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Servizio civile obbligatorio e le giornate di servizio civile nazionale: torna in mente il sabato fascista

 
I deputati Marazziti, Santerini, Dellai, Realacci, hanno presentato una proposta di legge, datata 18 marzo 2014, ma resa pubblica solo il 18 luglio 2014, che inizia con questa premessa “Il concetto di difesa della patria, sancito dall'articolo 52 della Costituzione e riaffermato più volte dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, si è ampliato fino a includere, oltre al servizio militare obbligatorio, il servizio civile attraverso un’accezione solidaristica del concetto di difesa. Secondo tale interpretazione, la difesa dello Stato si realizza anche tramite un servizio a favore della comunità”. 
 
Nel testo della premessa si legge anche che i “lavori socialmente utili contribuiscono, infatti, alla ricostruzione di un ethos nazionale, ripensando il concetto di bene pubblico quale patrimonio condiviso tra tutti i cittadini”. Tra le varie aree d'intervento "è previsto anche l’impiego dei giovani in attività volte al recupero di efficienza della pubblica amministrazione al fine di contribuire in modo concreto alla riduzione delle inefficienze e delle lungaggini che caratterizzano l’apparato burocratico del nostro Paese”. 
 
I campi in cui si dovrebbe operare sarebbero dunque:
 
a) tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, culturale, ambientale e naturale del Paese;
b) protezione civile e difesa del territorio;
c) educazione, integrazione e assistenza sociale con speciale riguardo all'assistenza dell’infanzia, dei disabili, dei non autosufficienti e degli anziani;
d) iniziative di cooperazione allo sviluppo;
e) iniziative di recupero dell’efficienza della pubblica amministrazione.
 
Dunque, in base a questa proposta, tutti i cittadini, di entrambi i sessi, al compimento del diciottesimo anno di età e, comunque, entro il venticinquesimo anno di età, sono chiamati a prestare il servizio civile obbligatorio, fatta salva la possibilità di godere del diritto di rinvio per motivi di studio, fino a non oltre il venticinquesimo anno di età. Mentre nel caso di cittadini di entrambi i sessi che non sono impiegati in attività lavorative o in attività di istruzione ed educative per la prestazione del servizio civile obbligatorio non si tiene conto del limite anagrafico di cui al comma precedente e il servizio può essere prestato fino al compimento del ventinovesimo anno di età, ferma restando la durata massima di sei mesi ed il tutto è retribuito con un importo mensile pari a 400 euro e con uno stanziamento annuo di circa due milioni di euro. Ovviamente sono esentati dalla prestazione del servizio civile obbligatorio i giovani che scelgono, in alternativa, di svolgere il servizio militare volontario nelle forme e con le modalità stabilite dalle disposizioni vigenti in materia. Ma non finisce qui. 
 
Si prevede anche la volontà di istituire le giornate di servizio civile nazionale per due giorni consecutivi ogni anno. In tali giorni tutti i cittadini, fino al cinquantesimo anno di età, che abbiano già svolto il servizio civile nazionale prestano la loro opera a favore della collettività nazionale e delle comunità locali. Insomma una forma di lavoro sottopagato all'ennesima potenza. Una riflessione andrebbe fatta anche sul fatto che lo Stato debba costringere i cittadini a ricorrere al servizio civile, in via obbligatoria, per soddisfare la tutela del bene comune. Una proposta di legge da rispedire al mittente, che probabilmente verrà ben vista da alcune categorie che operano in certi settori del sociale e non solo e ben protette dalla solita politica clientelare.
 
La modernità inganna. Inganna talmente tanto, che a causa di rimozioni storiche, di ignoranza e mancate ed effettive epurazioni, certi concetti, pur in modo diverso, ritornano ancora. Già, perché in un passato, non molto lontano, forse rimosso da tanti, ma per fortuna non da tutti, vi erano due tipi di situazioni. Una era l' Opera nazionale Balilla che aveva il compito di curare l'educazione fisica e morale della gioventù, per "formare la coscienza e il pensiero" dei futuri fascisti. L'altra era il sabato fascista, che prevedeva per adulti e ragazzi la partecipazione obbligatoria nel pomeriggio, dopo le ore 13, alle diverse iniziative volute, imposte ed organizzate dal regime.
 
 
Marco Barone 

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