"? Ne dubito, per cui gliela spiego: il cittadino di uno Stato democratico presume di essere corresponsabile delle decisioni e delle azioni poste in essere dalle istituzioni che lo rappresentano. I sudditi no.
      Questa presunzione di corresponsabilità fa si che i cittadini di uno Stato (o dai suoi stretti alleati) che commette soprusi e stragi ai danni di altre popolazioni se ne sentano corresponsabili, e regiscano in modi diversi a seconda del profilo ideologico di cui sono portatori. 
      I generale, protestano quelli che riconoscono i diritti umani fondamentali alle popolazioni vittime della azioni del loro Paese;
      non protestano invece quelli che considerano certi popoli come untermensch, come esseri inferiori o, comunque, della cui sorte non merita occuparsi. Questi, anzi, appoggiano le azioni del loro Paese e spesso, per coprire il proprio razzismo: manifesto o nascosto, accusano gli altri di "terzomondismo", o di "antioccidentalismo", o di "falso umanitarismo", o di "antisionismo". Come sta facendo lei.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.152) 26 luglio 2014 12:48
    Fabio Della Pergola

    non so chi sia lei e mi interessa relativamente poco (anzi per nulla) la sua distinzione tra sionismo "buono" o "cattivo" che spunta adesso, quando è banale parlare di destra o sinistra in Israele come in qualsiasi altro paese, cosa che non ho mai negato.

    Il resto è un ignobile blablabla che serve solo a coprire una realtà evidente a chiunque abbia voglia di guardarla: si manifesta per i bambini morti di Gaza, ma nessuno manifesta per i bambini morti ad Aleppo, come dicono i sostenitori della ribellione antiregime. Io aggiungo quello che tutti sanno: si manifesta solo quando sul banco degli imputati c’è Israele. E non dico affatto, casomai lei avesse qualche dubbio, che questo sia sbagliato. Ma è manifesto, eclatante, palese, evidente che non si manifesta MAI se non contro Israele o USA. Dal momento che sui diritti umani i paesi che hanno scheletri nell’armadio sono tanti, supponevo che un "antifascista" si sentisse in dovere di esprimere il suo antifascismo ovunque si manifestasse nel mondo. Mica vero. Quindi mi risparmi le sue tirate sui "sudditi" e i "cittadini". Sono scuse. E fragili anche.

    Aggiungo l’elenco dei paesi che hanno votato sulla proposta di una commissione d’inchiesta su eventuali crimini di guerra commessi da Israele (ma Navi Pillay nella sua relazione al direttivo aveva parlato anche degli eventuali crimini di guerra di Hamas). Salta agli occhi che tra i paesi che hanno votato a favore della commissionee ci sono dei veri campioni dei diritti umani (!!!) dall’Algeria alla Russia, dall’Etiopia a Cuba, dal Vietnam al Pakistan e così via:

    Voti a favore (29): Algeria, Argentina, Brasile, Cile, Cina, Congo, Costa Rica, Costa d’Avorio, Cuba, Ethiopia, India, Indonesia, Kazakhstan, Kenia, Kuwait, Maldive, Messico, Marocco, Namibia, Pakistan, Peru, Filippine, Russia, Sierra Leone, Sud Africa, Emirati Arabi Uniti, Venezuela, Viet Nam.

    Astensioni (17): Italia, Germania, Francia, Irlanda, Regno Unito, Austria, Benin, Botswana, Burkina Faso, Repubblica Ceca, Estonia, Gabon, Giappone, Montenegro, Sud Corea, Romania, Macedonia

    Voti contrari (1): Stati Uniti d’America.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.49) 26 luglio 2014 21:15

      Anonimo, in risposta ad un suo commento: << Io non sono antisionista: sono solo antifascista. Ad essere antisionista è il mio interlocutore, >>

      FDP: << non so chi sia lei >>

      Sarebbe bastata una certa capacità di comprensione del testo e qualche piccola capacità deduttiva per capire che l’Anonimo sono io che, molto banalmente, avevo dimenticato di loggarmi.

      Non è la prima volta che mi imbatto in persone palesemente intelligenti che, su certi temi, sembrano cadere in un ottundimento simile a quello indotto dal panico.
      Sembra quasi che avvertano come troppo pericoloso abbandonare, anche solo per un momento, le certezze alle quali sono abbarbicati come naufraghi ad una tavola.

  • Di (---.---.---.152) 26 luglio 2014 21:54

    Non è la prima volta che mi imbatto in persone che credono di essere l’ombelico del mondo o più precisamente la tavola a cui chiunque dovrebbe abbarbicarsi. Ma, ahiloro, non se ne capisce il motivo.

    FDP

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità