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Ghost in the shell e il nostro mondo tecnologico

Ghost in the shell del 1995 di Mamoru Oshii è un film di animazione ambientato in un futuro fantascientifico in cui la maggior parte degli individui che abitano il pianeta o hanno impianti cibernetici o sono dei robot completi. L’agente Motoko Kusanagi, protagonista del film, lavora per la sezione 9, specializzata nella risoluzione di casi e di crimini che riguardano l’informatica e la tecnologia.

In questo film gli individui che posseggono i suddetti impianti cibernetici sono collegati costantemente alla rete ed è proprio grazie a questo che nel film assistiamo alla manipolazione un hacker, il Signore dei Pupazzi. Il film allora parla di hacking al cervello, di connessione permanente alla rete, di sovraccarico sensoriale, di manipolazione del cervello, ecc.

Ghost in the shell è un film molto attuale per i motivi suddetti: parla di temi e concetti spesso ripresi sia dal trans-umanesimo che da molti film di fantascienza dei nostri giorni.

Il film parla di cyborg, robot, corpi artificiali, nano-macchine, tutti temi del post-umano e del transumanesimo: questo film è una metafora ottimamente riuscita che ci racconta, tramite la figura retorica dell’iperbole, il nostro mondo tecnologico e post-umano.

Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e un’onnipresente rete computerizzata sono il palcoscenico per la rivoluzione dell’identità umana”.

L’ambientazione di Ghost in the Shell, il manga in particolare da cui è stato tratto il film, è distintivamente cyberpunk e rimanda ad altri capolavori del genere come Akira o Blame.

È talvolta definita genericamente “cyberpunk-fantasy” o “cyberfantasy” un’opera di genere fantasy che riguardi internet o il cyberspazio”.

Il cyberpunk esprime mondi reali: il regno dell’high tech e il moderno pop underground.
Mondi reali in cui l’individuo vive ogni giorno iper-connesso, bombardato da immagini, suoni e video, un individuo che sfrutta PC, tablet e smartphone come protesi artificiali del suo corpo e sotto questo punto di vista assomiglia molto agli individui presenti nel film Ghost in the shell.

Il cyberspazio e le realtà virtuali sono i mondi reali-fittizi in cui l’uomo moderno vive e prova sensazioni artificiali al confine con il reale. La nostra coscienza frammentata, alienata e paranoica vive una scissione permanente tra reale e irreale, tra umano ed artificiale.

Ghost in the shell allora non è altro che un’estremizzazione del nostro mondo iper-tecnologico: una “favola” cyberpunk dalle tinte scure e minacciose per parlare del nostro io e del nostro rapporto alienante con un mondo che percepiamo reale e irreale allo stesso tempo.

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